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L'UE promette sostegno alla stabilità dell'enclave, ribadendo che l'Europa non deve solo osservare, ma agire – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:07
22:07
La maggioranza degli israeliani non vuole Netanyahu candidato
Secondo un sondaggio trasmesso da Channel 12, la maggioranza degli israeliani ritiene che il primo ministro Benjamin Netanyahu non dovrebbe candidarsi alle prossime elezioni.
Il 52% degli israeliani pensa che non dovrebbe candidarsi, rispetto al 41% che pensa che dovrebbe e al 7% che non ne è sicuro.
19:57
19:57
Raid di Israele nel sud del Libano contro un esponente di Hezbollah
L'esercito israeliano ha condotto nuovi attacchi nel sud del Libano, colpendo un'automobile in transito nella località di Tul, nel distretto di Nabatiye. Lo riferisce l'agenzia governativa di notizie libanese Nna, secondo cui Il conducente del veicolo e una donna sono rimasti uccisi nell'attacco, dopo che passanti e soccorritori avevano tentato di estrarli dal veicolo in fiamme.
Le due vittime sono state identificate come Abbas Karaki e Hiba Shouqayr. Altre due persone sono rimaste ferite nel raid, che ha anche distrutto diverse vetrine di negozi vicini. Alcune ore dopo, l'esercito israeliano ha affermato in un messaggio pubblicato su X che Abbas Karaki era «il responsabile della logistica del fronte sud» di Hezbollah.
Israele ha affermato che Karaki «supervisionava la ricostruzione delle capacità di combattimento e delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani». Hezbollah ha a sua volta emesso un comunicato rendendo omaggio al suo «martire caduto sulla via di Gerusalemme», precisando che i suoi funerali si svolgeranno sabato nel suo villaggio natale di Haruf.
15:50
15:50
«Altri Paesi pronti a normalizzare le relazioni con Israele»
Il segretario di Stato americano in visita in Israele ha dichiarato che altri Paesi sono pronti a normalizzare le loro relazioni con Israele, ma che questa decisione dipenderà da un accordo regionale più ampio.
La fine duratura della guerra a Gaza incoraggerebbe molti Paesi ad aderire agli accordi di Abramo, con i quali gli Emirati, il Bahrein e il Marocco hanno normalizzato i loro rapporti con Israele dal 2020, ha precisato Rubio in visita al nuovo Centro di coordinamento civile-militare (Ccmc) che ha il compito di coordinare diverse operazioni legate al cessate il fuoco nella Striscia. "Numerosi Paesi desiderano aderire" agli accordi, ha affermato.
14:56
14:56
Rubio: «Se Hamas non si disarma viola l'accordo»
Il segretario di Stato statunitense Marco Rubio ha avvertito che un eventuale rifiuto da parte del movimento islamista Hamas di disarmarsi costituirebbe una violazione dell'accordo di cessate il fuoco raggiunto con Israele.
Parlando al Centro di coordinamento civile-militare (Cmcc) statunitense di Kiryat Gat, in Israele, Rubio ha precisato che il rispetto degli impegni presi è condizione essenziale per la tenuta dell'intesa.
Il capo della diplomazia a stelle e strisce non ha tuttavia specificato come Stati Uniti e Israele intendano reagire in caso di violazione dell'accordo.
Garantire che tregua regga
«Questa è una missione storica», ha dichiarato Rubio durante la conferenza stampa al Cmcc, organismo che supervisiona l'attuazione della tregua. «Non sarà un percorso lineare. Ci saranno alti e bassi, curve e deviazioni. Ma abbiamo molte ragioni per un cauto ottimismo sui progressi compiuti.»
Rubio ha spiegato che il lavoro del centro è concentrato «sull'assicurare che il cessate il fuoco tenga senza interruzioni, che gli aiuti essenziali raggiungano chi ne ha bisogno in modo sicuro e ordinato, e che si creino le condizioni per il rapido dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione».
Il ministro degli esteti americano ha aggiunto che la presenza di personale del Dipartimento di Stato e di altre agenzie statunitensi nel centro «continuerà ad ampliarsi» per potenziare la risposta alle emergenze e il coordinamento degli aiuti.
Rubio ha poi ricordato che «dall'altra parte di quella linea gialla», nelle aree da cui l'esercito israeliano si è ritirato in base all'accordo, «resta ancora un gruppo terroristico armato», riferendosi ad Hamas, che «ha compiuto azioni contro la propria popolazione».
Ha infine invitato i media a dare maggiore attenzione al fatto che «Hamas ha brutalizzato i palestinesi e la popolazione di Gaza negli ultimi giorni. È qualcosa che va sottolineato».
Unrwa non avrà ruolo a Gaza
''L'Unrwa non potrà svolgere alcun ruolo nella Striscia di Gaza'', ha anche dichiarato Rubio definendo l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi una ''sussidiaria di Hamas''.
Rubio ha quindi affermato che «abbiamo espresso la nostra preoccupazione per l'Autorità nazionale palestinese, che necessita di riforme. Stiamo discutendo di 30 anni di errori e terrore. Siamo solo a dodici giorni dall'accordo''.
06:26
06:26
Il punto alle 06.00
L'Unione Europea cerca un ruolo più attivo a Gaza e in Cisgiordania, sentendosi esclusa dall'accordo di cessate il fuoco mediato dagli USA. Riuniti ieri nel Consiglio europeo, i leader UE hanno promesso sostegno alla stabilità dell'enclave, ribadendo che l'Europa non deve solo osservare, ma agire. La guerra ha causato forti tensioni nel blocco. Nonostante il cessate il fuoco, diversi Paesi vogliono mantenere vive le minacce di sanzioni contro Israele e la sospensione parziale degli accordi commerciali per avere maggiore influenza diplomatica. I leader UE si sono impegnati a inviare aiuti umanitari a Gaza, anche via mare da Cipro, e hanno proposto di estendere il sostegno alla polizia in Cisgiordania come forza di stabilizzazione. Parallelamente, diverse nazioni UE come Spagna e Slovenia hanno intrapreso azioni unilaterali, imponendo embarghi sulle armi o bloccando consegne di carburante, mentre crescono le pressioni per escludere Israele da eventi come l'Eurovision.
Secondo una copia del piano visionata da Reuters, gli Stati Uniti stanno valutando una proposta per la distribuzione di aiuti umanitari a Gaza che sostituirebbe la controversa Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta in precedenza proprio dagli Stati Uniti. Si tratta - spiega Haaretz - di uno degli aspetti in fase di valutazione, ha affermato un funzionario statunitense a conoscenza del piano, mentre Washington cerca comunque di facilitare un aumento delle consegne di aiuti all'enclave palestinese dopo due anni di guerra. La «spina dorsale operativa» della proposta visionata da Reuters sarebbe la cosiddetta «Cintura Umanitaria di Gaza», che prevede 12-16 centri umanitari posizionati lungo la linea lungo la quale le forze israeliane si sono ritirate. I centri includerebbero anche «strutture di riconciliazione volontaria» in cui i militanti potrebbero consegnare le armi e ottenere l'amnistia, per contribuire a smilitarizzare Gaza e anche basi operative avanzate per le future forze di stabilizzazione internazionale.
