Tensioni

«I palloni-spia? Sono come nuovi kamikaze, ma economici»

Il punto con l'esperto di tecnologia militare Marco Gilli: «La grande evoluzione tecnologica è la chiave di questi apparecchi di ultima generazione»
Mauro Gilli, ricercatore associato al Politecnico di Zurigo, esperto di tecnologia militare e politica internazionale; sullo sfondo, il presunto pallone spia cinese alla deriva nell'oceano dopo essere stato abbattuto al largo della costa in Carolina del Sud © Reuters
Jona Mantovan
14.02.2023 06:00

Oggetti volanti non identificati. O, venendo al primissimo caso, «palloni spia». Pochi giorni fa, nei cieli degli Stati Uniti, un avvistamento molto sospetto accende più di un campanello d'allarme nelle sale di controllo dell'esercito degli Stati Uniti. Una bolla aerostatica bianca si staglia lassù, ben visibile anche a occhio nudo. Fotografie di questo strano oggetto fanno il giro del mondo. «È cinese, sta raccogliendo informazioni su di noi». Sarà poi abbattuto al largo delle coste statunitensi, sull’Atlantico. Il livello di allerta è massimo ed ecco che, giorni dopo, altri due oggetti – più piccoli, su Alaska e Canada – fanno la stessa fine. Domenica, invece, tocca al Michigan. «No, non ne sappiamo nulla» è stata la risposta della superpotenza comunista. «Dall'inizio dell'anno ne abbiamo contati dieci, nel nostro spazio aereo» l'aggiunta di Pechino. Un gentile omaggio del Paese con la bandiera a stelle e strisce, ovviamente. Insomma, i grandi del mondo si stanno sfidando a colpi di aerostati? È scoppiata una nuova moda negli eserciti più avanzati della Terra? A sentire la descrizione di Mauro Gilli, ricercatore associato al Politecnico di Zurigo oltre che esperto di tecnologia militare e politica internazionale, le modalità d'uso di questi apparecchi ricalcano a grandi linee quelle dei kamikaze di un tempo. Con la differenza che questi sono digitali, economici e raccolgono informazioni. Delle spie, appunto. «Se uno lo perdiamo, non è poi così grave», dice. «Perché ne abbiamo tanti altri che possiamo rilasciare facilmente nell'atmosfera». 

«Sì, la situazione è esplosa, precipitata – ammette Gilli, con un gioco di parole che rispecchia molto la realtà – quando gli Stati Uniti hanno pubblicamente affermato di aver avvistato questo pallone aerostatico prima sull'Alaska, poi passato sul Canada e infine in Montana fin verso la costa atlantica degli Stati Uniti. Questo è stato l'evento che ha portato il tema non solo all'attenzione dei lettori, ma anche delle armate americane. A quel punto, infatti, avevano capito che c'era qualcosa di serio in gioco». La conseguenza? L'aumento ai massimi livelli dell'allerta allerta antiaerea. «Questo ha portato a due effetti. Da una parte, sono stati avvistati molti più oggetti non identificati e, dall'altra, si sono moltiplicati i falsi allarmi. Proprio quest'ultimo è uno degli esiti inevitabili in queste situazioni di tensione e di attenzione».

Va visto in una chiave di crescente competizione geopolitica e geostrategica tra Cina e Stati Uniti. Una competizione non confinata all'aspetto militare o strategico, ma anche a quello economico e tecnologico

Pressione in salita

Lo studioso è però molto cauto sulla scalata della tensione. Secondo lui, il futuro promette ancora sonni tranquilli. «L'avvistamento di questi oggetti non identificati, se possiamo chiamarli così, non porterà a una guerra, fortunatamente. Certo, si tratta di una serie di eventi che fanno salire il livello di pressione tra le due superpotenze, ma va visto in una chiave di crescente competizione geopolitica e geostrategica tra Cina e Stati Uniti. Questa competizione non è limitata all'aspetto militare o strategico, ma anche a quello economico e tecnologico».

E, a proposito di tecnologia, l'esperto tira in ballo un altro elemento strategico. L'isola di Taiwan, patria di tutti i semiconduttori a livello mondiale. La maggior parte dei microprocessori, soprattutto quelli di livello alto, viene prodotta proprio qui, a poca distanza dalla Cina. «È inevitabile che, nella competizione tra Stati Uniti e Cina, ci sia quest'isola a circa 100 chilometri dalla costa cinese». Non a caso Nancy Pelosi, in veste di conduttrice dei lavori della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, è andata in visita il 2 agosto 2022. Lo scopo era sottolineare il forte legame tra gli Stati Uniti, dove la tecnologia è progettata, e la Repubblica di Cina (così com'è ufficialmente conosciuta Taiwan), che ospita le costosissime e supertecnologiche fabbriche fondamentali per produrre i chip.

Il cambiamento tecnologico ha ampliato le capacità di questi palloni aerostatici. Per dare un'idea, un loro campo di applicazione che non era possibile anni fa è quello della difesa antiaerea

Evoluzione tecnologica

«I palloni aerostatici come mezzo per avvistare e spiare sono vecchi quanto la loro esistenza», riprende Gilli. «Se non ricordo male, furono usati la prima volta nel 1848 dagli austriaci contro i veneziani. O, perlomeno, questo sarebbe uno dei primi casi documentati. In ogni caso, già allora la possibilità di innalzarsi in volo garantiva un grande vantaggio tattico, ovviamente quello di non avere l'orizzonte ostruito da ostacoli naturali o artificiali». Ma nel giro di quasi duecento anni la tecnologia non poteva che fare passi da gigante. «Con i sensori moderni di oggi, questo vantaggio è ancora più ampio. Un aspetto centrale nell'uso dei palloni aerostatici è la miniaturizzazione, cioè la possibilità di riuscire ad avere sistemi che possano catturare informazioni dall'ambiente circostante e poi salvarle o trasmetterle in tempo reale. Questo è stato il grande cambiamento tecnologico che vediamo anche nel mondo della progettazione dei satelliti».

Anni fa i satelliti erano un lusso. Ingombranti, pesanti, costosi. «Lanciarli nello spazio era un bell'impegno finanziario. Erano necessari razzi molto potenti per portarli in orbita. Le grandi potenze ne avevano, tutto sommato, un numero limitato. Ma negli ultimi vent'anni è diventato possibile sviluppare satelliti molto più piccoli, grazie alla miniaturizzazione e all'integrazione della tecnologia. Costano molto meno, sono molto più economici da lanciare. È naturale, quindi, che si creino delle costellazioni di satelliti. A questo punto, se il satellite individuale viene perso il costo, per noi che l'abbiamo sviluppato e lanciato, è qualcosa che ci possiamo permettere. La stessa tendenza la vediamo anche nel mondo dei palloni aerostatici».

Secondo l'esperto, proprio per questo motivo non si tratta di una nuova moda tra gli eserciti. «Semplicemente, il cambiamento tecnologico ha ampliato le capacità di questi palloni aerostatici. Per dare un'idea, un loro campo di applicazione che non era possibile anni fa è quello della difesa antiaerea. Costellazioni di palloni rappresentano un modo molto economico di pattugliare lo spazio aereo, grazie a una nuova generazione di sensori radar ultraleggeri rispetto al passato, installati a bordo. Questo permette di non dover impiegare dei piloti soltanto per perlustrare i cieli».

L'altitudine a cui si trovano non porta allo sgonfiamento immediato, perché la differenza di pressione dell'aria a quella altitudini è tale per cui questo risulterebbe molto, molto lento

Difficili da togliere di mezzo

Le immagini dell'abbattimento, con il pallone sgonfio e mille schegge che volano in mezzo al blu, hanno fatto il giro del mondo e sono state fonte di numerose conversazioni. Ma cosa significa abbattere un pallone spia? È davvero così semplice? Secondo l'esperto, neutralizzare questo tipo di oggetti volanti è una bella sfida anche per una superpotenza. «Certo, è uno dei tanti vantaggi di questi dispositivi. Mettiamo di averne colpito uno con proiettili di mitragliatrice. Ebbene, l'altitudine a cui si trovano non porta allo sgonfiamento immediato, perché la differenza di pressione dell'aria a quella altitudini è tale per cui questo sgonfiamento sarebbe molto, molto lento. La tecnica impiegata il 4 febbraio consiste nel mandare un missile che danneggia in modo significativo il pallone».

È importante sorvolare questi palloni per catturare le loro emissioni elettromagnetiche, per capire che cosa stanno trasmettendo

Analizzare prima di abbattere

Danneggiare e abbattere, ma non prima di farsi un'idea delle caratteristiche di questi apparecchi spioni. «Già, l'apparecchiatura elettronica soffre dei danni causati dalla caduta da quelle altezze. Anche se resta comunque possibile studiare, anche dai frammenti, il tipo di sensori installati, i materiali utilizzati. Queste analisi, infatti, sono complementari a quelle realizzate nei giorni precedenti l'abbattimento. È importante sorvolare questi palloni per catturare le loro emissioni elettromagnetiche, per capire che cosa stanno trasmettendo, anche a grandi linee. Raccogliere queste informazioni permette perlomeno di mettere in campo una serie di congetture. Come pure, ad esempio, escludere che si tratti di stazioni meteorologiche. E capire se l'intenzione era catturare comunicazioni radio o mappare il territorio statunitense».

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