L'esperto

«L'errore? Diminuire le riserve»

Per Felix Schneuwly, del portale Comparis, la pressione della politica è alla base del nuovo aumento del costo dei premi di cassa malattia – Ticino penalizzato anche dall'arrivo di pensionati svizzerotedeschi
© CdT/ Chiara Zocchetti
Luca Faranda
26.09.2023 21:24

La stangata annunciata da Alain Berset lascia interdetti. Ma non tutti sono stupiti. Uno di questi è Felix Schneuwly, esperto in materia di sanità e in particolare di assicurazione malattia in seno al comparatore online Comparis. Già lo scorso anno aveva avvisato che i premi del 2024 sarebbero stati molto più elevati. Il fattore principale? La modifica di un’ordinanza del Consiglio federale, due anni fa, per fare in modo che le casse malattia riducessero le riserve per rimborsare i premi incassati in eccesso.

«La politica ha forzato la mano», critica Schneuwly. «Era già successo con Ruth Dreifuss, poi con Pascal Couchepin e ora con Alain Berset. A ogni calo delle riserve segue un’esplosione dei premi. È logico e questo vale per tutto: se spendo più di quello che guadagno, posso intuire e anche calcolare per quanto tempo posso andare avanti prima che il borsellino sia vuoto. Non capisco perché abbiamo fatto per tre volte lo stesso errore. E tutto ciò, nel 2021, era stato fatto per poter comunicare degli aumenti solo lievi dei premi. Ma questa non è una soluzione».

Una fesseria

Per l’esperto di Comparis, le riserve accumulate negli anni permettevano di guadagnare ulteriore mercato sui mercati azionari. «Questi volumi davano la possibilità di coprire e sovvenzionare i premi. Questo effetto al momento non c’è più (le casse malattia hanno inoltre perso 1,8 miliardi sui mercati dei capitali, ndr) e dunque un aumento dei premi è inevitabile».

Negli ultimi anni, i costi per persona assicurata sono cresciuti in media di circa il 2,4%. «Se non si fosse stato l’intervento per sciogliere parte delle riserve, l’aumento dei premi sarebbe stato più o meno pari all’innalzamento dei costi», sostiene Schneuwly, secondo cui la pressione della politica di abbassare le riserve «è stata una vera e propria fesseria ed è per questo che Berset quest’anno è particolarmente responsabile dell’incremento dei premi».

Stop alle revisioni della legge

Schneuwly punta il dito contro il «ministro» della Sanità anche su un altro aspetto: «Negli ultimi dieci anni Consiglio federale e Parlamento hanno fatto troppe revisioni della legge. Ora, il successore di Alain Berset ha l’occasione per cambiare le cose. Bisogna smetterla con le riforme stupide della LAMal. C’è invece la necessità di fermarsi, analizzare per bene la situazione e arrivare con una strategia chiara, invece di mille revisioni di legge che aumentano solo gli oneri amministrativi». Già, le scartoffie. «I professionisti della sanità sono confrontati sempre più con la burocrazia che gli impedisce di fare il loro lavoro. Questo è un grande problema. Bisogna lasciar lavorare la gente».

Il sistema non è al collasso

Per trovare soluzioni, però, è necessario trovare un punto d’incontro. «Basta puntare il dito l’uno contro l’altro: ora ci sono medici contro casse malattie e assicurati contro assicuratori. Per migliorare il sistema ognuno deve proporre soluzioni che lo riguardano direttamente».

Nessuna rivoluzione, insomma. Eppure si è pure tornati a parlare di una cassa malattia unica. Può essere una soluzione? «Più che una soluzione, penso sia solo un sogno. I costi amministrativi rappresentano circa il 5% dei premi. Anche intervenendo il più possibile in questo ambito, rimane comunque un risparmio massimo del 5%. Poi, gli svantaggi sono chiari: con un monopolio non si può scegliere e dunque nessun cliente può andarsene. La qualità delle prestazioni diminuirebbe».

A causa del continuo aumento dei premi, però, la situazione sta diventando insostenibile. «È vero, al momento abbiamo problemi. Ma il sistema non è al collasso. Fino a quando l’economia funziona, ce lo possiamo permettere», afferma Schneuwly, aggiungendo che quando l’economia va bene, anche la situazione a livello sanitario è migliore: «È sempre così. Durante i periodi di crisi le persone hanno più problemi di salute».

Conseguenze negative

Gli annunci di Berset sugli ennesimi aumenti dei premi negli ultimi anni ha portato sempre più persone a scegliere di cambiare cassa malattia.

Per poter pagare meno premi, si sceglie la cassa e il modello più a buon mercato: «È giusto che ciò succeda. Ogni assicurato ha tre possibilità per contenere la spesa mensile: alzare la franchigia, scegliere un modello alternativo - che in alcuni casi permette un risparmio tra il 10 e il 25% - oppure cambiare assicuratore. Quando succede, però, la cassa deve accumulare riserve per ogni nuovo cliente. Molte persone decidono di non fare nulla, senza sapere che potrebbero risparmiare parecchio. È però giusto sapere che ci sono anche conseguenze negative».

«Il Ticino è un caso isolato»

Lo scorso anno, a cambiare cassa sono stati anche molti ticinesi. Eppure la situazione, per usare un eufemismo, non è migliorata di molto. «Il Ticino è un caso un po’ isolato. Non si può importare così facilmente dall’Italia o acquistare medicinali a prezzo più basso oltre il confine. È un un mercato protetto. E come tutti i mercati protetti, è anche più caro. Inoltre, i ticinesi non possono andare in un ospedale italiano a farsi curare. Senza sottovalutare la questione demografica: sono anche molti i pensionati svizzerotedeschi che si trasferiscono in Ticino. E le persone più anziane tendono a utilizzare maggiormente il sistema sanitario. La conseguenza è che i premi aumentano». 

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