L'analisi

Air India e quei problemi mai risolti

L’ingresso del Gruppo Tata nel 2022 avrebbe dovuto consentire alla compagnia di diventare un attore globale per qualità e modernità della flotta, ma i passeggeri hanno continuato a lamentarsi per ritardi, aerei mal tenuti e disservizi
©Kin Cheung
Marcello Pelizzari
13.06.2025 09:30

Lo schianto del volo AI 171 di Air India, con oltre 240 morti, getta un’ombra sinistra non tanto, o non solo, su Boeing, considerando che l’incidente ha coinvolto un 787 Dreamliner, quanto sulla compagnia stessa. Compagnia che, prima dell’incidente, stava investendo tempo e risorse per ripristinare la sua reputazione e rinnovare la sua flotta.

Nel 2022, dopo averne rilevato il controllo dal governo indiano, il tentacolare Gruppo Tata – come scrive fra gli altri Reuters – aveva svelato piani per invertire anni e anni di investimenti ridotti. L’obiettivo? Passare da una flotta obsoleta, critiche in serie e disservizi a uno status di «compagnia aerea mondiale». Parole, queste, usate spesso dall’amministratore delegato Campbell Wilson. Riassumendo al massimo, Air India sarebbe diventata un gigante per qualità e presenza paragonabile a Emirates.

Air India prima di Tata

Prima di Tata, leggiamo, la situazione era pesante. Se non pesantissima: il governo, in quanto proprietario, poco o nulla faceva per affrontare la miriade di problemi che affliggevano il vettore, fra cui ritardi, clienti scontenti, aerei mal tenuti e, di riflesso, perdite finanziarie sostanziose.

Aerei più recenti e una migliore manutenzione, insomma, avrebbero dovuto fungere come fondamenta per la ricostruzione. Gli esperti, non a caso, in queste ore si stanno concentrando (anche) sui lavori eseguiti al Dreamliner. Proprio perché, in passato, Air India era famosa per non seguire, rigidamente, le regole.

Il danno di immagine

Pochi giorni fa, il 2 giugno, il primo ministro indiano Narendra Modi aveva incontrato centinaia di dirigenti di compagnie aeree a Nuova Delhi. Fra le altre cose, aveva sottolineato che l’industria aeronautica in India era in forte espansione e che il Paese si trovava prossimo alla svolta.

Ora, Air India come detto si trova di fronte a un danno di immagine enorme. L’incidente, banalmente, rischia di compromettere anni di sforzi. «Per una compagnia aerea, la cosa più importante è poter associare l'identità del marchio con la sicurezza» ha spiegato a Reuters Dilip Cherian, consulente di comunicazione e cofondatore della società di pubbliche relazioni Perfect Relations.

«Questa sarà una grande battuta d'arresto per il marchio sotto questo aspetto».

I fasti del passato

Air India, un tempo, era nota per gli aerei riccamente decorati e il servizio meticoloso . Merito del suo fondatore, JRD Tata, il primo pilota commerciale indiano. Tuttavia, dalla metà degli anni Duemila la reputazione del vettore è peggiorata man mano che i suoi problemi finanziari aumentavano. Ad esempio, ha fatto volare aerei wide-body con sedili di business class in cattive condizioni e ha messo a terra alcuni dei suoi nuovi Boeing 787 Dreamliner per mancanza di pezzi di ricambio.

Quando Tata ha ripreso il controllo, la compagnia aerea era «nel caos assoluto» aveva detto Wilson in un'intervista del 2024, osservando che alcuni dei suoi aerei non erano mai stati aggiornati da quando erano stati consegnati nel 2010-2011.

Air India ha una quota del 30% del mercato nazionale dei passeggeri e una flotta di 198 aerei, di cui 27 fra i 10 e i 15 anni di età e 43 con oltre 15 anni di servizio, aveva spiegato il Ministero dell'aviazione civile al Parlamento a marzo. Air India Express, la filiale low cost, ha invece 101 aerei, con il 37% di più di 15 anni. L'aereo che si è schiantato giovedì aveva 11 anni, secondo Flightradar24.

Quei problemi mai risolti

Domanda: al di là dell’incidente e delle conseguenze a livello di immagine, il Gruppo Tata è riuscito in questi anni a risollevare Air India? Non proprio. Se è vero che il nuovo (vecchio) proprietario ha ampliato in modo aggressivo la sua rete di voli internazionali, ha anche dovuto affrontare lamentele persistenti da parte dei passeggeri, che spesso si recano sui social media per mostrare sedili sporchi, braccioli rotti, sistemi di intrattenimento non operativi e aree di cabina sporche. Un esempio? La recensione dello «scassoplano» del sito specializzato The Flight Club.

Di più, Air India è stata classificata come la peggiore compagnia aerea per i ritardi dei voli in Gran Bretagna, dove le sue partenze erano in media poco meno di 46 minuti in ritardo nel 2024, secondo l'analisi dei dati della Civil Aviation Authority dell'agenzia di stampa PA pubblicate a maggio. Il vettore ha anche accumulato perdite dall'anno fiscale 2019-20. Nel 2023-24, ha riportato una perdita netta di 520 milioni di dollari su vendite di 4,6 miliardi di dollari.

Certo, ora Air India dovrà innanzitutto affrontare il compito di indagare su uno dei peggiori disastri aeronautici dell'India. «Questo è un giorno difficile per tutti noi di Air India» ha detto Wilson in un videomessaggio giovedì. «Le indagini richiederanno tempo». Servirà tempo, altresì, non solo per ristabilire la fiducia dei consumatori ma anche, se non soprattutto, per risolvere i problemi atavici che affliggono la compagnia.

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