Guerra

L'antica nave russa Kommuna danneggiata da Kiev: le difficoltà di Mosca nel Mar Nero

Varata nel 1913 ed entrata in servizio nel 1915 con il nome «Volchok», la nave con scafo a catamarano era utilizzata per il recupero di sottomarini e carichi affondati e si era resa particolarmente utile, negli ultimi mesi, sui relitti della Moskva e Tsezar Kunikov – È solo l'ultima illustre vittima di un conflitto che, in mare, sta mettendo il Cremlino in grave difficoltà
© George Chernilevsky / Wikipedia
Red. Online
22.04.2024 17:00

Come ogni guerra, il conflitto in Ucraina si sta giocando su più livelli. Terra e aria? Qui, l'esercito di Kiev sta affrontando un periodo difficile. Complice il ritardo nell'invio di aiuti (approvato solo un paio di giorni fa, dopo mesi di dibattiti, il pacchetto USA), le truppe ucraine si sono spesso trovate in difficoltà, di recente. Zelensky stesso ha ammesso ieri, in un'intervista con NBC News, che l'esaurimento di munizioni per la difesa ha già contribuito a «perdite di materiale e personale ucraino». Se i pacchetti di aiuti arriveranno a breve, tuttavia, Kiev potrebbe «riguadagnare l'iniziativa».

E in mare? Qui – è proprio il caso di dirlo –, le cose vanno a gonfie vele per Kiev. A fine marzo, il portavoce della marina ucraina, Dmytro Pletenchuk, ha annunciato: «Da inizio guerra, abbiamo affondato o messo fuori uso un terzo di tutte le navi da guerra russe nel Mar Nero». E le vittime illustri sono in continuo aumento.

La Kommuna

Proprio ieri, infatti, le forze ucraine hanno colpito e danneggiato la nave appoggio sottomarini Kommuna, della Flotta russa del Mar Nero (BSF). Varata nel 1913 ed entrata in servizio nel 1915 (con il nome Volchok), la Kommuna vanta oltre 110 anni di storia ed è la più antica nave da guerra ancora attiva non solo nella marina russa, ma in tutto il mondo. Secondo Pletenchuk, che ha comunicato ieri i risultati dell'operazione, le forze russe hanno ammodernato nel 2016 la nave, dotata di scafo a catamarano, per utilizzarla in lavori in acque profonde, compreso il recupero di sottomarini e carichi affondati.

La Kommuna, del resto, sarebbe stata utilizzata proprio per effettuare operazioni nelle aree dove l'incrociatore missilistico russo Moskva e la grande nave da sbarco Tsezar Kunikov sono affondate dopo gli attacchi ucraini.

La Kommuna (ai tempi, Volkhov) varata il 17 novembre 1913 a San Pietroburgo. © Autore sconosciuto / Wikipedia
La Kommuna (ai tempi, Volkhov) varata il 17 novembre 1913 a San Pietroburgo. © Autore sconosciuto / Wikipedia

Filmati geolocalizzati pubblicati il 21 aprile, evidenzia l'ultimo rapporto dell'Institute for the Study of War (ISW) mostrano un incendio e un pennacchio di fumo nella baia di Sebastopoli, luogo dove la nave si trovava ormeggiata. Pletenchuk ha confermato che un attacco ucraino ha danneggiato il Kommuna e che, sebbene le forze ucraine stiano ancora chiarendo il grado di danneggiamento, la nave è «chiaramente incapace di operare».

Citato dal think tank americano, l'analista di intelligence open-source H.I. Sutton ha osservato che la Kommuna – unica nave di salvataggio della sua classe in dotazione alle BSF – fornisce alla Marina russa «preziose capacità» e che la nave ha partecipato spesso a prove in mare e può condurre una guerra sui fondali marini. Un altro analista di intelligence marittima, si legge nel rapporto ISW, ha suggerito che l'attacco potrebbe limitare le operazioni sottomarine della BSF e interrompere le operazioni di lancio dei devastanti missili Kalibr dei sottomarini russi.

Russia in difficoltà

Insomma, in mare la Russia ha dovuto mandar giù bocconi amari. E questo contro ogni pronostico. Di fronte a un esercito ucraino storicamente privo di risorse navali, ben pochi avrebbero scommesso un centesimo sulla capacità di Kiev di opporre una simile resistenza alla flotta del Cremlino. Ma tant'è: in poco più di due anni di guerra, per citare le parole del ministro della Difesa britannico Grant Shapps, l'Ucraina è riuscita a rendere «funzionalmente inattiva» la Marina russa.

Particolarmente pesante e incisivo, il bombardamento effettuato a settembre dall'esercito ucraino sul quartier generale russo di Sebastopoli, nella Crimea occupata. Dati i continui successi ucraini nel Mar Nero, la flotta russa si è trovata costretta a spostarsi sempre più ad est. Recenti rapporti d'intelligence ucraina indicano che la Russia, addirittura, avrebbe deciso di lasciare l'area spostando le sue navi dotate di missili Kalibr dal Mar Nero al Mar Caspio, tramite il canale Volga-Don. Un duro colpo, considerato che i sei sottomarini dotati degli stessi armamenti (dei quali, solo tre sono rimasti nel Mar Nero) «non possono operare nel Mar Nero settentrionale a causa dei bassi fondali».

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