E se la guerra fra Israele e Iran degenerasse?

Israele e Iran, al momento, hanno dato vita a uno scontro (anzi, a una vera e propria guerra) limitata ai rispettivi territori. Ma che cosa accadrebbe se i ripetuti e numerosi appelli alla de-escalation, lanciati con forza in queste ore dalla comunità internazionale, cadessero nel fuoco? E, ancora, che cosa succederebbe se la guerra fra Tel Aviv e Teheran si allargasse, coinvolgendo altri attori? Domande, queste, che già avevano fatto capolino in occasione di altri attacchi da parte dello Stato Ebraico. Ma che, ora, tornano con forza considerando la situazione. Tre, nello specifico, i possibili scenari «peggiori». Proviamo ad analizzarli.
Gli Stati Uniti trascinati nel conflitto
Nonostante le smentite di Washington, l'Iran ritiene chiaramente che le forze americane abbiano appoggiato e, quantomeno tacitamente, sostenuto gli attacchi di Israele. Di riflesso, come raccontato nel nostro live odierno, è possibile (per alcuni perfino plausibile) che Teheran colpisca le basi statunitensi nella regione. Così l'agenzia di stampa Fars, sulla base di una fonte: «Secondo alti comandanti militari dell'Iran, la guerra si estenderà nei prossimi giorni e includerà anche basi statunitensi nella regione. Gli aggressori saranno l'obiettivo di una risposta iraniana decisa e su vasta scala». Non solo, se è vero che i proxy storici dell'Iran, Hamas e Hezbollah, al momento hanno perso uomini e vigore, è altrettanto vero che le milizie filo-iraniane di supporto in Iraq sono militarmente intatte. E, quindi, pronte.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato a lungo accusato di voler trascinare gli Stati Uniti ad aiutarlo a sconfiggere l'Iran. Gli analisti militari, al riguardo, affermano che solo gli Stati Uniti dispongono di bombardieri e bombe anti-bunker in grado di penetrare nelle più profonde strutture nucleari iraniane, in particolare quella di Fordow. Trump ha promesso al suo elettorato MAGA che non avrebbe scatenato nessuna delle cosiddette «guerre infinite» in Medio Oriente. Ma molti repubblicani sostengono che sia giunto il momento di favorire, anche militarmente, un cambio di regime a Teheran.
Se l'America diventasse un combattente attivo, tuttavia, ciò rappresenterebbe un'enorme escalation con conseguenze potenzialmente devastanti.
Le nazioni del Golfo colpite dall'Iran
Se l'Iran non riuscisse a danneggiare l'apparato militare di Israele e altri obiettivi dello Stato Ebraico, potrebbe decidere di puntare i suoi missili contro obiettivi più «facili» nel Golfo, in particolare contro i Paesi che l'Iran ritiene abbiano aiutato e favorito i suoi nemici nel corso degli anni.
Ci sono molti obiettivi energetici e infrastrutturali nella regione. A tal proposito, la BBC ricorda che l'Iran è stato accusato di aver colpito i giacimenti petroliferi dell'Arabia Saudita nel 2019 e che i suoi alleati Houthi hanno colpito obiettivi negli Emirati Arabi Uniti nel 2022. Da allora, è vero, c'è stata una sorta di riconciliazione tra l'Iran e alcuni Paesi della regione. Ma questi Paesi ospitano basi aeree statunitensi. Alcuni hanno anche contribuito – discretamente – a difendere Israele dall'attacco missilistico iraniano lo scorso anno.
Se il Golfo venisse attaccato, allora anche questo potrebbe richiedere l'intervento degli aerei da guerra americani in sua difesa, oltre a quelli di Israele.
Cade il regime iraniano, ma poi?
L'obiettivo a lungo termine di Israele, si sa, è quello di forzare il crollo del regime rivoluzionario islamico in Iran. Netanyahu, in realtà, ha affermato che l'obiettivo principale del recente attacco era distruggere la capacità nucleare dell'Iran. Ma, nella sua dichiarazione di ieri, il primo ministro ha pure chiarito che l'idea di cambio di regime, mettiamola così, non è mai passata di moda. Ha detto «al fiero popolo dell'Iran» che il suo attacco stava «spianando la strada affinché possiate raggiungere la vostra libertà» da quello che ha definito un «regime malvagio e oppressivo».
Far cadere il governo iraniano potrebbe essere attraente per alcuni attori nella regione, soprattutto per Israele. Ma quale vuoto potrebbe lasciare? Quali conseguenze impreviste ci sarebbero? Come si svilupperebbe un (inevitabile) conflitto civile in Iran? Molti ricorderanno cosa accadde sia all'Iraq sia alla Libia quando fu rimosso il forte governo centralizzato.
Concludendo...
Molto, anche in termini di ricadute economiche globali, basti pensare al prezzo del petrolio, dipenderà da come evolverà la guerra nei prossimi giorni. In particolare, come e con quanta forza reagirà l'Iran? E quale moderazione, se ce n'è una, possono esercitare gli Stati Uniti su Israele? Al momento, nessuna di queste ultime due domande trova risposta.