«Dalla Seconda guerra mondiale nessuno progettava una carestia come fa Israele a Gaza»

A Gaza si muore uccisi dalle bombe israeliane. Si muore in attesa degli aiuti umanitari. Si muore di fame: una fame voluta da Tel Aviv.
In un aggiornamento pubblicato sul sito delle Nazioni Unite, Ross Smith - direttore della sezione Emergency Preparedness and Response al World Food Programme (organo ONU per l'assistenza alimentare) - denuncia la situazione a Gaza. I dati raccolti dal WFP, evidenzia Smith, mostrano come un quarto della popolazione sta affrontando condizioni di carestia. Quasi 100.000 donne e bambini soffrono di malnutrizione acuta grave e hanno bisogno di cure il prima possibile. «Persone muoiono ogni giorno per la mancanza di assistenza umanitaria e vediamo che la situazione si aggrava di giorno in giorno». Il funzionario della più grande organizzazione umanitaria al mondo ha sottolineato la devastante situazione attuale. Durante il cessate il fuoco di inizio 2025, prima della rottura unilaterale da parte di Israele, il World Food Programme era in grado di trasferire più di 200 camion di assistenza al giorno nella Striscia. Da metà maggio «siamo stati in grado di trasportare meno del 10% del necessario».
«Dobbiamo anche evitare che attori armati si avvicinino ai punti di distribuzione del cibo, ai nostri convogli e agli spostamenti di questi ultimi da un luogo all'altro», ha proseguito, sottolineando la necessità di raggiungere le persone dove si trovano e non in luoghi prestabiliti. «E direi soprattutto che abbiamo avuto accordi di principio su questi aspetti, ma non sono stati rispettati nella pratica a Gaza. Ed è proprio qui che si verifica la rottura, ed è qui che vediamo accadere incidenti come quello di domenica», ha affermato.
Riferimento al massacro, l'ennesimo, andato in scena ai centri della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), l'organizzazione incaricata da Israele e Stati Uniti di gestire la distribuzione di aiuti nella Striscia. In sole 24 ore, 92 persone sono state uccise dal fuoco israeliano, mentre cercavano di procurarsi del cibo agli hub contrassegnati. «Una tragedia assoluta, ed evitabile».
Da maggio, dall'installazione del nuovo sistema di distribuzione legato alla GHF, più di 1.000 persone sono morte mentre cercavano cibo dai centri e da altri convogli umanitari, secondo l'ONU. Un recente reportage del Guardian testimonia i pericoli che, giornalmente, i palestinesi corrono per raggiungere i centri umanitari divenuti «trappole mortali».
Pratiche che non si vedevano dalla WWII
Fra i massimi esperti mondiali di carestie e direttore della World Peace Foundation, Alex de Waal ha duramente criticato la situazione creata a Gaza: «Mi occupo di questo argomento da più di quarant'anni e, dalla Seconda Guerra Mondiale, non esiste un caso di carestia così minuziosamente progettato e controllato». Quella costruita da Israele a Gaza, evidenzia l'esperto, «è una fame evitabile. È interamente causata dall'uomo».
Che la fame stesse avanzando nella Striscia a causa dei blocchi agli aiuti da parte di Israele, non è una novità. «Ogni fase di questo fenomeno è stata prevista e in ogni fase avrebbero potuto intervenire Israele e la comunità internazionale, per evitare che si verificasse». Ciò, spiega de Waal, non è stato fatto. «Negli ultimi due mesi abbiamo assistito a un assedio totale di Gaza, seguito da una revoca parziale che non aveva lo scopo di introdurre il tipo di programma umanitario che abbiamo conosciuto come umanitari nel corso dei decenni».
Almeno 33 persone, tra cui 12 bambini, sono morte per malnutrizione nelle ultime 48 ore, secondo dati pubblicati dal ministero della Sanità di Gaza e ripresi da organizzazioni e media internazionali.
«Con il contagocce»
Lunedì, venticinque Paesi, tra cui la Svizzera, e l'UE hanno chiesto ufficialmente la fine immediata della guerra a Gaza e che Israele elimini le restrizioni agli aiuti umanitari. «Le sofferenze dei civili di Gaza», spiega la presa di posizione firmata anche da Berna, «hanno raggiunto nuove profondità. Il modello di distribuzione degli aiuti del governo israeliano è pericoloso, alimenta l'instabilità e priva la popolazione di Gaza della dignità umana. Condanniamo la "distribuzione con il contagocce" degli aiuti e l'uccisione disumana di civili, compresi i bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più elementari di acqua e cibo. È orribile che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre cercavano aiuti. La negazione da parte del governo israeliano dell'assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile. Israele deve rispettare gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale».
Il gruppo di governi ha lanciato l'appello: «La guerra a Gaza deve finire ora».