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Garlasco, sotto i riflettori le incongruenze dell'interrogatorio di Sempio del 2008

Secondo quanto ricostruito nel corso delle nuove indagini, l'amico di Marco Poggi fu interrogato più di un anno dopo il delitto – Ma alcune cose accadute quel giorno sollevano perplessità
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Red. Online
22.07.2025 23:30

Sono ancora accese le discussioni sull'omicidio di Chiara Poggi. Il delitto di Garlasco, finito – nuovamente – sotto i riflettori durante la primavera, 17 anni dopo i fatti, continua a essere uno degli argomenti principali trattati dai media italiani. Complice il maxi incidente probatorio, iniziato lo scorso giugno, che l'obiettivo di far luce, una volta per tutte, su cosa sia accaduto realmente la mattina del 13 agosto 2007, quando Chiara venne uccisa nella sua villetta di via Pascoli. 

Nelle scorse ore, in particolare, i media italiani, tra cui il Corriere della Sera, sono tornati a parlare dell'interrogatorio di Andrea Sempio avvenuto nel 2007. L'amico del fratello della vittima e l'unico indagato nel nuovo filone dell'indagine della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. 

Il Corriere della Sera, in tal senso, ha evidenziato alcune incongruenze dell'interrogatorio di Andrea Sempio sedici anni fa, il 4 ottobre del 2008. A più di un anno di distanza dall'omicidio. All'epoca, gli inquirenti avevano chiuso le indagini su Alberto Stasi – fidanzato della vittima – ma prima del rinvio a giudizio avevano convocato in caserma le persone che avevano frequentato casa Poggi negli anni precedenti, spesso raggiungendola in biciletta. Nella lista c'erano anche gli amici di Marco Poggi, fratello di Chiara. Andrea Sempio e gli altri membri del gruppo: Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti. 

I quattro – 19.enni nel 2008 – erano stati interrogati nello stesso giorno. Sul momento, non emerse nulla di decisivo per le indagini. Ma ora, diciassette anni dopo, qualche dettaglio non considerato potrebbe cambiare le cose.

Ma partiamo dal principio. Andrea Sempio, prima dell'interrogatorio del 4 ottobre 2008, era già stato sentito il 18 agosto 2007, a causa delle telefonate effettuate verso casa Poggi nei giorni precedenti al delitto. Più di un anno dopo, dunque, era stato nuovamente convocato in caserma per un interrogatorio che, secondo le ricostruzioni, iniziò alle 10:30 negli uffici della compagnia di Vigevano. A interrogare Sempio erano stati il maresciallo capo Flavio Devecchi e il capitano Gennaro Cassese, carabiniere che coordinava le indagini su Garlasco. Il suo verbale venne chiuso alle 14:40, quando Sempio consegnò anche il famoso scontrino del parcheggio, che avrebbe dovuto fornirgli un alibi per la mattina del delitto. 

Ma è qui che iniziano a esserci alcune incongruenze portate a galla dai procuratori pavesi, coinvolti nel nuovo filone d'indagini. Risalgono, infatti, a orari simili, anche le firme dei verbali degli amici del gruppo. Nello specifico, quello di Alessandro Biasibetti venne aperto alle 11:25 e chiuso alle 12:10, mentre quello di Mattia Capra sarebbe stato aperto alle 13:25 e chiuso alle 14:20. Orari, neanche a dirlo, in cui i due carabinieri, secondo i dati, sarebbero dovuti essere già impegnati con l'interrogatorio di Sempio, durato, secondo il verbale, più di 4 ore. 

Questo, però, è solo la prima «cosa strana» di quel 4 ottobre 2008. Come evidenzia il Corriere della Sera, quello stesso giorno Sempio si sarebbe anche sentito male mentre si trovava davanti ai carabinieri. Al punto tale che sarebbe arrivata un'ambulanza del 118 in caserma. Tuttavia, secondo una scheda recuperata dai pm di Pavia, l'intervento dei soccorritori sarebbe durato solo 40 minuti. Ma, soprattutto, nelle due pagine e mezzo di verbale di Sempio non ci sarebbe alcun accenno al malore e all'ambulanza. Tanto meno ci sarebbero tracce dello spostamento che Sempio avrebbe fatto per tornare a casa a prendere lo scontrino del parcheggio. Recentemente, Sempio, in un'intervista, aveva giustificato la lunghezza del suo interrogatorio spiegando che dopo essere stato interrogato era stato mandato a casa perché, avendo la febbre da qualche giorno, i carabinieri lo avevano reputato «un po' ovattato e un po' perso». Motivo per cui, a suo dire, sarebbe stata chiamata un'ambulanza, che lo avrebbe riportato a casa. In un secondo momento, però, quello stesso giorno Sempio sarebbe stato richiamato e, solo a quel punto, la conversazione si sarebbe spostata sullo scontrino. Scontrino che, in seguito, i carabinieri gli avrebbero chiesto di tornare a casa a prendere. Un giro contorto, su cui nessuno, fino ad ora, aveva mai spostato l'attenzione. 

Nel verbale di Sempio non c'è traccia di questi spostamenti. «Faccio presente che ho conservato lo scontrino del parcheggio, che vi consegno» è l'unica frase relativa allo scontrino che compare nei documenti. La verbalizzazione, a seguire, prosegue con il racconto di Sempio su quanto fatto la mattina del 13 agosto. 

Per questa ragione, i procuratori pavesi, oltre ad aver evidenziato le incongruenze, hanno anche contattato i due carabinieri che, nel 2008, firmarono gli atti. Ma nessuno di lui, secondo le indiscrezioni, sembrerebbe essersi ricordato del malore di Sempio e di come fosse stato portato in caserma lo scontrino. Il che non fa che alimentare il mistero, ancora una volta.