Il caso

L'«assistenza fraterna» tra Putin e Kim: in Russia migliaia di lavoratori e soldati nordcoreani

Pyongyang avrebbe inviato ulteriori truppe e personale per ricostruire la regione russa di Kursk devastata dalla guerra: la collaborazione preoccupa Corea del Sud e Giappone
©Alexei Nikolsky
Michele Montanari
19.06.2025 13:00

Dopo i feroci scontri nel Kursk, durati mesi e conclusisi con la ritirata delle truppe ucraine, i nordcoreani tornano nella regione russa. Questa volta per ricostruirla e, nella migliore delle ipotesi, presidiarla militarmente.

Pyongyang invierà infatti migliaia di soldati e lavoratori per aiutare a cancellare le devastazioni della guerra. Lo ha fatto sapere il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Sergei Shoigu, dopo un incontro con il leader nordcoreano Kim Jong Un. Un'operazione che è stata descritta come «assistenza fraterna» tra i due Paesi.

Ad ottobre dello scorso anno, tra le 10 e le 11 mila mila unità asiatiche erano state inviate in Russia per contrastare l’avanzata delle truppe di Kiev nel Kursk. Dopo mesi di intensi scontri e migliaia di morti (si stima oltre 4 mila tra i nordcoreani), l’esercito di Putin, aiutato dai soldati di Pyongyang, era riuscito a chiudere il fronte nel Kursk, aprendone uno oltre confine, nella regione ucraina di Sumy. «Le operazioni di liberazione della regione di Kursk per respingere l'invasione della Russia da parte delle forze ucraine si sono concluse trionfalmente», avevano spiegato le autorità nordcoreane, descrivendo l’impresa militare come una «missione sacra» per «consolidare ulteriormente» l'amicizia e la solidarietà con la Russia e «difendere l'onore» della Corea del Nord.

Il presidente russo Vladimir Putin aveva ringraziato ufficialmente i combattenti nordcoreani per aver preso parte alla «liberazione della regione di Kursk» dalle truppe d'invasione ucraine, definendoli degli «eroi».

Dopo il trionfo in territorio russo, le notizie sui soldati asiatici avevano iniziato a scarseggiare, almeno fino all’inizio di maggio 2025, quando il Wall Street Journal, citando fonti di intelligence sudcoreane, aveva riferito di numerosi lavoratori giunti in Russia. Secondo il quotidiano americano, circa 15 mila persone erano state inviate nel Paese di Putin per lavorare e cercare di colmare la carenza di manodopera che affligge molti settori russi, mentre da più di 3 anni la macchina bellica produce senza sosta.

A supporto delle dichiarazioni dell'agenzia di intelligence sudcoreana, erano pure stati diffusi alcuni video che mostravano i nordcoreani impiegati nei magazzini di Wildberries, una grande azienda di e-commerce nelle periferie di Mosca, oppure nella zona più orientale del Paese, nei cantieri di Vladivostok. I nordcoreani sarebbero molto apprezzati dai datori di lavoro locali perché possono offrire loro salari bassi e turni di lavoro di 12 ore al giorno. Condizioni che gli asiatici accetterebbero senza mai lamentarsi. Alla maggior parte di loro era stato trovato un impiego nell'Estremo Oriente russo, ma ora pare che la meta prediletta sia il Kursk devastato dalla guerra.

Tornando a Shoigu, il segretario del Consiglio di sicurezza ha fatto sapere che la Corea del Nord ha inviato una «divisione di costruttori, due brigate militari di 5 mila persone», nonché mille sminatori per aiutare nella «ricostruzione» della regione invasa ad agosto del 2024 dai soldati ucraini: «Si tratta di una sorta di assistenza fraterna da parte del popolo coreano e del leader Kim Jong Un al nostro Paese», ha affermato Shoigu, citato dall'AFP. I media statali nordcoreani hanno invece aggiunto che durante l'incontro sia Kim che Shoigu hanno discusso di altri «piani a lungo termine».

La risposta della Corea del Sud non ha tardato ad arrivare: un funzionario del Ministero degli Esteri ha affermato di avere «serie preoccupazioni» in merito alla «continua cooperazione illegale tra Corea del Nord e Russia» e pure il Giappone ha espresso i suoi fondati timori. Stando a un rapporto del Multilateral Sanctions Monitoring Team (MSMT), una squadra internazionale composta da 11 Paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Corea del Sud, Giappone, Nuova Zelanda. Australia, Canada, Francia, Germania, Italia e Paesi bassi), il Cremlino avrebbe infatti ricambiato il supporto di Pyongyang durante la guerra - con l'invio di missili, munizioni e soldati - aiutando la Corea del Nord nei suoi programmi sui missili balistici attraverso la fornitura di dati basati sulle prestazioni delle armi utilizzate nella guerra in Ucraina. Non solo, Mosca avrebbe inoltre fornito equipaggiamento per la difesa aerea, nonché sistemi di guerra elettronica.

«Siamo seriamente preoccupati per questi sviluppi, poiché peggioreranno la situazione in Ucraina e influenzeranno il contesto di sicurezza regionale che circonda il Giappone», ha affermato il ​​segretario capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi, citato dalla BBC.

Nel novembre dello scorso anno, la Russia ha firmato un trattato di mutua difesa con la Corea del Nord. Entrambi i Paesi avevano precedentemente dichiarato di aiutarsi a vicenda in caso di «aggressione». Secondo le stime degli ufficiali dell'intelligence sudcoreana, oggi circa 15 mila nordcoreani lavorano in Russia nell'ambito di programmi di cooperazione industriale bilaterale,

Quando Shoigu ha visitato Pyongyang, Kim ha promesso di sostenere la Russia «incondizionatamente», anche sulla «questione ucraina», stando a quanto riportato dai media statali nordcoreani.

Il Multilateral Sanctions Monitoring Team ritiene che la Russia e la Corea del Nord abbiano intrapreso una «cooperazione militare illegale» in Ucraina, con il trasferimento da Pyongyang a Mosca di circa 9 milioni di proiettili e almeno 100 missili balistici, in gran parte lanciati sulle città del Paese invaso dalle truppe di Putin. 

Stando al report del MSMT, le forze russe hanno utilizzato armi nordcoreane per intensificare gli attacchi missilistici contro infrastrutture civili critiche in Ucraina e hanno «diffuso il terrore in intere città». Da settembre del 2023, il regime di Pyongyang ha fornito a Mosca oltre 20 mila container di munizioni. Di fatto, Corea del Nord e Russia hanno ripetutamente violato le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e hanno svolto attività illegali per tutto il 2024.

Le violazioni, si legge nel rapporto, includono la fornitura di armi ed equipaggiamento militare, l'addestramento russo di truppe nordcoreane per l'impiego in combattimenti diretti contro le forze ucraine, la fornitura di prodotti petroliferi raffinati alla Corea del Nord oltre i limiti imposti dalle Nazioni Unite e gli scambi bancari tra i due Paesi.

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