Il caso

Intervengono i piloti indiani: «Non fate speculazioni sull'equipaggio di Air India»

L'Indian Commercial Pilots' Association si dice «profondamente turbata dalle accuse contro il personale di bordo» apparse sui media in seguito al rapporto preliminare sullo schianto del volo AI171 – La FAA si difende: «Gli interruttori del carburante sui Boeing sono sicuri»
©Ajit Solanki
Red. Online
14.07.2025 10:30

«I motori dell'aereo sono stati spenti». Questo è quanto è emerso dal rapporto preliminare sul disastro del volo AI171 che, lo scorso 12 giugno, è precipitato ad Ahmedabad, uccidendo tutte le 241 persone che si trovavano a bordo – tra passeggeri e membri dell'equipaggio – tranne una, oltre ad altre persone che si trovavano nelle strutture su cui l'aereo si è schiantato. 

Sono giorni concitati, in cui ci si interroga, senza sosta, sul motivo per cui gli interruttori che controllavano il flusso di carburante ai due motori del jet siano stati spenti. C'è chi ha parlato di errore umano. Chi pensa che possa essersi trattato di un gesto intenzionale. Al momento, ciò che è certo, è che a far schiantare l'aereo di Air India non è stato un guasto del Boeing 787-8 Dreamliner. Una conferma arrivata anche dall'analisi di una delle scatole nere dell'aereo. Ma gli interrogativi rimangono. 

Nelle ultime ore, tuttavia, un'associazione di piloti indiani ha difeso l'equipaggio del volo AI171. In una dichiarazione, l'Indian Commercial Pilots' Association (ICPA) ha affermato che il personale di bordo «ha agito in conformità con l'addestramento e le responsabilità assunte in condizioni difficili, e che i piloti non dovrebbero essere denigrati sulla base di congetture». In particolare, secondo l'associazione, «ipotizzare superficialmente il suicidio di un pilota senza prove verificate è una grave violazione dell'etica giornalistica e un danno alla dignità della professione». Si tratterebbe, insomma, di speculazioni «inaccettabili». 

Non solo. L'ICPA si è detta anche «profondamente turbata dalle narrazioni speculative che sono emerse sui media e nel dibattito pubblico». «Sia chiaro e inequivocabile: non c'è assolutamente alcuna base per una simile affermazione in questa fase delle indagini, e invocare un'accusa così grave basandosi su informazioni incomplete o preliminari non è solo irresponsabile, ma anche profondamente insensibile nei confronti degli individui e delle famiglie coinvolte», si legge ancora nella dichiarazione, che si conclude con un invito a «condannare qualsiasi speculazione, soprattutto di natura così grave».

Sabato, un altro gruppo di piloti dell'Airline Pilots' Association of India aveva a sua volta espresso preoccupazioni in merito al modo in cui le indagini stanno venendo gestite. In particolare, l'associazione ha puntato il dito contro la Federal Administration Aviation statunitense, menzionando un rapporto emerso anni fa relativo proprio agli interruttori di controllo del carburante. 

Facendo un passo indietro, come hanno dichiarato numerosi esperti di aviazione in questi giorni, gli interruttori non possono essere stati spenti «accidentalmente». Un urto involontario, in altre parole, non è sufficiente per muoverli. L'associazione dei piloti, tuttavia, ha citato un rapporto della FAA risalente al 2018, in cui l'ente regolatore della sicurezza aerea statunitense affermava che alcuni interruttori di controllo del carburante dei Boeing 737 erano stati installati con la funzione di blocco disattivata. Un elemento che l'associazione indiana ha ritenuto opportuno considerare, sottolineando di non essere sorpresa «dalla segretezza che circonda queste indagini» e accusando le autorità di non aver affidato l'indagine a «persone adeguatamente qualificate». 

A tal proposito, nelle scorse ore, La Federal Aviation Administration (FAA) si è esposta sulla questione. In una dichiarazione, l'ente regolatore della sicurezza aerea statunitense ha preso posizione, affermando che gli interruttori di controllo del carburante degli aerei Boeing sono «sicuri». La FAA, in particolare, ha contattato le sue controparti in tutto il mondo riconoscendo i risultati preliminari dell'incidente, ma sottolineando che dal rapporto non sono emersi «urgenti problemi di sicurezza relativi ai motori o ai sistemi dell'aereo». 

Quanto al rapporto del 2018, la Federal Aviation Administration ha dichiarato di aver invitato – ma non obbligato – gli operatori dei modelli Boeing a ispezionare la funzione di blocco degli interruttori di stop del carburante, per garantire che non potessero essere spostati accidentalmente. Tuttavia, come sottolineato dalla FAA, l'avviso del 2018 «si basava sulle segnalazioni che gli interruttori di controllo del carburante erano stati installati con la funzione di blocco disinserita». Un aspetto che, secondo l'ente, non avrebbe reso gli aerei non sicuri. 

«Sebbene il design dell'interruttore di controllo del carburante, compresa la funzione di blocco, sia simile su vari modelli di aeroplani Boeing, la FAA non ritiene che questo problema rappresenti una condizione di non sicurezza tale da giustificare una direttiva di aeronavigabilità su qualsiasi modello di aeroplano Boeing, compreso il modello 787», ha dichiarato la FAA in una nota interna condivisa con la BBC e pubblicata sulla piattaforma. 

La conversazione tra i due piloti

Nel frattempo, emergono nuovi dettagli dal rapporto dell'Aircraft Accident Investigation Bureau (AAIB), ossia l'agenzia indiana che sta indagando sull'incidente. L'AAIB, dopo aver esaminato le registrazioni vocali della cabina di pilotaggio, ha fornito qualche dettaglio in più sull'ultima conversazione tra i due piloti. Nello specifico, uno dei due avrebbe chiesto all'altro per quale motivo avesse «tagliato» il carburante. L'altro pilota, tuttavia, avrebbe risposto di «non averlo fatto».


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