Stati Uniti

Ecco la foto segnaletica di Trump: «Un'interferenza elettorale»

Il tycoon è stato incriminato per la quarta volta al carcere di Atlanta, dove gli è stata scattata anche la cosiddetta «mug shot»: la prima a un ex presidente statunitense
© Fulton County Sheriff's Office via AP
Red. Online
25.08.2023 08:10

Alla fine, questa volta, la tanto famigerata foto segnaletica di Trump è stata scattata. Il tycoon, nelle scorse ore, è atterrato con il suo jet personale ad Atlanta, luogo dove di lì a poche ore si sarebbe costituito formalmente in carcere per la sua quarta incriminazione. Questa volta, per aver tentato di ribaltare il voto in Georgia nelle elezioni del 2020, insieme ad altri 18 alleati. 

Un altro storico arresto, insomma, con protagonista l'ex presidente. Che, sceso dal suo aereo, ha salutato le decine e decine di fan che si sono presentate vicino al carcere, per sostenerlo. Alcuni cantavano il suo nome, oppure recitavano slogan come «caccia alle streghe». Qualcuno indossava costumi, altri suonavano trombe. Chi in un modo, chi nell'altro, erano tutti lì per mostrare la loro vicinanza. Che a Trump, a quanto pare, è piaciuta. Anche se vivibilmente scuro in volto, si è rivolto alla folla alzando il pollice, come per dire «è tutto ok». Un suo gesto abituale, che non è di certo passato inosservato. Poi, un corteo di suv scuri lo ha condotto verso la sua «destinazione finale», al carcere di Atlanta, per la sua quarta incriminazione. 

Qui, Donald Trump è stato  — ancora una volta — formalmente arrestato per 13 capi di imputazione. Tra cui cospirazione e violazione della legge anti racket. Ma, questa volta, come detto, c'è stato qualcosa in più. La tanto discussa foto segnaletica, che il tycoon aveva scampato durante gli arresti precedenti, è stata — finalmente — scattata. Dopo essere stata rimandata di diversi mesi. 

Ma andiamo con ordine. Come prima cosa, l'ex presidente è stato schedato. «Un metro e novanta per 97 kg, occhi blu e capelli "biondo o fragola"», si legge sulla sua descrizione. Poi, ecco la foto segnaletica. La prima nella storia scattata a un ex presidente statunitense.

Questa volta, non ci sono stati trattamenti speciali. Tantomeno sconti. A Trump, quindi, è stato anche assegnato un numero di detenuto: P01135809. Ma, come da copione, dopo un «breve arresto» di soli venti minuti, è stato rilasciato su cauzione e ha lasciato il carcere di Atlanta. 

La foto segnaletica di Trump. ©
La foto segnaletica di Trump. ©

Dopo l'incriminazione

Neanche a dirlo, concluse queste pratiche, il tycoon è «volato via». Letteralmente, dal momento che, in men che non si dica, si trovava già all'aeroporto, pronto a decollare verso Bedminster. Tuttavia, prima ancora che potesse far rientro «a casa», la sua foto segnaletica era già stata diffusa. Nello scatto si vede il tycoon — immortalato mentre indossa una camicia bianca, cravatta rossa e giacca blu — con un volto serio e scuro. Un'espressione truce. Dopotutto, sinonimo di un umore coerente con quello descritto da lui stesso. «Non ho fatto nulla di sbagliato. È un giorno triste per l'America, non sarebbe mai dovuto accadere», ha dichiarato prima di imbarcarsi all'aeroporto di Atlanta. «Hillary Clinton e Stacey Abrams hanno messo in dubbio i risultati elettorali e avrei dovuto avere gli stessi diritti. Stanno interferendo con le elezioni, questo è il loro modo di fare campagna elettorale. Non abbiamo fatto nulla di sbagliato e abbiamo tutti i diritti di mettere in dubbio un'elezione che secondo noi è stata disonesta».

Non solo. L'ex presidente ha definito quanto accaduto «una parodia della giustizia, un'interferenza elettorale» e «una cosa che non si era mai vista prima in America». 

Ma quale migliore occasione, se non questa, per tornare anche su X (Twitter)? Trump non pubblicava più nulla sul social dall'8 gennaio, giorno in cui la piattaforma sospese il suo account a tempo indeterminato per timore che potesse incitare ulteriori violenze dopo l'assalto al Campidoglio, avvenuto solo qualche giorno prima. Qui, il tycoon ha pubblicato proprio la sua «mug shot» — la foto segnaletica — scrivendo «Interferenza elettorale. Mai arrendersi!». Il tutto insieme a un collegamento al suo sito web, che porta a una raccolta fondi. 

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