La storia infinita dell'«asfaltificio»

Tutto da rifare. O quasi. Come appreso dal Corriere del Ticino, il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) - con sentenza del 29 aprile - ha parzialmente accolto il ricorso della ditta del Luganese che intende realizzare un nuovo impianto di miscele bituminose ad Iragna. I giudici hanno annullato sia la decisione del Consiglio di Stato (che aveva respinto la censura dell’azienda) sia quella del Municipio di Riviera che nel marzo 2022 aveva negato la licenza edilizia.
Ora che succede?
Ora cosa succede? L’Esecutivo dovrà nuovamente pronunciarsi sulla domanda di costruzione presentata quattro anni fa e contro la quale erano state inoltrate tre opposizioni (di cui una da parte di un’impresa attiva nella lavorazione del granito). Occorrerà capire, ora, se le parti si appelleranno o meno al Tribunale federale. Di sicuro non lo farà la società e nemmeno uno di coloro che aveva mostrato il pollice verso all’opera.
Le motivazioni dei giudici
Il Governo ed il Municipio avevano sottolineato che il futuro impianto si poneva in contrasto con le prescrizioni della zona di pianificazione - adottata nell’agosto 2019 per la durata di cinque anni - concernente la riqualifica delle aree produttive. Per completare l’introduzione ricordiamo infine che il TRAM, nel marzo 2024, aveva respinto il ricorso interposto dalla ditta contro la zona di pianificazione, nel frattempo decaduta. «Non risulta che siano stati adottati ed approvati nuovi strumenti pianificatori applicabili al comparto (...). Non è nemmeno noto a che stadio si trovino i relativi lavori», puntualizzano i giudici.
Che vanno dritti al nocciolo della questione, visto appunto che la zona di pianificazione non è più in vigore. Il tribunale, pertanto, «si giustifica di annullare il giudizio governativo e la decisione municipale impugnati e di rinviare gli atti all’Esecutivo comunale affinché si pronunci di nuovo sulla domanda di costruzione alla luce dell’attuale situazione, come del resto da esso rilevato in sede di risposta».
Cosa disse il Governo
Esatto. Perché il consesso guidato da un anno dal sindaco Cristiano Triulzi si è detto pronto ad eventualmente riesaminare la domanda di costruzione «sulla base delle nuove norme pianificatorie che verranno emanate per il comparto in oggetto, rispettivamente in base alle attuali norme, qualora per qualsiasi ragione la zona di pianificazione dovesse decadere senza che nel frattempo siano state emanate nuove disposizioni in materia». Senza più una zona di pianificazione, insomma, cade la tesi del Consiglio di Stato che aveva fatto notare che «l’insediamento prospettato del nuovo impianto di produzione di miscele bituminose si pone in manifesto contrasto» con le prescrizioni di allora.
Le disposizioni
«Configurandosi inoltre, a tutti gli effetti, di un nuovo impianto, la SA non può avvalersi dell’attività esistente», aveva affermato il Governo respingendo la censura della ditta luganese. Le disposizioni valide fino all’estate scorsa non ammettevano infatti la costruzione di depositi di carburante o di sostanze inquinanti, la realizzazione di impianti di trattamento degli inerti, attività di riciclaggio, come pure gli impianti di produzione di bitumi e/o cementi. «L’impianto oggetto della domanda, seppur in sostituzione dell’attuale, risulta una nuova costruzione; l’attività preesistente non giustifica di per sé un diritto alla realizzazione di un nuovo impianto nel sito in questione», aveva sancito il Municipio.
Esportazione limitata
La domanda di costruzione, ricordiamo, contempla la formazione ad Iragna di un nuovo impianto di produzione di miscele bituminose, un capannone del granulato d’asfalto riciclato, con officina, container prefabbricati, sistemazione esterna e scarico a fiume delle acque meteoriche in sostituzione dell’impianto odierno: «Il nuovo complesso è stato giustificato con la necessità di aggiornare l’attività allo stato della tecnica e di soddisfare anche in futuro le esigenze e il fabbisogno dei committenti. Stando inoltre alle indicazioni fornite nella relazione tecnica, oltre che essere energeticamente più efficiente, il nuovo impianto permetterebbe di aumentare in modo sostanziale la percentuale di materiale riciclato nelle miscele bituminose sgravando le discariche e limitandone l’esportazione fuori Cantone, non essendo prevista alcuna attività di frantumazione».
La cronistoria
L’impresa è proprietaria di un fondo di oltre 5.000 metri quadrati, in località Piretta ad Iragna, dove gestisce un impianto di produzione di miscele bituminose. Negli scorsi anni aveva presentato una domanda di costruzione per ristrutturarlo. Che è stata però negata. Nel maggio 2021 la SA è tornata a bussare alla porta dell’Esecutivo di Riviera depositando un’altra domanda, corredata dal rapporto di impatto ambientale. Stavolta per realizzare una struttura sostitutiva. Vi sono state delle opposizioni. Nel marzo 2022 è stata negata la licenza edilizia. Decisione confermata dal Governo nell’ottobre 2023.