Il caso

La segnalazione, il malessere e ora l'inchiesta: «È così da anni»

Bellinzona, ecco come si è arrivati all'apertura dell'indagine amministrativa - ARP e Settore attività sociali: problematiche, criticità e presunte accuse importanti - Le prime risultanze forse entro la fine dell'anno
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
09.07.2025 16:45

Prima la segnalazione di un terzo della quarantina di collaboratori. Poi l’interrogazione al Municipio di Bellinzona di otto consiglieri comunali (cfr. il CdT del 3 luglio). Ed ora l’apertura di un’inchiesta amministrativa da parte dello stesso Esecutivo per far luce sulla situazione di malessere in seno al Settore attività sociali e all’Autorità regionale di protezione 15 (ARP) con sede in piazza Grande a Giubiasco.

Chi ci ha messo la faccia

Il mandato è stato affidato all’avvocato Marco Bertoli, ex procuratore pubblico, sindaco di Cadenazzo e granconsigliere PLR. Il legale dovrà procedere ad «un approfondimento dei fatti e a una verifica di alcune situazioni evocate» dai 13 dipendenti che hanno avuto il coraggio di esporsi. Il consesso guidato dal sindaco Mario Branda non si esprimerà fino alla conclusione della dettagliata radiografia. Ci vorranno almeno 4-5 mesi, sulla base di quanto abbiamo potuto appurare. Le prime risultanze potrebbero essere comunicate entro la fine dell’anno.

Il Laboratorio e il disagio

Lo stringato comunicato diffuso oggi pomeriggio da Palazzo Civico termina con la seguente frase: «L’Esecutivo esprime in questa occasione il proprio sostegno a tutte le persone coinvolte». Le verifiche da parte del Laboratorio di psicopatologia del lavoro sono state avviate in gennaio dopo la segnalazione di parte dei dipendenti. Il Municipio aveva dunque incaricato il servizio della Divisione cantonale della salute pubblica che - leggiamo online - è «rivolto a tutte le persone che manifestano un disagio o presentano problemi sociali, famigliari, economici, legali a causa di una situazione lavorativa difficile e/o problematica quale disoccupazione, precarietà, conflitti sul posto di lavoro, mobbing/molestie, burnout/stress, licenziamento».

Nella fattispecie i 13 collaboratori su una quarantina hanno puntato l’indice contro la presidente dell’ARP 15 (all’80%) nonché direttrice del Settore attività sociali (per il restante 20%), attualmente in malattia, la quale si è intanto tutelata affidandosi ad un avvocato con studio nella capitale.

Cosa c'è sotto la lente

Quali le criticità evidenziate da diversi dipendenti e riassunte in un documento di oltre cinque pagine? Numerose e non di poco conto. Si va dal presunto mobbing agli altrettanto presunti commenti razzisti e comportamenti aggressivi, dalla disorganizzazione alle scarse capacità gestionali, passando per una situazione di malessere generale e di disagio, la mancanza di dialogo fra la superiore e i subalterni, la paura di commettere errori dei funzionari. Un clima di lavoro, insomma, «pesante» stando al racconto di coloro che hanno osato metterci la faccia, proprio in quanto giunti al limite massimo di sopportazione. Il compito di far luce su questi ed altri punti tocca ora, come visto, all’avvocato Marco Bertoli. Il Municipio cittadino gli ha conferito il mandato «per procedere ai necessari passi istruttori, informando degli esiti» l’Esecutivo stesso, ovviamente.

Interrogazione congelata?

Che a questo punto - immaginiamo - «congelerà» l’interrogazione interpartitica (prima firmataria Lorenza Giorla-Röhrenbach, Verdi-FA-Indipendenti) inoltrata il 2 luglio fino a quando si sarà conclusa l’inchiesta amministrativa. Di sicuro, siamo facili profeti, nei prossimi giorni fioccheranno altre interpellanze/interrogazioni sul tema da parte dei consiglieri comunali e forse pure di alcuni granconsiglieri. Sulla falsariga di quanto era successo con altre due vicende che avevano fatto molto discutere a Bellinzona, ossia i sorpassi di spesa da 5 milioni in tre opere comunali e i decessi durante la prima ondata pandemica alla casa anziani di Sementina (fattispecie per la quale, ricordiamo, i vertici dell’istituto sono stati assolti con sentenza della Corte di appello e di revisione penale di Locarno cresciuta in giudicato).

Auspicio realizzato

Lorenza Giorla-Röhrenbach e colleghi, rammentiamo, auspicavano appunto l’apertura di un’inchiesta amministrativa «per accertare eventuali violazioni della legge o del dovere di diligenza». Secondo i membri del Legislativo sarebbe stato sbagliato «interpretare o presentare questa situazione come dissidi interpersonali o conflitti isolati». Si è di fronte, affermano gli autori dell’interrogazione, «ad un insieme di dinamiche strutturate che durano da anni».

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