Centrali nucleari

L’influencer green Lorenzo Lombardi: «Basta nucleare, guardiamo al futuro»

Il giornalista italiano critica le proposte lanciate da alcuni politici della Penisola: «Investire ora negli impianti? Inconcepibile»
Matteo Generali
02.09.2022 17:00

Il dibattito sulle centrali nucleari è tanto attuale quanto caldo, soprattutto alla luce del non semplice momento del mercato energetico, causato dalle sanzioni alla Russia. Sempre più nazioni, in particolare quelle europee, stanno maturando forti ripensamenti per quella convinzione, quasi un dogma, che da anni aleggia nell’aria: le centrali nucleari vanno chiuse.

Nel nostro territorio molte voci affermano che ci vorrà ancora del tempo prima del definitivo spegnimento delle centrali. L’ultima, in ordine di tempo, è quella del presidente del PLRT Alessandro Speziali, che ieri ha aperto al nucleare: «Non deve essere un tabù», ha dichiarato. In Italia sia Carlo Calenda, leader di Azione, che il leghista Matteo Salvini propongono la costruzione di diversi siti. In Olanda, è di pochi giorni fa la notizia dell’inizio dei lavori per un nuovo impianto (non accadeva dal 1973), mentre in Francia Macron ha annunciato un piano da quasi 52 miliardi di euro per costruire fino a quattordici reattori di nuova generazione entro il 2035.

Le energie rinnovabili non sembrano dunque essere prese in considerazione: una scelta lungimirante? Ne abbiamo parlato con Lorenzo Lombardi, giornalista italiano eletto tra i top 10 influencer green della Penisola.

«L’investimento in nuove centrali nucleari è inconcepibile, non solo dal punto di vista ideologico ma anche da quello economico. Senza contare le tempistiche. In un paese privo di centrali come l’Italia, l’impiego del denaro deve vertere sulle energie rinnovabili. La costruzione di siti nucleari ad oggi è inutile tanto quanto pericolosa. Dal momento della messa a terra del primo mattone fino al completo termine dei lavori il tempo stimato è di 15 anni circa, figuriamoci da noi dove le tempistiche raramente sono quelle preventivate. Al governo che verrà consiglierei l’implemento di strutture “green”, che per altro ci sono già e negli ultimi anni hanno fatto un balzo in avanti dal punto di vista pratico e di affidabilità».

Lombardi prosegue: «Il nucleare, nonostante sia migliorato nel corso degli anni, sta dando ancora problemi: in Francia, ad esempio, sono legati alla siccità. Le centrali necessitano di molta acqua e l’anno passato, scarso in termini di precipitazioni, ha creato parecchi grattacapi. La questione della poca acqua è un discorso che è destinato a durare nel tempo, pertanto l’idea di essere forniti di corrente solamente dal nucleare non è percorribile. Quando poi ci sono incidenti le conseguenze sono drammatiche: zone anche immense non sono più vivibili o utilizzabili».

Non è ancora tempo di cambiamenti radicali?

Il giornalista toscano è comunque realista: «I paesi, come la Svizzera, che dispongono delle centrali sono autorizzate ad usarle, soprattutto in un momento così critico per il mercato energetico. Mi pare che il governo elvetico si stia muovendo in modo coscienzioso perché all’utilizzo dei reattori affianca molti investimenti in siti che utilizzano le energie rinnovabili. Penso ad esempio alla batteria d’acqua in Vallese, un sistema innovativo e veramente all’avanguardia di “stoccaggio” dell’energia tramite un processo di pompaggio di centinaia di metri cubi d’acqua». Lombardi aggiunge: «Chi sostiene la costruzione di nuove centrali è ignorante o in malafede, oppure entrambe le cose. In Italia dovrebbe essere impensabile un discorso sul nucleare, anche per i sismi a cui siamo soggetti, oltre che per la tecnologia di cui non disponiamo. Ad inizio anno, prima che vi fosse la guerra, l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, che avrebbe pure vantaggi economici se seguissimo il nucleare, ha affermato che la costruzione di centrali è assurda e inulte: se lo dice pure lui…».

Agli ecologisti idealisti che non sono disposti a scendere a compressi Lombardi consiglia «di tornare con i piedi per terra e sognare meno: appoggio totalmente le pale eoliche e i pannelli solari, ma con moderazione, non al Colosseo o sul duomo di Firenze».

«Innanzitutto - prosegue il giornalista - è fondamentale mettere da parte il carbone, che è pure peggio del nucleare, dopodiché il metano, che ad oggi costa più delle rinnovabili, così come lo stesso nucleare, visto i costosissimi interventi di manutenzione e lo smaltimento delle scorie: un processo pericoloso e complicato».

Ci vuole rispetto

Lombardi conclude agganciandosi all’attualità: «Come abbiamo tristemente potuto notare con la centrale di Zaporizhzhia, un sito nucleare è anche un obbiettivo bellico, visto l’enorme danno che potrebbe causare un potenziale incidente. Non mi pare che se un missile colpisse una pala eolica vi sarebbe tale preoccupazione. Concludo dicendo che da noi in Italia queste dichiarazioni pro-nucleare sono sintomo di poco rispetto verso il cittadino e verso le istituzioni, dato che i passati referendum riguardo una possibile centrale furono ampiamente bocciati».