Joe Rogan intervista Steve Jobs a undici anni dalla sua morte

Joe Rogan ne ha combinata un'altra delle sue. Se durante i mesi della pandemia il suo podcast da undici milioni di ascoltatori si era reso megafono di messaggi no-vax, causando non pochi problemi a Spotify, e in seguito era stato accusato di usare decisamente spesso la n-word, questa volta è protagonista del primo fake podcast. Già, perché per 19 minuti e 18 secondi il conduttore dialoga nientepopodimeno che con Steve Jobs, deceduto esattamente undici anni fa. Com'è possibile? Con l'intelligenza artificiale.
La puntata, destinata a far discutere, è stata pubblicata sulla nuova piattaforma Podcast-AI. Un - come si legge sulla loro pagina - «podcast settimanale che approfondisce un nuovo argomento, interamente generato dall’intelligenza artificiale». Le voci ultra-realistiche sono generate da play.ht e le trascrizioni provengono da modelli linguistici ottimizzati. L’episodio di Joe Rogan con Steve Jobs «è stato preparato sulla base della sua biografia e di tutte le registrazioni che abbiamo trovato online, in modo che l'intelligenza artificiale potesse riportarlo in vita con precisione». Sono state sfruttate le sue conoscenze pubbliche: registrazioni presenti online, trascrizione dei keynote, interviste, suoi virgolettati all'interno degli articoli. In pratica un modo per attingere al suo (vecchio) «sapere» nonostante sia morto.
Non è la prima volta, o forse sì
Di cattivo gusto? In realtà anche Alexa ha già pensato a utilizzare la voce dei defunti. Nel corso della conferenza MARS, tenutasi in giugno a Las Vegas, il vicepresidente senior del team dietro all'assistente vocale di Amazon, Rohit Prasad, ha mostrato un video in cui Alexa legge una favola a un bambino, imitando la voce della sua nonna scomparsa da poco (qui l'intervista di Michele Montanari a Alessandro Trivilini). E in Gran Bretagna, grazie alla tecnologia di StoryFile, l’ologramma della defunta 87.enne Marina Smith ha preso parte al funerale della stessa, comunicando e rispondendo alle domande dei presenti. Questo del podcast è il primo caso concreto in cui però una persona deceduta risponde sul momento a delle domande. O, meglio, al posto suo parla il «falso storico» creato dall'intelligenza artificiale.
«Volevamo spingere i confini di ciò che è possibile fare con l’attuale stato dell’arte della sintesi vocale - spiegano gli autori -, volevamo creare contenuti che potessero ispirare altri a fare lo stesso, e non c’è nessuno che abbia ispirato e influenzato il mondo della tecnologia più di Steve Jobs, ecco perché nel primo episodio abbiamo riportato in vita la sua voce». E l'invito di Rogan agli ascoltatori, affinché propongano dei nomi per i prossimi episodi, non è caduto nel vuoto: Buddha vs. Einstein, Donald Trump vs. Donald Trump, Elon Musk vs. Nikola Tesla, Dio vs. Gesù, Putin vs. Biden, Stan Lee vs. Walt Disney. Potenzialmente verso l'infinito e oltre.

Futuro e etica si scontrano?
L'idea è intraprendente. E anche pericolosa, se si pensa che è possibile modificare le parole di chiunque, politici, medici, giornalisti, personaggi pubblici. Soprattutto oggi che sul web circolano ore e ore di video e audio con la voce di chiunque. Ma è sicuramente rivoluzionaria, a suo modo. Anche se, bisogna dirlo, la sintesi vocale al momento attuale è tutto meno che perfetta. C'è un tocco robotico, l'intonazione a volte differisce dal contenuto e manca un po' di ritmo. Soprattutto le risate appaiono parecchio «strane». Ma tant'è. In fondo è il primo tentativo e il risultato non è affatto male. Anzi. Resta la domanda: lo Steve Jobs del 2022 risponderebbe in questo modo a quelle domande?
Il fattore etico resta il macro argomento dietro a ogni simile tentativo. E nelle prime reazioni all'intervista di Rogan a Steve Jobs si parla già (ed è il minimo) di cattivo gusto. A noi ha fatto venire in mente Transcendence, film di fantascienza del 2014 scritto da Jack Paglen e diretto da Wally Pfister (direttore della fotografia di Christopher Nolan). La trama? Will Caster è uno stimato ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale che sta lavorando a una macchina senziente, capace di ricreare anche l'intera gamma delle emozioni umane. I suoi esperimenti gli hanno tuttavia procurato molti nemici, specie nelle fila dei movimenti estremisti anti-tecnologia. Quando Will subisce un attentato da parte di questi ultimi, sua moglie Evelyn e l'amico Max impiantano le sue sinapsi nella macchina da lui creata, provocandone la «trascendenza». Will perde il corpo ma entra nella realtà digitale. E quando viene collegato alla rete Internet, ogni limite si annulla.
Insomma, per restare in ambito cinematografico, nel 2022 pare che ogni puntata di Black Mirror sia sempre dietro l'angolo.