La polemica

Chi sono e che cosa vogliono gli attivisti di Just Stop Oil?

Divenuta famosa dopo i Girasoli di Van Gogh imbrattati, l'organizzazione è attiva da tempo e aveva già preso di mira l'arte – L'obiettivo? Costringere il Regno Unito a uscire dalle energie fossili
© AP/Just Stop Oil
Marcello Pelizzari
16.10.2022 17:30

Just Stop Oil. Tre parole, in inglese, che manifestano un desiderio. Quale? Dire addio, una volta per tutte, alle energie fossili. Just Stop Oil, soprattutto, è un’organizzazione britannica. Attiva, molto attiva nella lotta al cambiamento climatico. Pratica la cosiddetta resistenza (o disobbedienza) civile. Per dire: venerdì, due esponenti del gruppo sono entrate in una stanza della National Gallery, a Londra, quella dei Girasoli di Vincent Van Gogh, mettendo in piedi quello che molti hanno definito un capolavoro al contrario. Hanno aperto due lattine di zuppa di pomodoro Heinz – un marchio che, grazie ad Andy Warhol, con l’arte ha avuto molto a che fare – e rovesciato il contenuto direttamente sul quadro, per fortuna protetto da un vetro sottile. Quindi, si sono letteralmente incollate al muro e hanno consegnato il loro messaggio al mondo: «A causa dell'impennata dei prezzi del gas, milioni di famiglie britanniche non potranno permettersi di riscaldare un mattone di zuppa questo inverno. Solo la resistenza civile può tirarci fuori da questa crisi: è tempo di alzarsi e difendere ciò che è giusto. Cosa c'è di più prezioso, l'arte o la vita?». Sulla pagina Facebook dell'organizzazione, un post ha rincarato la dose: «Continuate a darci petrolio e gas e continueremo a darvi zuppa».

Le due ragazze, va da sé, sono state arrestate e poste in custodia cautelare per danni penali e violazione di domicilio aggravata. Nello stesso giorno, sono finiti in manette una trentina di altri attivisti, tra cui un ambientalista reo di aver dipinto di giallo un’insegna di Scotland Yard.

Perché le proteste sono aumentate?

Chi c’è, dunque, dietro a Just Stop Oil, gruppo con idee e metodi del tutto simili a quelli di Extinction Rebellion? E perché, proprio ora, i suoi membri si stanno facendo sentire con forza e costanza? Una risposta a quest’ultima domanda l’ha data, involontariamente, il nuovo ministro britannico, Liz Truss, suggerendo che il divieto di estrazione di gas mediante fratturazione idraulica potrebbe essere revocato. No, no e ancora no, ha fatto sapere l’organizzazione. Che, per inciso, per il mese di novembre ha previsto atti di disobbedienza civile ogni giorno.

Oggi, domenica, segnaliamo la protesta su Park Lane, una delle arterie più eleganti di Londra. Mentre un gruppo di attivisti bloccava il traffico, un altro esponente di Just Stop Oil ha imbrattato di vernice arancione la vetrina di una concessionaria Aston Martin.

Non solo arte, ma anche calcio

Se è vero che l’organizzazione è balzata agli onori della cronaca in questi giorni, proprio grazie alla rivisitazione dei Girasoli in chiave culinaria, il movimento esiste da diversi mesi. Dal 14 febbraio, per la precisione. Le sue modalità d’azione non sono violente, sebbene si possa definire violento il gesto di sporcare, deliberatamente, un’opera d’arte. E proprio l’arte rappresenta il terreno di caccia prediletto, unitamente allo spettacolo. A marzo, ad esempio, i membri di Just Stop Oil avevano turbato la cerimonia dei BAFTA, gli Oscar britannici, cercando di entrare nell’area VIP della Royal Albert Hall. Ci sono state incursioni pure nello sport, con diverse partite in Inghilterra interrotte per invasioni di campo, diciamo così, particolari: chi entrava, infatti, puntava dritto al palo di una porta, per poi tentare di legarvisi o ammanettarvisi. Louis McKechnie, 21 anni, nella sfida fra Everton e Newcastle ha trovato il momento giusto. Si è attaccato al palo, facendosi passare un filo di plastica attorno al collo. Alla fine, è stato liberato usando un paio di tronchesi ed è stato affidato alla polizia. L’accusa? Invasione di campo e violazione di domicilio aggravata. Le azioni di Just Stop Oil hanno preso di mira, in questi mesi, anche le infrastrutture petrolifere, le autostrade e, manco a dirlo, il Gran Premio di Formula 1 di Silverstone.

54 esponenti in carcere

Azioni che la giustizia, di riflesso, ha trasformato in processi. Secondo il Guardian, al 17 settembre il gruppo «vantava» 54 suoi esponenti in carcere. Ad aprile, un portavoce dell’organizzazione aveva assicurato che le azioni sarebbero continuate «finché tutti i membri non fossero stati imprigionati».

Le puntate nei musei sono iniziate a luglio, per contro, con due attivisti che si sono incollati alla cornice del quadro probabilmente più famoso di John Constable, The Hay Wain, coprendo il dipinto con una versione alternativa: la propria visione apocalittica del futuro.

La protesta di Just Stop Oil, è lapalissiano, non ha certo fatto l’unanimità. Anche, se non soprattutto, all’interno della comunità scientifica che da tempo auspica un cambiamento politico sul fronte energetico. A indignarsi di più, ovviamente, sono stati gli amanti dell’arte. I quali, oltre all’orrore di vedere un quadro come i Girasoli imbrattato, si sono chiesti: ma dov’era la sicurezza? Il tema, in particolare per la National Gallery di Londra, un museo gratuito a Trafalgar Square, è di grande rilevanza. Nel 2016, la struttura aveva accolto 6 milioni di visitatori: impossibile controllare tutti, a meno di creare grosse file. All’interno del museo, poi, le stesse guardie si trovano costrette a sorvegliare più stanze contemporaneamente. Critiche in questo senso erano state sollevate già oltre dieci anni fa, nel 2011, quando un uomo era riuscito a coprire due dipinti di Poussin con la vernice.

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