Il profilo

L'ascesa e la caduta, rovinosa, di Sam Bankman-Fried

L'oramai ex enfant prodige delle criptovalute è stato condannato a 25 anni di prigione per aver rubato miliardi di dollari ai suoi clienti – Dalle frequentazioni VIP alle bugie, ecco com'è nato (e come è morto) il suo impero
© Elizabeth Williams
Marcello Pelizzari
28.03.2024 19:30

E così, Sam Bankman-Fried è stato condannato a 25 anni di prigione. Il motivo? Ha rubato miliardi di dollari ai suoi clienti. Quelli della piattaforma per lo scambio di criptovalute FTX. Un tempo enfant prodige della Silicon Valley, al punto da guadagnarsi la stima e la collaborazione di mostri sacri dello spettacolo e dello sport come Gisele Bündchen e Tom Brady, SBF oggi si è rivelato per quello che è. Un truffatore, appunto.  

Ma come siamo arrivati a questo punto di non ritorno? Quali le cause? Quanti, e quali, gli errori dell'oramai ex fenomeno delle cripto? L'impero di SBF ha cominciato a mostrare le prime, inevitabili crepe – prodromo di un tonfo clamoroso e rumoroso – nel novembre del 2022. Quando, nello specifico, un rivale ha espresso via social non poche preoccupazioni circa lo stato di salute della piattaforma. Spaventando, di riflesso, i clienti e provocando una cosiddetta corsa agli sportelli o, se preferite, un fuggi fuggi generale con annessa crisi (pesante) di liquidità. 

Un imprenditore modello...

Bankman-Fried, prima del caos, era considerato un imprenditore modello. Logico, per certi versi: si è arricchito più velocemente di qualsiasi altro, accumulando un patrimonio personale stimato in 26 miliardi di dollari. E guadagnandosi, parallelamente, i riflettori e l'attenzione dei media oltre a un buon credito presso la politica. La discesa, tuttavia, è stata altrettanto rapida. Anzi, perfino più veloce rispetto alla salita. 

Binance, il rivale storico di FTX, a suo tempo aveva tentato (o finto di tentare, secondo le malelingue) di salvare FTX. Salvo poi tirarsi indietro. Per svariati motivi. In pochi giorni, sia quel che sia, dalla piattaforma in caduta libera erano usciti miliardi e miliardi di dollari. Alla fine di tutto, quando il crollo è diventato realtà e la bancarotta l'unica via, oltre 8 miliardi di dollari di fondi dei clienti erano letteralmente scomparsi. Cinque settimane più tardi, invece, i procuratori di Manhattan hanno accusato formalmente Bankman-Fried di diversi reati finanziari, fra cui frode telematica, frode sui titoli, frode sulle materie prime e riciclaggio di denaro. Di tutto e di più, insomma.

Il processo è durato quattro settimane. L'ex enfant prodige ha giocato la carta del genio brillante e per certi versi incompreso, perfino «derubato». La frode? Sì, c'è stata, ma lui semmai ne era vittima. Come i clienti. In realtà, i membri del suo cerchio magico hanno chiarito che SBF era al centro di tutto. E che l'amministratore delegato di FTX, cioè lui, ha trafugato miliardi di dollari dei clienti. Nella speranza, addirittura nella certezza, che nessuno lo avrebbe mai scoperto. In ogni caso, come sottolinea la BBC l'impero cripto è stato creato e amministrato a immagine e somiglianza di Bankman-Fried. Il cui fascino e il cui magnetismo hanno attirato, alla corte dell'imprenditore, un'incredibile umanità: dalle celebrità ai capitani coraggiosi della Silicon Valley, passando per ex presidenti. Ad affascinare queste persone, fra le altre cose, il fatto che Bankman-Fried continuasse a dire di voler diventare ricco per poter regalare miliardi alla gente. E questo perché, sin da piccolo, era stato educato all'utilitarismo, una dottrina la cui finalità è fare del bene al maggior numero di persone. Di qui la sua adesione all'altruismo efficace. 

L'illuminazione cripto

L'illuminazione, in termini di criptovalute, è arrivata più tardi. Attorno ai 25 anni, quando SBF ha fondato Alameda Research, società di investimenti. Una mossa dettata da una scoperta: i prezzi del Bitcoin variavano, anche notevolmente, da Paese a Paese. In sole tre settimane, Alameda ha guadagnato 20 milioni di dollari. La fondazione di FTX risale invece al 2019. La prima sede? Hong Kong. Bankman-Fried, nell'immediato, è stato bravo a convincere grandi investitori non soltanto a fornire denaro all'azienda ma, anche se non soprattutto, credibilità. In pochi, pochissimi mesi il volume di scambi giornalieri su FTX ha raggiunto i 300 milioni di dollari. Nel 2021, Bankman-Fried ha debuttato nella lista annuale dei 400 americani più ricchi di Forbes, con un patrimonio di 22,5 miliardi di dollari. Il successo di SBF, secondo i più, era legato alla sua tolleranza «insolitamente alta» per il rischio. E questo perché più alto il rischio e più alta, di conseguenza, sarebbe stata la ricompensa.

Tutti, ma proprio tutti, sia internamente sia esternamente all'azienda, si sono fidati di Bankman-Fried. Sbagliando ma non sapendo di sbagliare. Perché il fascino e il magnetismo di SBF, dicevamo, all'epoca avrebbero conquistato chiunque. Le sue apparizioni a fianco di Tony Blair, Gisele Bundchen, Tom Brady e Katy Perry, per tacere di Bill Clinton, ne hanno fatto un ambasciatore, se non l'ambasciatore, del settore. Il fatto che si vestisse in maniera casual (eufemismo) dava inoltre l'impressione che, proprio in virtù della sua adesione all'altruismo efficace, Bankman-Fried non volesse il livello di lusso che i suoi guadagni gli avrebbero consentito. Anche qui, tutti si sbagliavano. Inconsapevolmente. La sua auto, per dire, era una Toyota Corolla. Nemmeno troppo in ordine. Il tutto, manco a dirlo, facendosi bello davanti al Congresso statunitense. Chiedendo, cioè, una maggiore regolamentazione del mercato delle criptovalute. 

Una bella storia, ma falsa

«La sua è stata una grande storia, ed è piaciuta a tutti» ha spiegato alla BBC Zeke Faux, giornalista investigativo e autore del libro Number Go Up: Inside Crypto's Wild Rise and Staggering Fall. È piaciuta a tutti, già, peccato che «la storia non fosse vera». Le prime crepe, riavvolgendo il nastro, sono emerse a fine 2022. Con, fra le altre cose, un conflitto di interessi sempre più evidente fra Alameda e FTX. Società che, apparentemente, erano invece indipendenti. L'implosione si è consumata, invece, l'11 novembre, dopo che l'amministratore delegato di Binance, Changpeng Zhao, per tutti semplicemente CZ, pure lui non proprio immacolato, aveva messo da parte i piani per acquistare la piattaforma. 

Con la decisione odierna, il sipario è definitivamente calato sull'enfant prodige nemmeno tanto enfant e di certo tutto fuorché prodige. Sam Bankman-Fried non era un re delle criptovalute, ma un truffatore. E pagherà per questo con 25 anni di carcere. 

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