La testimonianza

«Il Titan aveva subito un malfunzionamento sei giorni prima dell'implosione»

È quanto ha dichiarato Steven Ross, ex direttore scientifico di OceanGate, durante l'udienza investigativa in corso negli Stati Uniti per far luce sul disastro del 18 giugno 2023
Red. Online
20.09.2024 10:33

Il sommergibile Titan, imploso mentre si stava dirigendo verso il relitto del Titanic, nelle profondità dell'Oceano Atlantico, ha subito un malfunzionamento sei giorni prima dell'incidente del 18 giugno 2023, costato la vita a tutte e cinque le persone a bordo. È quanto ha affermato un ex direttore scientifico di OceanGate, Steven Ross, durante l'udienza investigativa in corso a Charleston nel South Carolina (ne abbiamo parlato quiqui e qui). Ross, scienziato marino e membro dell'equipaggio dell'immersione numero 87 nell'ambito della quarta missione del Titan, l'anno scorso, ha spiegato che un malfunzionamento della piattaforma ha fatto «sbattere» i passeggeri del sommergibile. Di più, ci è voluta almeno un'ora per tirare fuori gli occupanti. 

Nello specifico, un problema al serbatoio di zavorra variabile, deputato a controllare la galleggiabilità del sommergibile, ha provocato l'inversione della piattaforma a 45 gradi. Con la prua rivolta verso l'alto. I fatti risalgono al 12 giugno. Ai comandi c'era Stokcton Rush, fondatore e amministratore delegato di OceanGate, l'operatore del Titan. A causa del malfunzionamento, ha raccontato Ross, «il pilota ha sbattuto contro la paratia posteriore». Un altro passeggero si è ritrovato a testa in giù mentre altri due sono riusciti a «incastrarsi nel coperchio di prua». Nessuno, in ogni caso, si è ferito in maniera seria. 

Ci è voluto del tempo, un'ora circa, per far uscire gli occupanti. Ross ha definito l'esperienza scomoda e sgradevole. Aggiungendo, tuttavia, di non sapere se l'equipaggio abbia effettuato un'ispezione dello scafo dopo quanto accaduto e in vista delle future immersioni. Ross ha pure dichiarato di essere a conoscenza del fatto che il sommergibile non era mai stato ispezionato dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti. L'ex direttore scientifico di OceanGate ha pure menzionato due incidenti verificatisi nel 2022 durante alcune immersioni verso il relitto del Titanic. In particolare, ha parlato di un forte botto udito riemergendo dall'immersione numero 80. Così Ross: «Si è discusso del botto con l'equipaggio, gli specialisti della missione e gli scienziati. Probabilmente c'era stato uno spostamento dello scafo a pressione nella sua culla metallica che, quando è tornato in posizione, avrebbe potuto produrre quel forte rumore». Durante l'immersione numero 81, invece, c'era stato un malfunzionamento dei propulsori. Prima della quarta missione del Titan, nel 2023, a Ross è stato detto che il sommergibile «si era impigliato in un'ostruzione durante il traino notturno». L'ipotesi è che l'ostruzione potesse essere stata causata da attrezzi da pesca abbandonati, ma si trattava solo di un'ipotesi appunto. Non solo, Ross non è mai stato messo al corrente di eventuali danni provocati dall'ostruzione.

Il Titan, come noto, aveva perso i contatti con la nave madre durante l'immersione del 18 giugno 2023. Le autorità si erano quindi mosse per una missione di ricerca e salvataggio nelle acque dell'Atlantico, a centinaia di chilometri a sud-est di Terranova, in Canada. Secondo le prime ricostruzioni, il sommergibile ha subito «una implosione catastrofica» a causa dell'immensa pressione a quelle profondità. I detriti del sommergibile sono stati trovati sul fondo del mare a diverse centinaia di metri dal Titanic. Le autorità hanno pure recuperato «presunti resti umani» che si ritiene appartengano alle vittime. Nell'incidente hanno perso la vita il citato Rush, fondatore di OceanGate, l'uomo d'affari Shahzada Dawood con suo figlio Suleman Dawood, l'uomo d'affari Hamish Harding e il sommozzatore francese Paul-Henri Nargeolet. 

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