Spagna

«Le Canarie hanno un limite», proteste contro il turismo di massa

Nel 2023, 13,9 milioni di persone hanno visitato le isole, che hanno una popolazione di 2,2 milioni di abitanti – «Il problema non sono i turisti, ma il modello insostenibile, per i residenti e per l'ambiente»
© X (Andreína Pérez Armas)
Red. Online
20.04.2024 15:37

«Canarias tiene un límite» (Le Canarie hanno un limite). È questo lo slogan con cui migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il turismo di massa che da anni soffoca le isole. Nel 2023, 13,9 milioni di persone hanno visitato le Canarie, che hanno una popolazione di 2,2 milioni di abitanti.  generando circa il 35% del PIL, ma anche il malcontento della popolazione. Sebbene il turismo rappresenti circa il 35% del PIL dell'arcipelago – con un introito di 16,9 miliardi di euro solo nel 2022 –, la popolazione locale sostiene che l'industria stia stressando le risorse naturali e – in termini economici – la stia estromettendo dal mercato degli affitti. La disperazione dei residenti riceve appoggio anche da Madrid, Baleari, Barcellona, Malaga, con il sostegno di Greenpeace, WWF, Ecologists in Action, Friends of the Earth e SEO/Birdlife.

«Le Canarie sono esauste» è uno degli slogan in difesa dell'arcipelago spagnolo. I manifestanti chiedono un ripensamento dell'industria turistica e il congelamento delle presenze turistiche. L'attuale modello, sostengono, è vecchio di decenni e a lungo andare ha reso la vita inaccessibile e insostenibile dal punto di vista ambientale per la popolazione locale.

«Siamo arrivati al punto in cui l'equilibrio tra l'uso delle risorse e il benessere della popolazione si è rotto, soprattutto nell'ultimo anno», ha dichiarato Víctor Martín, portavoce di Canarias se Agota (Le Canarie ne hanno abbastanza). Undici membri del collettivo sono in sciopero della fame da una settimana per protestare contro la costruzione di due grandi complessi di lusso nel sud di Tenerife, definiti «illegali e totalmente inutili».

Il ministro dell’edilizia abitativa Isabel Rodríguez ha dichiarato: «C’è l’esigenza di intervenire per fronteggiare sicuramente l’eccessivo mercato immobiliare e limitare il numero di appartamenti destinati ai turisti. Ma siamo anche consapevoli dell’importanza del turismo». Sono fioccate proteste a Tenerife (oltre 15.00 persone secondo la polizia), Malaga, Barcellona, Granda, in Catalogna e in Costa Brava. I dati dell’Istituto nazionale di statistica spagnolo mostrano che il 33,8% delle persone nelle Canarie sono a rischio povertà o esclusione sociale.

«Il problema non sono i turisti, ma il modello insostenibile»

Víctor Martín (Canarias se Agota) ha pure sottolineato che nonostante l'emergenza climatica – a Tenerife è già stata dichiarata l’emergenza idrica –, «il Governo spagnolo pensa solo al turismo». Ma «la domanda di acqua sta aumentando nelle aree urbane». Una situazione che porta i manifestanti a precisare che «il problema non sono i turisti, ma il modello costruito attorno, ormai vecchio e insostenibile. La classe imprenditoriale pensa solo ai suoi interesse e la classe politica serve quella classe imprenditoriale invece di servire tutti i cittadini». Quindi, «un ripensamento completo del modello turistico, principale attività economica delle Canarie, non può aspettare».

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Il turismo di massa e l'overtourism sono diventati un grosso problema in molte città e regioni spagnole. Le autorità di Siviglia stanno prendendo in considerazione l’idea di far pagare l'ingresso ai visitatori di Plaza de España.

Migliaia di persone convocate da associazioni ecologiste e sociali hanno deciso di dire «basta» all'eccesso di turismo sulle isole «insostenibile e a beneficio di pochi, che non si ripercuote positivamente sulle isole, espelle i residenti e rende difficile la convivenza».

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