Il punto

Itaewon: «La polizia ha ricevuto segnalazioni di pericolo»

Montano le polemiche e le critiche nei confronti dell'operato delle autorità sudcoreane per la tragedia di Halloween avvenuta sabato sera nel quartiere di Seul – I testimoni oculari: «C'era scarsa sicurezza»
Irene Solari
01.11.2022 10:10

Sono 156 le persone morte schiacciate dalla calca nella tragedia di Halloween avvenuta sabato sera nel popolare quartiere di Itaewon, a Seul. Il bilancio è stato aggiornato questa mattina dalle autorità sudcoreane. Nel frattempo stanno montando sempre di più critiche e malcontento nei riguardi delle autorità e della polizia che quella sera avrebbero agito in modo inadeguato, nonostante sapessero che una grande folla si stava radunando a Itaewon per i festeggiamenti di Halloween. Facciamo insieme il punto della situazione.

Stradine come una trappola

Itaewon è uno dei quartieri più popolari della capitale sudcoreana, un luogo dal sapore internazionale, molto amato e frequentato soprattutto dai più giovani. Gli stessi giovani (le vittime erano per lo più adolescenti e ventenni) che sabato sera si sono ritrovati con i loro costumi di Halloween per festeggiare, in quello che era il primo evento “libero”, senza le restrizioni della pandemia. Ma la situazione è ben presto sfuggita di mano: troppe le persone – circa 100.000 – che si sono ammassate nel troppo poco spazio delle stradine di Itaewon. Tra i giovani accalcati all’improvviso è scoppiato il caos, forse per voci dell’avvistamento di una celebrità in uno dei numerosi bar del quartiere. In un attimo quei vicoli piccoli e tortuosi si sono trasformati in trappole. Le testimonianze di chi ha vissuto quei momenti sono terribili. Persone che, tentando di fuggire dalla calca, cadevano a terra e venivano calpestate, altri che erano talmente schiacciati dalla folla da non riuscire più a respirare. Giovani che hanno visto morire delle persone davanti ai loro occhi.

© AP/Lee Jin-man
© AP/Lee Jin-man

Ieri il momento di cordoglio

Nella giornata di ieri tutto il Paese si è fermato per un momento di cordoglio. Nelle strade del quartiere di Itaewon sono stati deposti, fin dalle prime luci dell’alba, fiori bianchi (il colore simbolo del lutto in estremo oriente) e regalini. Grandi altari carichi di crisantemi candidi, incenso e persone riunite in preghiera si sono moltiplicati in tutta la Corea del Sud. Anche il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, accompagnato dalla moglie Kim Keon-he, ha reso ieri omaggio alle vittime della strage, recandosi all’altare allestito davanti al municipio di Seul. Un gesto condiviso anche dal premier Han Duck-soo e dal sindaco di Seul Oh Se-hoon.

«La polizia era stata informata»

Il dato nuovo emerso nelle ultime ore e riportato dalle agenzie di stampa riguarda proprio il ruolo della polizia sudcoreana, già finita ieri nel mirino di critiche e dubbi riguardo a come sia stata gestita la questione sicurezza a Itaewon dopo che testimoni oculari avevano descritto una situazione di scarsi controlli. Ora sappiamo, è notizia di questa mattina, che le autorità erano state effettivamente informate del grosso raduno che stava avvenendo a Itaewon per i festeggiamenti di Halloween e che abbiano addirittura ricevuto delle segnalazioni di pericolo. «Ci sono state diverse segnalazioni alla polizia, che indicavano la gravità, appena prima che si verificasse l'incidente», ha dichiarato il capo della polizia nazionale Yoon Hee-keun, secondo il quale si sapeva che «una grande folla si era radunata anche prima che si verificasse l'incidente, indicando l'urgenza del pericolo».

Mancava “l’ufficialità”

Queste segnalazioni, «diverse», «urgenti» e «di pericolo» sarebbero quindi arrivate alla polizia prima che la calca mortale uccidesse 156 persone. Yoon Hee-keun ha definito per primo «insufficiente» la gestione delle informazioni di quella sera. Quindi, se le forze dell’ordine sapevano che si stava creando una situazione pericolosa, che cosa è andato storto? Mancava “l’ufficialità”. Ovvero, l’evento non era stato organizzato o designato come «ufficiale», quindi né la polizia, né le altre autorità locali si erano prese a carico la gestione della folla.

Una gestione che, di solito, avviene senza problemi in Corea del Sud, un Paese che può vantare una buona esperienza nell’organizzazione e nel controllo di grandi manifestazioni. Spesso, addirittura, il numero di agenti presenti supera quello dei partecipanti. Nel caso di Itaewon, precisano le agenzie di stampa, non c'era però un organizzatore designato. Le persone, quindi, erano libere di spostarsi in modo incontrollato nell’area, disperdendosi nella miriade di locali, bar, ristoranti che costellano i vicoletti del quartiere.

A proposito di organizzazione si è espresso oggi anche il presidente Yoon Suk-yeol, ammettendo che il Paese ha bisogno di migliorare con urgenza il proprio sistema di gestione: «La sicurezza delle persone è importante, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno un organizzatore di eventi».

Misure di sicurezza assenti

La città di Seul – che da sola conta 10 milioni di abitanti – in casi simili si appoggia su un sistema di monitoraggio in tempo reale basato sul tracciamento dei dati dei telefoni cellulari. Grazie al quale è possibile prevedere, anche solo a grandi linee, le dimensioni di una folla che si sta radunando in una precisa zona della città. Tuttavia, stando ai media locali, questo sistema di tracciamento sabato sera non è stato attivato. A tutto questo va ad aggiungersi il fatto che sabato nel quartiere di Itaewon le autorità distrettuali non abbiano disposto nessuna pattuglia di sicurezza. La giustificazione? Anche qui torniamo all'ufficialità: l'evento Halloween – oltre a non essere «organizzato» – era stato catalogato soltanto come “un fenomeno” e non “un festival”. Menzione che invece avrebbe richiesto e fatto scattare un piano ufficiale per il controllo e la gestione dei partecipanti.

Il primo ministro sudcoreano in conferenza stampa sui fatti di Itaewon.  © EPA/JEON HEON-KYUN
Il primo ministro sudcoreano in conferenza stampa sui fatti di Itaewon.  © EPA/JEON HEON-KYUN

«Schierati 137 agenti»

Sarebbero solo 137 gli agenti di polizia che quella sera sono stati schierati nelle strade di Itaewon in occasione dei festeggiamenti di Halloween. Un numero, 137, che stride a fronte dei 100.000 partecipanti. Ancor più perché inizialmente gli uomini dovevano essere almeno 200, stando a quanto riportano i media locali. Un numero che comunque sarebbe stato insufficiente. Altri 6.500 agenti, invece, erano impegnati a una manifestazione a Seul alla quale hanno partecipato circa 25.000 persone.

Le scuse del ministro degli Interni

Questa mattina sono arrivate anche le scuse da parte del ministro sudcoreano dell'Interno e della Sicurezza, Lee Sang-min: «In qualità di ministro delle autorità competenti, porgo le mie umili scuse alle persone per l'incidente, sebbene la nazione abbia responsabilità illimitata per la sicurezza delle persone». Il gesto pubblico, riportano le agenzie di stampa, sarebbe motivato dalle polemiche sempre più incalzanti nei confronti delle autorità. Soprattutto riguardo al ruolo svolto – o, meglio, non svolto – dalla polizia e dalle altre agenzie governative, nonostante fosse prevedibile che i festeggiamenti di Halloween avrebbero attirato nel quartiere un’enorme folla.

© AP/YONHAP/Shin Jun-hee
© AP/YONHAP/Shin Jun-hee
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