Il punto

Il quarto halving del Bitcoin è qui: che cosa cambierà

Il cosiddetto dimezzamento è oramai imminente e renderà la criptovaluta ancora più scarsa: ma il prezzo schizzerà alle stelle o no?
© Hannes P Albert
Red. Online
19.04.2024 09:00

Ci siamo. Il quarto halving nella storia del Bitcoin è imminente. Gli esperti parlano del 19, cioè oggi, o del 20 aprile 2024. Ma di che cosa stiamo parlando? Del cosiddetto dimezzamento. Riassumendo al massimo: si tratta di una riduzione programmata del numero di nuovi Bitcoin in circolazione. Di riflesso, secondo molti analisti riducendo l'offerta è verosimile pensare che il prezzo della criptovaluta per eccellenza schizzerà verso l'alto

I dimezzamenti, leggiamo, avvengono ogni quattro anni circa. Il quarto, quello di quest'anno, sta tuttavia generando entusiasmo e, parallelamente, attirando molta, moltissima attenzione. E questo perché il settore sta uscendo da un periodo complicato, fra calo dei prezzi e, soprattutto, vere e proprie implosioni. Avete presente il crollo di FTX e di Sam Bankman-Fried? Ecco. Negli scorsi mesi, il prezzo del Bitcoin ha raggiunto livelli importanti. A marzo, ha toccato i 73 mila dollari. Un aumento spinto e sospinto dall'approvazione di nuovi prodotti finanziari legati al Bitcoin, capace di stimolare nuovi investimenti per miliardi e miliardi di dollari. Gli investitori, ora, confidano che il dimezzamento crei un effetto simile. Provocando un ulteriore salita del prezzo.

Come funziona? E perché viene fatto?

Il Bitcoin, a suo tempo, è nato per consentire a chiunque di scambiare denaro senza intermediazioni e intermediari. Senza, per farla breve, una banca che verifichi la transazione. La conferma di una transazione, al contrario, è garantita da una rete di computer sparsi in tutto il mondo. La cui potenza di calcolo consente di risolvere complessi calcoli matematici per costruire la blockchain. Le persone che gestiscono questi computer, il cui dispendio energetico è enorme, con tutte le conseguenze del caso a livello di impronta carbonica, ricevono a mo' di ricompensa nuovi Bitcoin. A ogni halving, l'entità di questa ricompensa viene ridotta. Nello specifico, passerà da 6,25 a 3,125 Bitcoin, determinando così una diminuzione dell'estrazione giornaliera di Bitcoin da 900 a 450. Il meccanismo dell'halving, scrive fra gli altri Wired, avviene come detto circa ogni quattro anni o, se preferite, ogni 210 mila blocchi di transazioni. L'obiettivo? Ridurre l'inflazione della criptovaluta nel tempo, rafforzando al contempo la sua credibilità e la fiducia degli investitori.

E le conseguenze?

I dimezzamenti di Bitcoin, spiega il New York Times, sono programmati per garantire che il numero totale di token che entreranno in circolazione sia limitato a 21 milioni. Man mano che la quantità di Bitcoin nel mondo si avvicina al limite, l'entità della ricompensa per la verifica delle transazioni diventerà sempre più piccola, avvicinandosi gradualmente allo zero. Secondo i sostenitori della criptovaluta, questa strategia dovrebbe proteggere il valore del Bitcoin nel lungo periodo.

L'halving – con il passare degli anni – renderà il Bitcoin ancora più raro, abbassando di conseguenza il tasso di inflazione annuale della criptovaluta. Attualmente, l'inflazione è dell'1,73%, ma scenderà all'0,86% dopo il dimezzamento, scrive sempre il New York Times. Fin dalla sua nascita, d'altro canto, il creatore di Bitcoin Satoshi Nakamoto ha immaginato questa criptovaluta come un bene raro. Di conseguenza, ha progettato il sistema in modo tale che la quantità di Bitcoin emessi diminuisca costantemente a un ritmo decrescente. Tra circa 120 anni non saranno più emessi nuovi Bitcoin, garantendo così la loro scarsità nel tempo.

Che cosa succederà al prezzo del Bitcoin, dunque?

In teoria, la riduzione di nuovi Bitcoin in circolazione dovrebbe far salire i prezzi, come detto. Diversi esperti di criptovalute hanno previsto che il valore della valuta continuerà a salire quest'anno, in parte proprio grazie al dimezzamento. Secondo altri analisti, per contro, l'effetto del dimezzamento si starebbe già vedendo. Anche perché l'halving non è inaspettato: è stato programmato nel software fin dalla nascita del Bitcoin. Tradotto: l'aumento di prezzo, in realtà, potrebbe non essere così significativo dopo il dimezzamento.

C'è, poi, una terza opzione. Il dimezzamento, più o meno, è visto come una sorta di stress test per valutare la tenuta della criptovaluta. Nonché la sua capacità di adattarsi alle continue sfide tecniche. Il fatto che il Bitcoin, negli ultimi anni, abbia mostrato non poca resilienza, conclude Wired, rappresenta un segnale positivo. Non a caso, complice il lancio degli ETF sulle cripto lo scorso gennaio, gli investitori istituzionali si stanno avvicinando sempre più al settore.

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