Il summit

Che cosa uscirà dal G20 di Bali?

Secondo alcune rivelazioni, la bozza finale dovrebbe riguardare la guerra in Ucraina ma senza posizioni estreme nei confronti della Russia
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. © AP/Russian Foreign Ministry Press Service
Marcello Pelizzari
15.11.2022 11:45

Ci siamo. Stamane, nella lussuriosa cornice di Bali, in Indonesia, è cominciato il G20, il vertice che raggruppa le venti principali economie mondiali.

I colloqui, martedì, sono cominciati nel segno della ripresa post COVID-19. Ma a tenere banco, va da sé, sono le tensioni legate alla guerra in Ucraina e, ancora, politiche e strategie attorno a cambiamento climatico, sicurezza alimentare e inflazione.

Ma che cos’è il G20?

Di fatto, il G20 è un forum. Vi partecipano diciannove economie nazionali oltre all’Unione Europea. A suo tempo, fu creato per incoraggiare tanto la cooperazione quanto il coordinamento su questioni globali. Pensiamo alla stabilità finanziaria, al citato cambiamento climatico ma anche alla sostenibilità. I membri rappresentano sia nazioni industrializzate sia nazioni in via di sviluppo. Dati alla mano, rappresentano l’80% dell’attività economica mondiale e due terzi della popolazione della Terra, che proprio oggi ha superato gli 8 miliardi di persone. Questa la lista dei partecipanti: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. La Russia, complice la guerra, ha inviato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov al posto di Vladimir Putin. Una mossa dettata anche dall’invito, fra i non membri, rivolto all’Ucraina con il presidente Volodymyr Zelensky intervenuto online.

La guerra

Joko Widodo, presidente indonesiano, ben prima che i leader si incontrassero a Bali ha cercato di ricucire i vari strappi all’interno del G20. Fra i temi caldi riguardanti la guerra in Ucraina c’è l’estensione, da parte della Russia, dell’accordo sull’esportazione di grano e altri cereali che era stato raggiunto lo scorso 22 luglio a Istanbul con la mediazione delle Nazioni Unite e della Turchia.

Detto e ribadito che la prima, devastante causa del conflitto è la distruzione e l’immensa perdita in termini di vite umane, l’invasione russa ha scombussolato pure il commercio di petrolio, gas e appunto grano. Provocando di riflesso un aumento di prezzi e, quindi, richiamando l’attenzione del G20 su temi quali la sicurezza alimentare e la sovranità energetica.

Cina e Stati Uniti

A margine del G20, il presidente statunitense Joe Biden ha incontrato per la prima volta l’omologo cinese Xi Jinping. Per la prima volta da quando Biden è alla Casa Bianca, si intende. Le relazioni fra Washington e Pechino sono ai minimi storici. Da una parte la questione Taiwan, che rischia di esplodere fra le mani dei due leader; dall’altra una guerra tecnologica non dichiarata ma neppure smentita. In mezzo, posizioni ovviamente discordanti sulla guerra in Ucraina, complici il sostegno americano a Kiev e l’amicizia «senza confini» fra Russia e Cina. Biden, a tal proposito, ha affermato che l’America sta cercando modi per «gestire le differenze» e, soprattutto, «impedire che la competizioni diventi qualcosa di simile a un conflitto». La speranza di Xi, per contro, è di trovare «la giusta rotta» per relazioni stabili e pacifiche.

D’altronde, Cina e Stati Uniti appaiono sempre più come i due poli del cosiddetto nuovo ordine, con Paesi quali India, Brasile e la stessa Indonesia indecisi se privilegiare i rapporti con l’una o con l’altra potenza.

La bozza

Il vertice di Bali si inserisce in un calendario già piuttosto fitto, con la COP27 in Egitto ancora in corso e un summit dell’Associazione delle nazioni del Sudest asiatico in Cambogia cui hanno partecipato Biden e altri leader del G20. In seguito, Xi e altri funzionari si sposteranno a Bangkok per il forum di cooperazione economica Asia-Pacifico.

Stando alle rivelazioni di Bloomberg, ci sarebbe già una bozza del testo congiunto che verrà – come da tradizione – pubblicato al termine delle riunioni di mercoledì. Nella bozza, leggiamo, si parlerà della guerra in Ucraina. Se ne parlerà, tuttavia, cautamente. Ovvero, senza nominare la Russia o, meglio, senza indicarla come colpevole di quanto accaduto e di quanto sta accadendo. Una sorta di compromesso per evitare che, all’esterno, il G20 appaia come un’organizzazione instabile e carica di tensioni.

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