«Dimenticate il Titan, venite su Venere»

Guillermo Söhnlein. Il nome, sulle prime, non suggerisce molto. Anche perché, settimane fa, quando il sommergibile Titan è imploso nelle profondità dell'Atlantico, raramente è stato fatto sui media. Eppure, questo imprenditore di 57 anni è il cofondatore di OceanGate, la società all'origine della tragedia. Dagli abissi alle stelle, o meglio ai pianeti, è un attimo verrebbe da dire. E infatti, Söhnlein in questi giorni sta promuovendo un altro progetto. Se possibile, ancora più pericoloso.
Negli affari, evidentemente, non c'è spazio per il lutto o, ancora, la riflessione. Non solo, detto che le visite al relitto del Titanic in questo momento sono off limits, il settore dei viaggi estremi – nonostante le critiche – non si è fermato. Non del tutto. E così, invece di mantenere un basso profilo Söhnlein ha pensato bene di pubblicizzare Human2Venus. Una società di sua appartenenza fondata nel 2020 che, come suggerisce il nome, è intenzionata a portare persone su Venere. Mille, per la precisione. Da qui al 2050. Piccola parentesi, di non poco conto: stiamo parlando di un pianeta con un'atmosfera, letteralmente, tossica. Piena di anidride carbonica. Un pianeta circondato da una spessa nube giallastra di acido solforico. Un pianeta la cui temperatura si aggira intorno ai 475 gradi. Un pianeta, riassumendo, inadatto alla vita.
Non a caso, nelle intenzioni di Söhnlein non c'è un hotel a cinque stelle sulla superficie di Venere. No, nella sua immaginazione i futuri coloni vivranno in alto, nel cielo venusiano, all'interno di una stazione a una cinquantina di chilometri dalla citata superficie. «L'atmosfera venusiana è forse l'unico luogo non terrestre del sistema solare in cui gli esseri umani possono vivere a lungo termine» si legge sul sito della società. Secondo l'azienda, a quell'altezza la temperatura, la pressione, le radiazioni e la gravità sarebbero simili a quelle terrestri. Quanto all'ossigeno, verrebbe generato all'interno della stazione. «Per quanto possa sembrare sorprendente, l'atmosfera superiore di Venere è il luogo più simile alla Terra nel sistema solare» sottolineavano, al riguardo, alcuni astrofisici in un articolo pubblicato su The Conversation anni fa. Resta da capire come potrebbero gestire, i promotori di questa impresa, i forti venti a quelle altezze (si parla di 360 chilometri orari).
Realistico o meno, il progetto di Söhnlein ha attirato l'attenzione di molti curiosi. Ma, allo stesso tempo, scetticismo e soprattutto critiche. Molte critiche. Al netto del fatto che, nel 2013, l'imprenditore aveva lasciato OceanGate, la società che, tristemente, ha legato indissolubilmente il suo nome alla tragedia del Titanic. Proprio l'esperienza di OceanGate, accusata oggi di aver ignorato diversi avvertimenti circa i difetti del suo sommergibile, suggerirebbe maggior contegno. Söhnlein, dal canto suo, a Business Insider ha chiesto espressamente di andare oltre la vicenda del Titan. Se non addirittura di ignorarla. «Dimenticate OceanGate. Dimenticate Titan. Dimenticate Stockton». Nel senso di Rush, l'amministratore delegato morto nell'incidente assieme agli altri membri dell'equipaggio. Agli occhi di Söhlein, insomma, una tragedia non può né deve ostacolare il progresso. Lo stesso progresso cui aspirava Rush. «L'umanità potrebbe essere sull'orlo di una grande scoperta ma non approfittarne perché noi, come specie, saremo fermati dallo status quo».
Human2Venus, sul proprio sito, cerca di rispondere a un quesito che, giunti fin qui, non ci eravamo ancora posti: perché proprio Venere, considerato il gemello cattivo della Terra? «Una domanda migliore – si legge – sarebbe: perché no?». Di certo, Marte al momento è occupato. È l'obiettivo, dichiarato tempo fa, di Elon Musk.