Mondo
La diretta

L'esercito israeliano marcia su Deir Al Balah

Il campo profughi è stato evacuato nelle scorse ore - L'allarme dell'Onu - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
L'esercito israeliano marcia su Deir Al Balah
Red. Online
21.07.2025 06:43
19:02
19:02
Israele contro l'appello dei 25 Paesi: «È Hamas che ha iniziato questa guerra e la sta prolungando»

«Israele respinge» la dichiarazione di un gruppo di Paesi, tra cui la Svizzera, «poiché è slegata dalla realtà e invia un messaggio sbagliato a Hamas» che «ha iniziato questa guerra e la sta prolungando» ed è «l'unica parte responsabile della mancanza di un accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco». Lo dichiara il ministero degli Esteri israeliano.

«Esiste una proposta concreta per un accordo di cessate il fuoco: Israele ha ripetutamente detto sì a questa proposta, mentre Hamas si rifiuta ostinatamente di accettarla. In momenti così delicati delle trattative in corso, è meglio evitare dichiarazioni di questo tipo».

«Tutte le dichiarazioni e tutte le rivendicazioni dovrebbero essere rivolte all'unica parte responsabile della mancanza di un accordo per il rilascio degli ostaggi e di un cessate il fuoco: Hamas, che ha iniziato questa guerra e la sta prolungando», si legge nella nota postata su X. «Invece di accettare un cessate il fuoco, Hamas è impegnata in una campagna per diffondere menzogne su Israele. Allo stesso tempo, Hamas agisce deliberatamente per aumentare gli attriti e i danni ai civili che arrivano per ricevere aiuti umanitari».

«La dichiarazione - prosegue - non concentra la pressione su Hamas e non ne riconosce il ruolo e la responsabilità nella situazione. Hamas è l'unica responsabile della continuazione della guerra e delle sofferenze di entrambe le parti».

16:18
16:18
Qualcosa si smuove? La Svizzera, 24 Paesi e l'UE: «La guerra a Gaza deve finire ora»

Venticinque Paesi, tra cui la Svizzera, e l'UE chiedono ufficialmente la fine immediata della guerra a Gaza e che Israele elimini le restrizioni agli aiuti umanitari. È quanto si legge sul sito ufficiale del Governo britannico: «Il Regno Unito e 25 partner internazionali hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sui Territori palestinesi occupati».

Lo statement (la dichiarazione)

«Noi, firmatari elencati di seguito, ci uniamo con un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire ora.

Le sofferenze dei civili di Gaza hanno raggiunto nuove profondità. Il modello di distribuzione degli aiuti del governo israeliano è pericoloso, alimenta l'instabilità e priva la popolazione di Gaza della dignità umana. Condanniamo la "distribuzione con il contagocce" degli aiuti e l'uccisione disumana di civili, compresi i bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più elementari di acqua e cibo. È orribile che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre cercavano aiuti. La negazione da parte del governo israeliano dell'assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile. Israele deve rispettare gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale.

Gli ostaggi crudelmente tenuti prigionieri da Hamas dal 7 ottobre 2023 continuano a soffrire terribilmente. Condanniamo la loro continua detenzione e chiediamo il loro rilascio immediato e incondizionato. Un cessate il fuoco negoziato offre la migliore speranza di riportarli a casa e di porre fine all'agonia delle loro famiglie.

Chiediamo al governo israeliano di eliminare immediatamente le restrizioni al flusso di aiuti e di consentire urgentemente alle Nazioni Unite e alle ONG umanitarie di svolgere il loro lavoro salvavita in modo sicuro ed efficace.

Chiediamo a tutte le parti di proteggere i civili e di rispettare gli obblighi del diritto umanitario internazionale. Le proposte di trasferire la popolazione palestinese in una “città umanitaria” sono del tutto inaccettabili. Il trasferimento forzato permanente è una violazione del diritto umanitario internazionale.

Ci opponiamo fermamente a qualsiasi passo verso un cambiamento territoriale o demografico nei Territori Palestinesi Occupati. Il "piano di insediamento E1" (The E1 settlement plan, ndr.) annunciato dal governo israeliano – l’area dell’E1 copre circa 12 chilometri quadrati e collega l’insediamento illegale di Ma’ale Adumim a Gerusalemme Est occupata, le autorità israeliane puntano a collegare i principali blocchi di insediamenti e isolare Gerusalemme dal resto della Cisgiordania. Il "fascicolo E1" taglierebbe fisicamente fuori Gerusalemme Est dal resto dei territori palestinesi, chiudendo l’anello di insediamenti attorno alla città –, se attuato, dividerebbe in due lo Stato palestinese, segnando una flagrante violazione del diritto internazionale e minando in modo critico la soluzione dei due Stati. Nel frattempo, la costruzione di insediamenti in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, si è accelerata, mentre la violenza dei coloni contro i palestinesi è aumentata. Tutto questo deve finire.

Esortiamo le parti e la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo terribile conflitto, attraverso un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente. Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla.  Ribadiamo il nostro totale sostegno agli sforzi di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere questo obiettivo.

Siamo pronti a intraprendere ulteriori azioni per sostenere un cessate il fuoco immediato e un percorso politico verso la sicurezza e la pace per gli israeliani, i palestinesi e l'intera regione».

La dichiarazione è stata firmata da

I ministri degli Esteri di Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. E dal Commissario UE per la Parità, la preparazione e la gestione delle crisi (la belga di origine algerina Hadja Lahbib).

Per il momento, la dichiarazione non è ancora stata pubblicata dalle autorità svizzere. Si nota l'assenza, tra i firmatari, della Germania. Così come di Ungheria e di Repubblica Ceca.

13:53
13:53
«Nelle ultime 24 ore uccise 134 persone»

Il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas afferma che 134 persone sono state uccise e 1'155 sono rimaste ferite in seguito agli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore.

Dall'inizio delle ostilità il 7 ottobre 2023, si legge inoltre in un comunicato stampa pubblicato su Telegram, si contano 59'029 morti e 142'135 feriti.

Fonti mediche avevano affermato stamane che almeno 27 persone sono state uccise dall'alba negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, inclusi quattro palestinesi che stavano aspettando gli aiuti umanitari. Lo riporta Al Jazeera.

13:24
13:24
Il Papa sente Abu Mazen, ingresso aiuti a Gaza urgente

Nella mattinata, «Leone XIV ha ricevuto una telefonata da Mahmoud Abbas, Presidente dello Stato di Palestina, sui recenti sviluppi del conflitto nella Striscia di Gaza e delle violenze in Cisgiordania». Lo riferisce il Vaticano.

«Il Papa ha rinnovato l'appello al pieno rispetto del Diritto Internazionale Umanitario» e «l'obbligo di proteggere i civili e i luoghi sacri», «il divieto dell'uso indiscriminato della forza e del trasferimento forzato della popolazione».

«Considerata la situazione umanitaria, si è enfatizzata l'urgenza di prestare soccorso a chi è maggiormente esposto e di permettere l'ingresso adeguato di aiuti umanitari», riferisce a nota vaticana.

Nella telefonata «sui recenti sviluppi del conflitto nella Striscia di Gaza e delle violenze in Cisgiordania», riferisce sempre un comunicato della sala stampa vaticana, «il Santo Padre ha ricordato la fausta ricorrenza del decimo anniversario dell'Accordo Globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, firmato il 26 giugno 2015 ed entrato in vigore il 2 gennaio 2016».

12:08
12:08
Fonti mediche: 19 palestinesi morti di fame in 24 ore

Almeno 19 palestinesi, inclusa una bambina di quattro anni, sono morti di fame nelle ultime 24 ore a Gaza: lo riportano la Bbc e la Cnn, che citano il portavoce dell'ospedale dei Martiri di al-Aqsa, a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale.

La Cnn riporta inoltre che dall'inizio del conflitto nell'ottobre 2023 almeno 76 bambini sono deceduti per malnutrizione nella Striscia.

11:39
11:39
Padre Romanelli: "La gente di Gaza stremata, non arrivano aiuti"

La Chiesa «sta cercando in tutti i modi di far arrivare aiuti. Ma la stragrande maggioranza della popolazione non ha nulla: né cibo, né acqua. In questi giorni, ad esempio, la temperatura percepita è di 42 gradi. La gente è stremata, disperata, e i bombardamenti continuano. In tutto questo buio, la Chiesa si adopera affinché qualcosa possa arrivare. Ma finora, purtroppo, non ci siamo riusciti. Speriamo nei prossimi giorni, ma la situazione è molto grave».

Lo riferisce, intervistato dal Servizio d'informazione religiosa (Sir), padre Gabriel Romanelli, il parroco della chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, ferito nell'attacco di giovedì scorso.

11:24
11:24
Idf, colpiti obiettivi militari Houthi a Hudaydah

L'Esercito israeliano (Idf) "ha colpito e smantellato infrastrutture militari appartenenti al regime terroristico Houthi nel porto di Hudaydah", in Yemen: lo ha reso noto l'Idf su Telegram.

"Tra le infrastrutture militari colpite vi erano veicoli ingegneristici utilizzati per ristabilire l'infrastruttura del porto, contenitori di carburante, navi militari utilizzate per attività militari e di attacco contro lo Stato di Israele e navi nella zona marittima adiacente al porto, e ulteriori infrastrutture del terrore utilizzate dal regime terroristico Houthi", si legge in un comunicato stampa.

10:05
10:05
L'esercito israeliano sta attaccando via terra Deir Balah

Nelle prime ore di lunedì l’esercito israeliano ha iniziato ad attaccare via terra la città di Deir al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, che finora aveva colpito solo attraverso dei bombardamenti.

Domenica Israele aveva diffuso ordine di evacuazione per la parte sud-occidentale della città, cosa che generalmente indica l’intenzione di condurre operazioni di terra. In precedenza l’esercito non aveva mai attaccato via terra la zona: secondo i giornali israeliano perché riteneva che ci fossero degli ostaggi. Non è chiaro se ora pensi che non ci siano più ostaggi. L’attacco via terra è stato comunque accompagnato da bombardamenti, nei quartieri di Abu al ‘Ajin e Hikr al Jami’.

Secondo fonti di Al Jazeera negli ospedali di al Aqsa e al Awda, almeno tre persone sono morte nei bombardamenti in corso nel centro della Striscia di Gaza di lunedì. Anche il campo profughi di al Bureij è stato colpito.

09:16
09:16
Siria, accordo per evacuare i civili dalla provincia di Sweida

Il ministero dell'Interno siriano ha raggiunto un accordo per evacuare i civili dalla provincia di Sweida, nel sud del Paese, a causa della situazione di sicurezza in corso, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa statale Sana.

L'evacuazione delle famiglie beduine trattenute nella città di Sweida è iniziata questa mattina.

Il capo della sicurezza interna della provincia, Ahmad al-Dalati, ha confermato che l'accordo è il frutto di intensi sforzi da parte del ministero dell'Interno e «mira a facilitare la partenza dei civili colpiti dalle attuali condizioni, garantendo la loro sicurezza fino a quando la situazione non consentirà un ritorno sicuro alle loro case».

«Siamo pienamente impegnati a garantire l'uscita di tutti i civili che devono lasciare Sweida», ha aggiunto al-Dalati: «Consentiremo anche l'ingresso a coloro che desiderano tornare, nell'ambito dei nostri sforzi continui per ripristinare la stabilità e la sicurezza nella provincia».

Per sostenere questa iniziativa, il ministero ha imposto un cordone di sicurezza intorno a Sweida. «Abbiamo istituito un perimetro di sicurezza per proteggere l'area e interrompere le operazioni di combattimento», ha spiegato al-Dalati: «Questa misura è fondamentale per salvaguardare il percorso di riconciliazione e ristabilire la stabilità nella regione».

07:54
07:54
L'Onu condanna l'evacuazione forzata di Deir al-Balah

L'ordine di Israele di evacuare Deir el-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, ha inferto «un altro colpo devastante» agli sforzi umanitari nel territorio devastato dalla guerra. Lo ha detto l'ufficio dell'Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari, secondo il quale l'ordine ha inflitto «un altro colpo devastante alle già fragili linee vitali che mantengono in vita le persone nella Striscia di Gaza».

07:52
07:52
Fonti mediche: sette morti per gli attacchi israeliani a Gaza

Fonti mediche nella Striscia di Gaza affermano che sette persone sono state uccise ieri in seguito agli attacchi dell'esercito israeliano, riporta Al Jazeera.

Secondo fonti dell'ospedale Nasser di Khan Yunis, cinque membri della stessa famiglia sono morti quando la tenda in cui si trovavano nella zona di Al-Mawasi - nella Striscia di Gaza meridionale - è stata colpita.

Un altro attacco israeliano ha ucciso altre due persone a Jabalia, nel nord della Striscia, secondo fonti del complesso ospedaliero di Al-Shifa.

Al Jazeera riporta che le forze israeliane hanno anche sparato con droni contro i palestinesi rifugiati in una scuola a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Per ora non sono state segnalate vittime.

07:00
07:00
Iran: «I colloqui con gli europei venerdì 25 a Istanbul»

Un portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha annunciato che venerdì 25 luglio a Istanbul si terranno i negoziati sul nucleare fra Teheran e la troika europea formata da Germania, Francia e Regno Unito, il cosiddetto E3. Lo riportano l'agenzia russa Tass e quella turca Anadolu. «L'incontro tra Iran, Gran Bretagna, Francia e Germania avrà luogo a livello di viceministri degli esteri», ha dichiarato Esmaeil Baghaei, citato dai media statali iraniani.

06:59
06:59
Le famiglie degli ostaggi criticano Netanyahu

Cresce l'opposizione interna in Israele alla strategia militare di Netanyahu. Le famiglie degli ostaggi, che rappresentano una delle voci più autorevoli nel dibattito pubblico israeliano, criticano apertamente l'espansione delle operazioni militari e chiedono spiegazioni sui reali obiettivi in Gaza centrale. Le manifestazioni di massa a Tel Aviv, con decine di migliaia di partecipanti che marciano verso l'ambasciata americana, dimostrano come l'opinione pubblica israeliana sia sempre più orientata verso una soluzione negoziale piuttosto che militare.

06:45
06:45
Il punto alle 6

Sale a 78 il numero dei morti uccisi durante la fila per gli aiuti umanitari a Gaza nelle ultime 24 ore. Oltre duecento invece i feriti, mentre a Tel Aviv e in altre città israeliane si rinnovano le proteste per chiedere con urgenza un accordo per lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. L'Idf, intanto, smentisce i numeri diffusi dai media. Il cardinale Pizzaballa ha concluso la sua visita a Gaza celebrando la messa nella parrocchia della Sacra Famiglia colpita giovedì scorso. Il Papa: «Prego per le vittime».