La base missilistica americana a 250 chilometri da Kaliningrad

L'annuncio ha mandato in escandescenze Mosca. Sì, la base di difesa missilistica statunitense – in costruzione nel nord della Polonia – sarà «operativa» tra pochi giorni. Parola del primo ministro polacco uscente Mateusz Morawiecki. «Gli americani ci hanno informato che lo scudo di difesa missilistico a Redzikowo diventerà operativo il 15 dicembre» ha detto Morawiecki presentando il suo discorso di politica generale al Parlamento. Redzikowo, per la cronaca, si trova a soli 250 chilometri dall'exclave russa di Kaliningrad, balzata agli onori della cronaca nel giugno del 2022 complici le tensioni fra Russia e Lituania e poi, ancora, lo scorso maggio quando Varsavia ha proposto di cambiarle nome. Scatenando l'ira del Cremlino.
Le origini di Redzikowo risalgono all'amministrazione Obama e, più precisamente, al 2009, sebbene i lavori siano cominciati solo nel 2016. Secondo i piani originari, avrebbe dovuto contribuire alla difesa dell'Occidente intercettando i missili balistici lanciati da Paesi come l'Iran. Tuttavia, la Russia sin dal principio ha visto nel disegno di armare la Polonia una minaccia. Curiosamente, minaccia è la parola usata da Varsavia sin dagli albori dell'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito di Mosca. La Polonia, infatti, dall'inizio del conflitto a oggi ha intensificato le ordinazioni di materiale bellico per rafforzare le proprie capacità di difesa. Membro della NATO, alleato di Washington, il Paese – un tempo nell'orbita sovietica – recentemente ha acquistato sistemi di difesa aerea Patriot, jet da combattimento F-35, oltre 400 lanciarazzi Himars e carri armati Abrams. Non solo, su suolo polacco si trovano attualmente 10 mila soldati americani. Detto degli Stati Uniti, la Polonia ha altresì firmato contratti con la Corea del Sud e la Norvegia. In quest'ultimo caso per l'acquisto di sistemi missilistici antinave.
«Sappiamo che i leader del Cremlino hanno deciso di ricostruire l'impero russo» aveva detto, a settembre, il ministro della Difesa Mariusz Blaszczak. «Il nostro obiettivo è creare una situazione in cui un forte esercito polacco sia in grado di fungere da vero e proprio deterrente per l'aggressore». Blaszczak, ad agosto, aveva già espresso il proprio compiacimento per i progressi compiuti dall'esercito polacco. Affermando che fra due o tre anni sarebbe stato «il più potente d'Europa».
Le ambizioni militare di Varsavia, va da sé, si riflettono anche nel bilancio della difesa. Nel 2024, infatti, la Polonia prevede di spendere poco più di 33 miliardi di dollari in questo settore: oltre il 4% del suo PIL. Si tratta di una cifra superiore se paragonata a quella che il Paese si era impegnato a spendere inizialmente, di gran lunga superiore altresì al 2% richiesto formalmente dalla NATO. «Non c'è prezzo che non valga la pena di pagare perché la Polonia sia libera, sovrana e indipendente, e perché i polacchi possano vivere in totale sicurezza» ha tagliato corto il presidente Andrzej Duda.