Mosca

Gli amici di Putin in Occidente? «Soprattutto politici marginali e cospirazionisti»

Al congresso del «Movimento internazionale russofilo» presenti 120 rappresentanti di 46 Paesi: tra loro l'attore Steven Seagal, il nipote di Charles de Gaulle e una principessa italiana convinta che gli USA abbiano portato la mafia in Sicilia
©Sputnik
Michele Montanari
17.03.2023 09:30

Nonostante le dure condanne del mondo occidentale, la Russia, dopo l'invasione dell'Ucraina e le stragi che sta compiendo nel Paese guidato da Zelensky, ha ancora sostenitori al di fuori dei propri confini. Lo scorso 14 marzo è andato in scena a Mosca il primo congresso del «Movimento internazionale russofilo», a cui hanno partecipato 120 rappresentanti di 46 Paesi, tra cui gli USA, ovvero lo Stato che più di tutti sta sostenendo Kiev a suon di armamenti. L' evento si è aperto con la «benedizione» del presidente russo Vladimir Putin, che ha inviato un messaggio ai partecipanti in cui ha affermato di apprezzare la «ferma determinazione» del nuovo movimento nell'opporsi alla «campagna russofobica» che investe l'Occidente. Ma chi ha aderito al «Movimento internazionale russofilo»? Il Guardian ha provato a rispondere. Sintetizzando: politici ai margini della scena politica dei rispettivi Paesi e personaggi noti per teorie cospirazioniste. Tra loro spiccano alcuni nomi, come il controverso attore americano Steven Seagal, il banchiere francese Pierre de Gaulle, nipote del generale ed ex presidente Charles de Gaulle, e una principessa italiana, la siciliana Vittoria Alliata di Villafranca. 

Pierre de Gaulle, tra i relatori del convegno tenutosi a Mosca, ha dichiarato al Guardian: «Sono qui per promuovere la pace e l'amicizia e credo che questo conflitto sia stato provocato e causato da interessi anglosassoni. Penso che stia mettendo il mondo in grave pericolo, e sono qui per oppormi a questo». De Gaulle lo scorso mese era finito al centro delle polemiche in Francia, dopo aver riferito al quotidiano Le Parisien che l'Occidente «purtroppo aveva lasciato che Zelensky, i suoi oligarchi e gruppi militari neonazisti si concentrassero in una spirale di guerra». Affermazioni simili a quelle del bassista e cantante dei Pink Floyd Roger Waters, costategli critiche asprissime negli scorsi mesi.

A gettare acqua sul fuoco era intervenuto Yves de Gaulle, fratello maggiore di Pierre, che, sempre su Le Parisien, ha sottolineato come le opinioni di suo fratello non riguardassero «nessuno a parte lui - non me, non la nostra famiglia e ancor meno il generale». Pierre de Gaulle, parlando alla platea di Mosca, ha però tirato in causa l'ex presidente francese: «Mio nonno conosceva in modo molto profondo e intenso i leader e il popolo russo. Quindi era consapevole dell'interesse e della necessità geografica per l'Europa e per la Francia di allearsi con la Russia. Sempre più persone stanno prendendo coscienza che questo conflitto è stato creato per rompere la coesione dell'Europa, e ciò va avantaggio degli americani».

Il Guardian cita anche 90 delegati europei, tra cui moliti cospirazionisti, presenti al congresso russo. Tra questi, Nikolay Malinov, ex membro del parlamento bulgaro, oggi colpito dalle sanzioni statunitensi, che ha dichiarato come fosse giunto il momento per le «forze della luce di sconfiggere le forze dell'oscurità». Immancabile poi l'attore con passaporto russo Steven Seagal, nominato rappresentante speciale per i legami culturali tra Russia e Stati Uniti. Seagal si definisce «russofilo al cento per cento e russo al milione per cento». Accanto all'attore, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha tenuto un discorso volto a dare ufficialità all'evento, leggendo il messaggio di Putin citato in precedenza. Secondo Lavrov, il nazismo sta prendendo sempre più piede nei Paesi europei: «Stanno distruggendo la Storia davanti ai nostri occhi, stanno distruggendo i nostri monumenti sacri», ha sentenziato il politico.

Tra i russofili, non è mancata poi una rappresentante italiana: la principessa Vittoria Alliata di Villafranca, 73enne siciliana, nota soprattutto per esser stata la prima traduttrice in lingua italiana delle opere di J. R. R. Tolkien. Nel corso del suo intervento a Mosca, la donna ha sottolineato il legame tra la Russia di Putin e la Sicilia, sostenendo, tra l'altro, la tesi di un legame tra la mafia e gli Alleati americani sbarcati in Sicilia durante la Seconda guerra mondiale: «Vengo dalla Sicilia, una piccola isola multiculturale nel mezzo del Mediterraneo, centro di antiche civiltà, ma che ora è conosciuta solo per la mafia, portata dagli Stati Uniti quando i soldati USA sono sbarcati in Sicilia per liberarci dai nazisti». Secondo la nobildonna, la «russofobia» è una delle «molte versioni della colonizzazione» e ha definito l'influenza di Washington come «la prima ISIS».

Alla domanda su come sia arrivata a parlare a una conferenza di russofili, Vittoria Alliata di Villafranca ha evocato stretti legami con la famiglia reale russa. «Sono una cugina dei Romanov», ha detto, riferendosi ai discendenti dell'ultima famiglia reale dell'Impero russo. La 73enne ha poi affermato di essere andata in Russia per incontrare altre persone che condividono la sua opinione e visione del mondo, spiegando di trovare «Putin più simpatico di Biden», pur essendo «una grande amica della sorellastra di Obama».

In questo articolo: