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Guterres: «Serve un'indagine indipendente sull'uccisione dei giornalisti di Al Jazeera a Gaza»

L'imprenditore palestinese Samir Halilah proposto come governatore per Gaza - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Guterres: «Serve un'indagine indipendente sull'uccisione dei giornalisti di Al Jazeera a Gaza»

ROMA, 12 AGO - Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto "un'indagine indipendente e imparziale" sull'uccisione nella Striscia di Gaza di sei giornalisti di Al Jazeera da parte dell'Esercito israeliano: lo ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell'Onu.

"Questi ultimi omicidi mettono in evidenza i rischi estremi che i giornalisti continuano ad affrontare quando coprono la guerra in corso", ha aggiunto Dujarric.

Red. Online
12.08.2025 07:11
23:13
23:13
Quattro madri di ostaggi israeliani a Ginevra per chiedere la fine della guerra

Quattro madri di ostaggi israeliani nelle mani di Hamas si sono recate a Ginevra per un incontro privato con Mirjana Spoljaric, presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, chiedendo la fine della guerra a Gaza.

La madre di Nimrod Cohen ha invitato la comunità internazionale a fare pressione su Hamas e Israele affinché pongano fine alla guerra e garantiscano il rilascio di tutti gli ostaggi. «Combattere non è una soluzione. L'unica soluzione per riportare a casa Nimrod e gli altri ostaggi è porre fine alla guerra e firmare un accordo», ha dichiarato in seguito Viki Cohen all'Afp. Cohen ha fatto visita al presidente del Cicr insieme alle madri degli ostaggi Ariel e David Cunio, Guy Gilboa-Dalal ed Evyatar David. Ognuna di loro ha consegnato a Spoljaric una lettera privata, nella speranza che un giorno la Croce Rossa possa consegnarla ai loro figli.

19:50
19:50
Il Fondo sovrano Norvegia farà ulteriori disinvestimenti in Israele

"Ci saranno ulteriori disinvestimenti in Israele" ha dichiarato Nicolai Tangen, amministratore delegato della Banca d'Investimento Norvegese (Norge Bank Investment Management), all'indomani dell'annuncio che il fondo sovrano norvegese ha già disinvestito da 11 aziende israeliane.

"Abbiamo un processo rigoroso in corso in cui lavoriamo in stretta collaborazione con il nostro consiglio etico e ci aspettiamo ulteriori disinvestimenti da aziende specifiche in futuro" ha aggiunto, intervistato dall'ANSA ad Arendal, al margine del festival della democrazia norvegese.

Nelle ultime settimane c'è stata una mobilitazione dell'opinione pubblica norvegese in seguito ad una serie di articoli giornalistici che hanno messo sotto i riflettori alcuni investimenti del fondo che traggono profitto dalla situazione a Gaza e negli altri Territori palestinesi. "Leggiamo i giornali, è stato un grosso caso mediatico in Norvegia. Dobbiamo fare la nostra parte per mantenere la fiducia del popolo norvegese. La fiducia viene prima di tutto, stiamo gestendo i loro soldi".

Questa operazione riguarda aziende israeliane mentre il consiglio etico, che è indipendente sia dal governo che dal fondo sovrano, ha invece il compito di monitorare tutto il portafoglio di investimenti, pari a 2000 miliardi di dollari a livello globale, per garantire che essi siano in linea con il loro codice etico: "Loro guardano a tutti i criteri d'esclusione da investimenti e spetta a loro determinare, in modo indipendente, se aziende al di fuori da Israele violano o meno i loro standard etici" ha sottolineato Trond Grande, vice amministratore delegato del fondo.

A fine febbraio 2022 il fondo ha ricevuto una lettera esplicita dal governo norvegese con un mandato politico di disinvestire dalla Russia, ma tale indicazione non è pervenuta questa volta e si tratta dunque di una iniziativa del fondo stesso: "La situazione è complessa ed è per questo che abbiamo deciso di semplificare il nostro portafoglio d'investimenti per rendere il monitoraggio più semplice sia per noi che per il consiglio etico".

Un'altra misura presa dal fondo sovrano è di prendere il controllo diretto da Oslo di tutti i loro investimenti in Israele, invece di usare consulenti esterni sul posto.

19:49
19:49
Hulileh, l'uomo d'affari in lizza per governare Gaza

La guida di Gaza alla fine della guerra potrebbe essere affidata all'imprenditore palestinese ed ex alto funzionario dell'Anp, Samir Hulileh, ritenuto una figura accettabile anche da Israele e dagli Stati Uniti, che governerebbe la Striscia con l'avallo della Lega Araba. A promuovere l'operazione, che ha avuto uno slancio nelle ultime settimane, c'è il controverso lobbista canadese-israeliano Ari Ben-Menashe, secondo quanto ricostruisce Ynet.

Residente a Ramallah e economista di formazione, il curriculum di Hulileh include incarichi di alto livello nell'Autorità Nazionale Palestinese (come segretario generale del governo e viceministro dell'Economia e del Commercio) e ruoli di primo piano nella più importante holding palestinese, Padico. È considerato vicino al miliardario palestinese-americano Bashar al-Masri, noto per i suoi legami con l'amministrazione Trump.

A spingerlo per la carica di governatore c'è il lobbista Ben-Menashe: ex agente dell'intelligence israeliana, di origini iraniane, che sarebbe stato coinvolto nello scandalo Iran-Contra nei primi anni '80, salvo poi essere assolto al processo negli Usa. Ben-Menashe ha confermato il suo ruolo nell'operazione Hulileh, aggiungendo che il piano è in fase di sviluppo con alti funzionari statunitensi e prevede che la futura leadership di Gaza operi sotto l'egida della Lega Araba, in particolare di Egitto e Arabia Saudita. E la scelta di Hulileh potrebbe convincere anche Benyamin Netanyahu, che non vuole l'Anp al governo della Striscia ed ha invece immaginato l'ingresso di forze arabe. Nel piano di Ben-Menashe ci sarebbe anche lo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale scoperti al largo di Gaza.

L'Autorità palestinese ha smentito al momento che sia stato raggiunto un accordo sui nomi per il futuro, ed anche lo stesso Hulileh si è mostrato cauto. In ogni caso, il primo passo sarebbe la fine della guerra, ha chiarito. Hulileh ha spiegato di immaginarsi come «project manager» per la ricostruzione di Gaza, con l'obiettivo di portare «dai 600 ai 1.000 camion di aiuti umanitari al giorno» e di aprire da quattro a cinque valichi commerciali senza restrizioni. Anche la legge e l'ordine dovrebbero essere ripristinati, con un'autorità a Gaza «né dell'Anp né di Hamas», ma rispettata dai residenti. Il territorio, ha sottolineato, non può rimanere inondato di armi provenienti da «resti di Hamas o della Jihad Islamica». Hulileh stima che la ricostruzione richieda 53 miliardi di dollari di investimenti, con gli stati del Golfo pronti a contribuire. Ma nella sua visione dovrebbero impegnarsi in modo significativo anche Usa e Ue.

17:26
17:26
Kaja Kallas: «Carestia a Gaza, Israele sblocchi l'accesso alle ONG»

«Chiediamo al governo israeliano di autorizzare tutte le spedizioni di aiuti delle ONG internazionali e di consentire agli operatori umanitari essenziali di svolgere le loro attività. È necessario adottare misure immediate, permanenti e concrete per facilitare l'accesso sicuro e su larga scala delle Nazioni Unite, delle ONG internazionali e dei partner umanitari». Lo afferma un comunicato diffuso dall'alto rappresentante Ue Kaja Kallas e firmato da vari Paesi Ue ed extra-Ue, inclusa la Svizzera .

«Le sofferenze umanitarie a Gaza hanno raggiunto livelli inimmaginabili. La carestia si sta diffondendo sotto i nostri occhi. È necessario intervenire con urgenza per fermare e invertire la tendenza alla fame. Lo spazio umanitario deve essere protetto e gli aiuti non devono mai essere politicizzati», afferma la dichiarazione.

«Tuttavia, a causa delle nuove restrizioni in materia di registrazione, le ONG internazionali essenziali potrebbero essere costrette a lasciare immediatamente i territori palestinesi occupati, il che aggraverebbe ulteriormente la situazione umanitaria. Tutti i valichi e le vie di comunicazione devono essere utilizzati per consentire l'afflusso di aiuti a Gaza, compresi cibo, forniture alimentari, ripari, carburante, acqua potabile, medicinali e attrezzature mediche. Non deve essere fatto uso di forza letale nei luoghi di distribuzione e i civili, gli operatori umanitari e il personale medico devono essere protetti».

«Siamo grati agli Stati Uniti, al Qatar e all'Egitto per i loro sforzi volti a promuovere un cessate il fuoco e a perseguire la pace. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco che ponga fine alla guerra, affinché gli ostaggi siano liberati e gli aiuti possano entrare a Gaza via terra senza ostacoli», conclude la nota.

«La presente dichiarazione - si legge nel comunicato - è stata firmata da: I ministri degli Esteri di Australia, Belgio, Canada, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Giappone, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, il commissario europeo per il Mediterraneo e il commissario europeo per l'uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi».

17:26
17:26
Israele approva 39 piani regolatori su suolo palestinese

La Commissione palestinese per la resistenza agli insediamenti ha rivelato un piano sistematico di Israele per trasformare numerosi avamposti coloniali di grandi dimensioni in Cisgiordania e intorno a Gerusalemme in veri e propri insediamenti. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa.

Diversi piani regolatori riguardano «massicce espansioni» nella colonia di Eli, «nell'ambito di una strategia più ampia per separare la Cisgiordania centrale dalla sua parte settentrionale attraverso un blocco coloniale che si estende tra gli insediamenti di Shilo ed Eli e gli avamposti circostanti, nell'area tra i governatorati di Ramallah e Nablus».

Nel solo mese di luglio - afferma il capo della Commissione Mu'ayyad Shaaban, gli enti di pianificazione israeliani hanno esaminato 39 piani regolatori: 34 per gli insediamenti in Cisgiordania e 5 per gli insediamenti all'interno dei confini municipali di Gerusalemme. Di questi, 22 sono stati approvati e 12 sono stati depositati, per un totale di 4.492 unità insediative approvate e 1.095 unità in attesa di approvazione su circa 2.000 ettari di territorio palestinese.

Secondo Shaaban, Israle «continua a imporre fatti concreti sul suolo palestinese, il che frammenterà il territorio palestinese e imporrà un sistema di enclave isolate per eliminare la possibilità di un futuro Stato palestinese». «Le gravi violazioni commesse dallo Stato occupante sul territorio non solo violano le capacità e i diritti inalienabili del popolo palestinese - ha osservato -, ma violano anche ulteriormente le risoluzioni della comunità internazionale, le risoluzioni delle Nazioni Unite e le posizioni giuridiche dichiarate».

15:48
15:48
Un nuovo governatore per Gaza: spunta il nome dell'uomo d'affari palestinese Samir Halilah

Negli ultimi mesi, sono stati condotti sforzi dietro le quinte per nominare un nuovo governatore per Gaza e la scelta sarebbe ricaduta sull'uomo d'affari palestinese Samir Halilah.

Lo riferisce Ynet, citando fonti a conoscenza del dossier e documenti presentati al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

Halilah - riferisce il quotidiano israeliano - sarebbe una figura che potrebbe operare nella Striscia sotto l'egida della Lega Araba, con il parere favorevole di Israele e Stati Uniti, per consenta una transizione verso il «giorno dopo» la fine della guerra. Secondo altre fonti nelle ultime settimane l'iniziativa su Halilah ha acquisito slancio, in parte grazie agli incontri tenuti negli Stati Uniti e ai contatti che l'uomo d'affari palestinese ha mantenuto in Egitto.

Una delegazione di Hamas è intanto attesa al Cairo dove dovrebbe incontrare i mediatori egiziani, in un nuovo tentativo di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. Lo hanno confermato due fonti palestinesi vicine al dossier.

«Una delegazione di alto rango di Hamas, guidata dal leader Khalil al-Hayya, arriverà al Cairo oggi o domani mattina, su invito dell'Egitto, e terrà un incontro con i funzionari egiziani», ha dichiarato una delle fonti all'Afp. La delegazione discuterà «degli sforzi dell'Egitto e di altri mediatori» per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi, secondo la fonte.

La seconda fonte palestinese ha indicato che «i mediatori stanno formulando una nuova proposta per un accordo di cessate il fuoco globale». Stanno discutendo «alcune idee, una delle quali è una tregua di 60 giorni, seguita da negoziati per un cessate il fuoco a lungo termine e un accordo per rilasciare immediatamente» tutti gli ostaggi israeliani, ha aggiunto. Tuttavia, ha sottolineato, «finora non possiamo dire che ci sia nulla di nuovo di cui essere ottimisti, soprattutto perché l'occupazione israeliana sta ostacolando qualsiasi accordo».

Un funzionario di Hamas, che ha chiesto di non essere identificato, ha dichiarato all'Afp che il movimento «non ha ancora ricevuto una nuova proposta di cessate il fuoco». Ha tuttavia sottolineato di essere «pronto a raggiungere un accordo se l'occupazione decide di porre fine al genocidio, revocare il blocco e consentire un normale flusso di aiuti» nella Striscia di Gaza.

15:14
15:14
Nuove tensioni tra il governo Netanyahu e il generale Zamir

Nuove tensioni vengono segnalate in Israele tra esponenti di spicco del governo di Benyamin Netanyahu ed il capo di stato maggiore, Eyal Zamir. In particolare il ministro della Difesa Israel Katz ha rimproverato il generale di aver fatto delle nomine senza la sua approvazione.

Katz ha fatto sapere in una nota che le nomine militari «sono state effettuate senza previo coordinamento o accordo» con il ministro, «in violazione della procedura accettata» e pertanto Katz «non intende discutere o approvare alcuna delle nomine o dei nomi pubblicati».

In una nota dell'esercito pubblicata poco dopo, Zamir ha risposto di essere «l'unica autorità autorizzata a nominare ufficiali dal grado di colonnello in su».

Da settimane covano tensioni tra Zamir ed il governo Netanyahu sui prossimi passi dell'operazione militare a Gaza. Il capo di stato maggiore si sarebbe opposto al piano approvato dal gabinetto di occupare tutta la Striscia, optando invece per accerchiare la città più densamente popolata, Gaza City.

08:21
08:21
300'000 bambini a rischio di malnutrizione acuta

La malnutrizione acuta nella Striscia di Gaza sta aumentando «vertiginosamente, con oltre 300'000 bambini a rischio grave», afferma il Programma alimentare mondiale (PAM) delle Nazioni Unite.

«Il dato giunge dopo un recente allarme lanciato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), secondo cui solo l'1,5% dei terreni coltivabili nell'enclave rimane accessibile e intatto, 'segnalando un collasso quasi totale della produzione locale di cibo'», si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell'ONU.

08:20
08:20
Gaza: sul tavolo una nuova proposta dei mediatori

I mediatori Egitto e Qatar, con l'aiuto della Turchia, hanno presentato ai negoziatori di Hamas una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza che includerebbe la fine della guerra e il rilascio di tutti gli ostaggi, sia vivi che morti. Lo riferisce Sky News Arabia, ripresa anche dai media israeliani.

L'accordo prevede inoltre la liberazione di prigionieri palestinesi e il ritiro dell'esercito israeliano «sotto la supervisione arabo-americana» finché non sarà raggiunto un accordo sul disarmo di Hamas e la sua uscita dal governo di Gaza. Durante questa fase, la Turchia e altri mediatori garantirebbero che Hamas congeli le sue attività militari, consentendo colloqui per porre fine definitivamente alla guerra.

Se Hamas accetterà i termini della nuova proposta, questa verrà inviata ai mediatori americani per essere poi trasmessa a Israele, riferisce ancora il sito di Sky News Arabia presentando l'iniziativa di Egitto e Qatar come volta a «togliere a Benyamin Netanyahu ogni scusa per occupare Gaza».

Intanto l'emittente israeliana Channel 12 riporta che fonti vicine al premier hanno riferito che Netanyahu accetterà di negoziare con Hamas solo su una proposta che preveda il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti a Gaza.

«Il primo ministro sarebbe disposto a negoziare alle condizioni da noi stabilite per porre fine alla guerra, e solo se tutti gli ostaggi venissero restituiti. Fino ad allora, non parteciperemo in alcun modo ai negoziati», hanno dichiarato fonti anonime vicine al premier al canale.

Nella conferenza stampa di ieri, ricorda il «Times of Israel», Netanyahu non aveva risposto sull'argomento, ma ora sembra essersi avvicinato alle posizione del capo negoziatore israeliano, il ministro per gli affari strategici Ron Dermer, che nella lunga riunione del gabinetto di sicurezza di giovedì scorso lo avrebbe esortato a non stringere accordi parziali sugli ostaggi, ma solo un'intesa globale.

07:11
07:11
Il punto alle 7

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto «un'indagine indipendente e imparziale» sull'uccisione nella Striscia di Gaza di sei giornalisti di Al Jazeera da parte dell'Esercito israeliano: lo ha affermato il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell'Onu.

«Questi ultimi omicidi mettono in evidenza i rischi estremi che i giornalisti continuano ad affrontare quando coprono la guerra in corso», ha aggiunto Dujarric.