Un po' di storia

La Morte Bianca e quel gelo fra Finlandia e Russia

I due Paesi da tempo non vanno d'accordo – Ripercorriamo insieme alcuni degli avvenimenti dello scorso secolo
Giacomo Butti
19.03.2022 06:00

Come cani e gatti. Da secoli raramente Finlandia e Russia vanno d'accordo. Tanto che a Helsinki circolano proverbi poco lusinghieri sulla natura «incorreggibile» degli scomodi vicini. Detti come «un russo è un russo, anche se lo friggi nel burro», quasi a smentire il vecchio adagio «una volta fritto, è buono tutto». E oggi la Finlandia guarda preoccupata la situazione al confine (lunghissimo: oltre 1.300 chilometri), che separa i propri territori da quelli di Mosca. Già nel 1700, del resto, quando faceva ancora parte dell'impero svedese, aveva dovuto combattere a più riprese le mire espansionistiche russe. Caduta in due occasioni, e per breve tempo, in mani nemiche, la Finlandia divenne ufficialmente territorio degli zar nel 1809, quando con la dieta di Porvoo prese il nome di «Granducato di Finlandia», situazione che si protrasse fino alla caduta dell'Impero russo avvenuta nel 1917.

Guerre e guerre
Dopo la rivoluzione bolscevica, la Finlandia ottenne l'agognata indipendenza. I rapporti con i russi rimasero tuttavia tesi, anche perché le due popolazioni continuarono a combattersi per il controllo della Carelia, regione contesa da secoli. Fu solo tre anni dopo, nel 1920, che dopo negoziati durati quattro mesi venne siglato il trattato di Tartu, nel quale le due nazioni riconobbero i rispettivi territori.

La situazione tuttavia non migliorò nei decenni seguenti e, anzi, peggiorò irreparabilmente quando l'URSS, vedendo i rapporti intessuti dalla Finlandia con la Germania nazista, tentò di guadagnare alcuni territori strategici per meglio difendere Leningrado dalla possibile avanzata tedesca. E lo fece prima tramite una serie di negoziati, falliti i quali si decise di passare all'azione. Si diede così via a un conflitto divenuto famoso con il nome di Guerra d'inverno, che si protrasse tra il 30 novembre 1939 e il 12 marzo 1940.
Dopo quasi quattro mesi di cruenti combattimenti, nella neve giacevano quasi 25 mila finlandesi. Per l'URSS le perdite furono molto più pesanti: tra i 125 e i 167 mila soldati morti o dispersi. Firmando il trattato di Mosca, la Finlandia cedette parte dei suoi territori all'Unione sovietica (circa il 10%), ma riuscì a mantenere la propria indipendenza.

Il cecchino più letale
Tra chi si oppose all'avanzata sovietica vi fu anche Simo Häyhä, conosciuto con il soprannome di «Morte Bianca». Tiratore scelto, è passato alla storia con il titolo di cecchino più letale di sempre: 542 i nemici abbattuti, circa 800 se si considerano anche quelli non confermati. Häyhä era famoso per le sue tecniche di mimetizzazione: vestito completamente di bianco, era solito operare a livello del terreno, evitando di utilizzare il mirino telescopico così da non produrre riflessi indesiderati. Lo stesso Häyhä rivelò in un'intervista risalente al 2000 che, prima dell'avvicinarsi dei nemici, compattava la neve davanti al fucile (un Mosin-Nagant o un Suomi KP-31) perché non si sollevasse dopo lo sparo e ne teneva un po' in bocca così da evitare che il respiro, condensandosi, rivelasse la sua posizione.

Dopo mesi di combattimenti e svariati tentativi, da parte dei sovietici, di stanarlo, il 6 marzo Häyäh fu raggiunto alla mandibola da un proiettile durante un combattimento a distanza ravvicinata. Il tiratore finlandese sopravvisse ma rimase sfigurato e non poté partecipare al resto dei combattimenti. Combattimenti che dopo un anno tornarono a presentarsi nella cosiddetta Guerra di continuazione e che si protrassero sui tre anni seguenti. Il 19 settembre 1944, la Finlandia firmò l'armistizio di Mosca.

Simo Häyhä nel 1940. / © Finnish Military Archives
Simo Häyhä nel 1940. / © Finnish Military Archives
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