Tecnologie

Il ritorno (virtuale) di Bruce Willis sul set

L’attore, affetto da afasia, ha dovuto dire addio alle scene mesi fa ma potrebbe tornare a “recitare” grazie alla tecnologia deepfake e al suo alter ego digitale
Irene Solari
01.10.2022 11:59

Die hard nel vero senso della parola: duri a morire. Questa sembra la regola per Bruce Willis, costretto mesi fa a ritirarsi dai set cinematografici, che ora potrebbe fare un clamoroso ritorno in scena nel mondo virtuale grazie alla tecnologia deepfake. Willis è infatti la prima star hollywoodiana a consentire l’uso della sua immagine per la creazione di deepfake con le sue sembianze.

Ma cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e, per fare questo, riavvolgiamo un pochino il nastro.

Bruce Willis, 67 anni, oltre 70 film all'attivo, e una carriera cinematografica di tutto rispetto: l'attore ha dato vita a personaggi di pellicole che sono diventate dei veri cult per gli amanti del genere action. Tra i vari titoli possiamo citarne alcuni memorabili – oltre a quelli che già vi avevamo consigliato qui – come Trappola di cristallo (e i vari capitoli della saga Die Hard), Ancora vivo, Sin City, Pulp fictionIl quinto elemento. Per questo, l'annuncio del ritiro dalle scene, giunto il 30 marzo scorso e affidato ai canali social dell'attore, ha suscitato parecchio stupore e dispiacere tra i suoi fan.

© Sin City
© Sin City

La diagnosi di afasia

Il ritiro dal set di Bruce Willis è stato una scelta condizionata da una diagnosi medica. L’attore ha infatti recentemente scoperto di soffrire di afasia, una perdita della capacità di comporre o comprendere il linguaggio, ma anche di leggere, ascoltare e ripetere quanto viene detto. L’afasia è dovuta a un danneggiamento delle aree del cervello che controllano le capacità legate al linguaggio. Impossibile per lui, in queste condizioni, continuare a recitare. Da qui il sofferto annuncio da parte della famiglia. «Volevamo condividere con voi il fatto che il nostro amato Bruce ha avuto alcuni problemi di salute e che recentemente gli è stata diagnosticata l'afasia, la quale sta avendo un impatto sulle sue capacità cognitive. A causa di ciò, e dopo molte riflessioni, Bruce si sta allontanando dalla carriera che tanto ha significato per lui. Questo è un momento davvero difficile per la nostra famiglia e apprezziamo molto il vostro amore costante, la vostra compassione e il vostro sostegno», hanno dichiarato i suoi famigliari sui social media.

La svolta virtuale

Non tutto, però, sarebbe perduto. Willis ha trovato il modo di tornare ad apparire e a recitare sulle scene grazie a un’alternativa virtuale. Come? Affidandosi alla sofisticata tecnologia dei deepfake. In pratica creando quello che nel gergo digitale viene chiamato un perfetto “gemello virtuale” (digital twin) del tutto identico al “vero” Bruce Willis: identico l'aspetto, identica la voce, identiche le movenze e le espressioni del viso. Un “gemello” in grado, quindi, di riportare l’attore sullo schermo, farlo muovere e recitare, permettendogli di rivivere così – anche se in formato virtuale – le emozioni del set.
Ecco alcune immagini, tratte dal portale Deepcake, che mostrano come l'intelligenza artificiale sia stata in grado di ricostruire le sembianze di Bruce Willis.

«Come tornare indietro nel tempo»

L’attore, come spiega il Telegraph, è la prima star di Hollywood ad aver deciso di vendere i propri diritti d’immagine all’azienda statunitense Deepcake – specializzata nell'utilizzo dei deepfake –, per consentire la creazione del proprio “gemello” con la realtà virtuale. Sul sito dell’azienda è già possibile vedere un breve video con Willis come protagonista. C'è da svelare però il trucco: l’attore non era presente sul set e il suo viso, la voce e le espressioni sono state virtualmente “trapiantate” su un altro interprete. Le meraviglie della tecnologia.
Il deepfake rappresenta, in questo caso, una svolta davvero importante e una grande opportunità per un attore che pensava di non poter tornare mai più a fare il lavoro che tanto lo appassionava.
E Willis, in effetti, si era già avvicinato una prima volta a questa realtà virtuale. Era successo esattamente un anno fa: l'attore aveva prestato le sue fattezze per la realizzazione di un breve filmato pubblicitario per una compagnia telefonica russa. Ve ne avevamo parlato in questo articolo. Come per i video realizzati da Deepcake, anche in questo caso la faccia dell'attore è stata perfettamente sovrapposta a quella di uno stuntman. Lo ha spiegato lo stesso Willis: «Mi è piaciuta la precisione con cui è venuto fuori il mio personaggio. È un mini-film nel mio solito genere di commedia d'azione. Per me è una grande opportunità di tornare indietro nel tempo. Con l'avvento della tecnologia moderna, anche se ero in un altro continente, ho potuto comunicare, lavorare e partecipare alle riprese».

Deepfake, potenzialità e rischi

Il modello deepfake non è nuovo al cinema: la tecnologia era già stata utilizzata negli spin-off di Guerre stellari per ricreare gli alter ego più giovani degli attori che recitavano nei film. Ma che cos’è di preciso un deepfake? La parola è nata nel 2017 e si riferisce a un ramo molto sofisticato dell'intelligenza artificiale, specializzato nel riconoscimento di pattern e nella sintesi dell'immagine.
L'idea di base è semplice: si sovrappongono immagini o video (solitamente del viso) di una persona “originale” che si vuole “clonare” sopra ad altre immagini. Il risultato è un filmato o un'istantanea ai quali è stato fatto un fotomontaggio talmente perfetto da risultare quasi indistinguibili da un originale. La tecnologia è talmente avanzata da permettere una perfetta aderenza anche in scene dove le persone si muovono, parlano e interagiscono. 
Se l'idea è semplice, il procedimento è, invece, molto più complesso. La tecnica utilizzata è quella dell'apprendimento automatico dei pattern (chiamata anche rete antagonista generativa) per attuare la sintesi dell'immagine proposta, grazie all'intelligenza artificiale. Il software è in grado così di replicare perfettamente un viso originale, fornendo delle immagini che sembrano persone reali mentre, in realtà, si tratta di identità totalmente virtuali.
Se il deepfake può essere, da un lato, un'innovazione e portare benefici alle persone, come nel caso di Bruce Willis, può anche rivelarsi una trappola insidiosa se usata con scopi illeciti. La tecnologia, come visto, permette una perfetta clonazione anche in scene dove le persone si muovono e parlano. È facile immaginare, quindi, che possa essere utilizzata nello stesso modo per creare e diffondere notizie false, anche di natura politica, o contenuti pornografici. Come è realmente accaduto ad alcune attrici hollywoodiane, rimaste coinvolte a loro insaputa nella creazione di deepfake porn, filmati nei quali i loro volti (parliamo di celebrità del calibro di Scarlett Johansson, Emma Watson o Daisy Ridley) venivano sovrapposti a quelli di attrici hard. Le scene, naturalmente, non erano reali ma lo sembravano. La stessa Johansson parlò del problema pubblicamente nel 2018, in un'intervista al Washington Post, esprimendo preoccupazione per questo fenomeno.

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