Il caso

La capitale fra Trump ed asili nido

Bellinzona, il PLR attraverso una mozione chiede di aumentare i posti disponibili nelle strutture: secondo il partito ne servono altri 70-80 – Mentre Gabriele Pedroni (Il Centro) interroga il Municipio sulle possibili conseguenze per le aziende cittadine dei dazi statunitensi
© Andrew Harnik
Alan Del Don
02.09.2025 15:01

L'estate sta finendo, cantavano i Righeira. E la politica sta tornando. Anzi: è tornata. A Bellinzona in questi primi due giorni di rientro da mare e montagna tengono banco gli asili nido e... i dazi di Donald Trump. Ebbene sì. Presentare un messaggio municipale con oggetto un piano di sviluppo per permettere, entro un anno, di accrescere l’offerta di posti negli asili nido di Bellinzona di circa 70-80 unità (compresi i 39 già in previsione). È quanto chiede all’Esecutivo, attraverso una mozione, il gruppo PLR in Consiglio comunale. Un tema che negli ultimi giorni è finito sotto i riflettori anche per via dell’interpellanza presentata da Michele Egloff a nome dell’Unità di sinistra sui posti messi all'asta in una struttura cittadina. Secondo i liberali radicali non si può più aspettare. La Città deve «sviluppare, rapidamente, una disponibilità di posti di nido che meglio risponda al fabbisogno», così da continuare ad essere attrattiva verso le numerose famiglie che l’hanno scelta negli ultimi anni per insediarvisi.

Il fabbisogno e i costi

Secondo una rilevazione cantonale, il fabbisogno di posti nel Bellinzonese si situa in una forchetta tra 304 e 378, a fronte di una disponibilità a fine dicembre 2023 di 278 posti. «Mancano dunque tra i 18 e i 92 posti», rileva il PLR. Che aggiunge subito che a livello finanziario «siamo consapevoli che l’onere per un posto sia orientativamente di circa 28 mila franchi, a fronte di un sussidio cantonale di 10 mila, peraltro messo in discussione dalle misure di contenimento» decise dal Governo. Tuttavia, osservano i liberali radicali, una soluzione va trovata: «La risposta non può perdersi nelle varie difficoltà insite nel tema». È quindi più che mai «impellente» creare 70-80 posti. Ciò permetterebbe di arrivare «ad un livello intermedio nel range minimo e massimo» citato nello studio.

Eventuali misure di sostegno

«Sono note al Municipio ditte con sede a Bellinzona interessate dai dazi imposti dall’amministrazione statunitense?». Il presidente americano Donald Trump arriva… sulla scrivania dell’Esecutivo. E lo fa attraverso l’interrogazione presentata da Gabriele Pedroni (Il Centro). Il quale vuole sapere se la Città ha contattato le eventuali aziende e se sono previsti contatti con le autorità cantonali o federali «per valutare misure di sostegno coordinate». E, ancora: «Quali ripercussioni fiscali (gettito d’imposta) prevede il Municipio possano derivare per la Città da tali misure commerciali? Sono ipotizzabili delle misure concrete a sostegno delle ditte alle quali verranno applicati i dazi?».