Nodo intermodale: «Non dobbiamo perdere il treno un'altra volta»

«È passato abbastanza tempo, abbiamo già perso il collegamento A2-A13. Il Locarnese adesso non deve perdere altri treni». Ha esordito così Bixio Caprara nel presentare ufficialmente il nuovo comitato interpartitico «Sì alla porta d’accesso del Locarnese» a sostegno della realizzazione del nodo intermodale della stazione di Locarno, in vista della votazione cantonale del 15 giugno. Un comitato, costituitosi negli scorsi giorni, che raccoglie tra le sue fila i rappresentanti delle maggiori forze politiche cantonali. Alla sua testa vi sono infatti cinque co-presidenti: oltre a Bixio Caprara (PLR), sono presenti Paolo Caroni (Il Centro), Fabio Badasci (Lega), Cristina Zanini Barzaghi (PS) e Matteo Buzzi (Verdi). «Siamo parte di un grande gruppo che vuole sostenere questo progetto al di là dei vari orientamenti politici, perché stiamo parlando di un rafforzamento del trasporto pubblico che non riguarda solo il Locarnese ma tutto il Cantone».
Accogliere le persone
La presentazione delle motivazioni del comitato (presente con i co-presidenti al completo) è avvenuta questa mattina alla Casa del Popolo di Bellinzona. Un luogo scelto non a caso, come spiega Caprara, che ha recentemente lasciato la sua carica in Gran Consiglio. «Il piazzale della stazione di Bellinzona è un ottimo esempio di quello che può portare una buona ristrutturazione di uno snodo importante, facendo fare al comparto e a tutta la città un salto di qualità notevole. Infatti, questa stazione è molto apprezzata per la sua accoglienza ed è una vera e propria porta d’ingresso per chi arriva in Ticino da oltre Gottardo». Tornando al progetto del nodo intermodale, Caprara ha elencato quelli che sono i principali punti di intervento (riorganizzazione del terminale dei bus, riqualifica dell’asse viario di via Stazione e messa in sicurezza del comparto) evidenziando che, a fronte di un investimento sempre maggiore nel trasporto pubblico, servono anche spazi adeguati per far circolare meglio i bus, coordinandosi con l’arrivo dei treni. «È stato potenziato il collegamento via treno tra Lugano e Locarno, ma poi bisogna anche pensare a come accogliere le persone una volta che queste arrivano in stazione, contando anche che Locarno è una delle località più turistiche del Ticino».
Funzionalità e chiarezza
A fargli eco è Cristina Zanini Barzaghi: «La mobilità pubblica è stata fondamentale in passato per lo sviluppo del Ticino e lo è tuttora, i comparti delle stazioni sono sempre più strategici. Il Cantone ha investito tanto per potenziare il trasporto pubblico su gomma, quindi ora bisogna anche dargli lo spazio. Tanto più che sono aumentati moltissimo anche gli utenti, a conferma di come questa strategia riduca il traffico su strada». Inoltre, evidenzia la granconsigliera PS, la stazione è il luogo chiave dell’intermodalità e questo progetto a Locarno andrebbe a migliorarne sicurezza e confort, permettendo a ciclisti e pedoni di raggiungere i bus in modo più sicuro, nonché la sua funzionalità, riorganizzando con più chiarezza l’utilizzo degli spazi. E potenziando infine anche l’impatto visivo di tutto il comparto. «Tutti elementi che, sommati, renderebbero la stazione di Locarno degna di questo nome».
Un tassello nel mosaico degli investimenti
Per quanto riguarda la questione investimenti Zanini Barzaghi spiega che il nodo intermodale è parte della politica regionale dei trasporti e beneficia quindi di sussidi federali. «Ma ancora per poco tempo: il cantiere deve iniziare entro la fine di quest’anno, altrimenti ci si preclude il credito della Confederazione. Bisogna procedere in fretta prima che i fondi vengano decurtati». Il progetto – lo ricordiamo – riceverebbe 7 milioni da parte del Cantone come contributo. A titolo di confronto il comitato ha mostrato anche gli altri contributi cantonali versati per la riorganizzazione delle principali stazioni: 18,5 milioni per Bellinzona; 59,5 per Lugano (che comprende anche il progetto tram-treno); 7,8 milioni per Giubiasco e 6 per Biasca. Insomma, chiosa Zanini Barzaghi, «si tratta di un tassello degli investimenti cantonali che vengono destinati al trasporto pubblico».
Sicurezza, situazione «critica»
La questione sicurezza è stata affrontata nuovamente dal granconsigliere del Centro Paolo Caroni, già presidente della Commissione intercomunale dei trasporti. «Questo è un momento cruciale, il progetto proietterà infatti il Locarnese nella rete del trasporto pubblico cantonale. E la stazione di Locarno è un luogo centrale dove si interfacciano treni e bus». Una situazione che al momento – spiega – è abbastanza critica: «Non c’è una suddivisone chiara degli spazi, i bus circolano facendo retromarcia e altre manovre complesse in mezzo ai pedoni. C’è molto caos ed è una situazione potenzialmente pericolosa». Caroni, che è anche presidente delle FART, riporta anche i riscontri diretti degli autisti dei mezzi pubblici che descrivono una situazione attuale non positiva. «Uno scenario come questo porta conflitti con la mobilità lenta ed è un rischio per la sicurezza di tutti: bus, auto, ciclisti e pedoni si incrociano in modo costante. Il nodo intermodale è la soluzione».
Riqualifica urbana e paesaggistica
«Passo dalla stazione ogni giorno», spiega dal canto suo il già granconsigliere della Lega Fabio Badasci, «e noto che, con il grande aumento dei passeggeri, gli spazi che abbiamo adesso non sono più all’altezza delle esigenze attuali. Urge una riqualifica che permetterà di migliorare la situazione per tutti. Qui a Bellinzona tutto questo è già realtà e vediamo che funziona benissimo». «L’aumento dell’offerta del servizio pubblico sta dando ottimi risultati ma bisogna procedere di pari passo anche con le infrastrutture, adeguandole». Un lavoro che comprende anche la riqualifica dello spazio urbano, come evidenzia Matteo Buzzi: «Il progetto oltre a separare chiaramente le zone di transito, garantirebbe anche l’accessibilità alle persone disabili, con degli spazi a norma». Non solo, anche i ciclisti ne trarrebbero vantaggio: «Ci sarebbero percorsi dedicati e più stalli dove lasciare la propria biciletta». In generale, sottolinea Buzzi, si garantirebbe una maggiore accoglienza di tutti gli utenti. «Con la riqualifica urbana del comparto e di viale Cattori, ci sarà una diminuzione del traffico stradale e verranno predisposte delle nuove alberature. Oltre ad una pavimentazione pregiata e una moderna illuminazione a LED. Insomma, uno spazio vivibile e non solo uno spazio viario».