Progetto

«Il dibattito è fondamentale per la democrazia»

Abbiamo interpellato il presidente dell'associazione «La gioventù dibatte» Chino Sonzogni sul successo dell'iniziativa - La 15. edizione si è appena conclusa: ecco chi ha vinto
© La gioventù dibatte
Red. Bellinzona
07.05.2025 21:08

La 15. edizione del Concorso cantonale di dibattito si è conclusa con la vittoria della coppia Alessio Ambrogi e Luca Bellinelli di Gordola - opposta a Francesco Herber e Ulisse Garzoni della scuola media Parsifal - nella categoria Medie e della coppia Elisa Bisig e Isabella Ron - confrontata a Sofia Carboni e Giorgia Selmi del Liceo di Lugano 2 - nella categoria Medie superiori. La manifestazione, organizzata dall’associazione «La gioventù dibatte», si è svolta in due fasi alla Scuola cantonale di Commercio a Bellinzona. Due i temi al centro del dibattito: «Vietare l’accesso ai social media a tutti i giovani sotto i 16 anni?» (Medie) e «C’è un futuro per la democrazia?» (Medie superiori).

Strumento pedagogico

Alla luce del successo che riscontra l’iniziativa, abbiamo interpellato Chino Sonzogni, lungimirante responsabile dell’associazione. Perché dibattere a scuola? «Per diverse ragioni. Innanzitutto perché il dibattito è un valido strumento pedagogico didattico. Innumerevoli studi ne confermano i benefici per i giovani sia per l’acquisizione di conoscenze sia per lo sviluppo e il potenziamento di competenze personali, sociali e trasversali. È una metodologia didattica moderna e innovativa, dalle origini antiche, oggi diffusa nelle scuole di tutto il mondo, soprattutto europee, americane e asiatiche con milioni di giovani coinvolti, anche in concorsi internazionali. Inoltre il dibattito in classe è un’attività efficace per stimolare l’ascolto attivo, potenziare le abilità oratorie e soprattutto argomentare, capacità indispensabile per un cittadino. Infine è utile per informarsi, combattere le fake news e sviluppare il pensiero critico».

Ci sono però anche altre finalità… «Certo. Si potrebbero riassumere con l’espressione ‘dibattere a scuola per dibattere meglio nella società’. La nostra azione educativa a scuola ha come obiettivo la società: formare giovani preparati al dibattito, affinché nella società sappiano confrontarsi nel rispetto della diversità di opinioni, fondando le proprie argomentazioni sui fatti e sulla razionalità».

Educazione civica

«La gioventù dibatte» è dunque un progetto utilissimo, soprattutto nella nostra società in costante evoluzione… «Il dibattito è uno strumento fondamentale della democrazia. Nella società si dibatte per conoscere un tema, per capire le diverse posizioni, per scegliere l’opzione migliore, per decidere quale sostenere. In politica si dibatte prima di ogni votazione. Confrontare tesi opposte, sostenendole con argomentazioni favorevoli e contrarie, è l’esercizio chiesto ai giovani. Lo stesso esercizio chiesto al cittadino ogni volta che è chiamato a votare. Quindi ‘La gioventù dibatte’ è educazione civica, è preparazione dei giovani all’informazione verificata e alla cittadinanza attiva e alla democrazia nonché all’espressione consapevole del voto».

Quindi proponete un progetto attuale e necessario? «Sì, sempre più necessario nella nostra società, in cui - per riprendere le parole del compianto Dick Marty nel suo 'Verità irriverenti. Riflessioni di un magistrato sotto scorta' - 'la democrazia è una pianticella esile, delicata, esigente che necessita di cure continue'. Preparare tutti i giovani alla democrazia è un dovere formativo della scuola. Soprattutto oggi, perché studi, ricerche e statistiche rivelano che i giovani si informano poco e sono i più grandi astensionisti».