Tensioni

Perché la Finlandia ha chiuso anche l'ultimo valico con la Russia?

Helsinki da settimane afferma che Mosca sta orchestrando un'operazione ibrida per mettere pressione sul Paese nordico e sull'Unione Europea – Come? Mandando migranti al confine – Mari Rantanen: «È una questione di sicurezza nazionale»
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Red. Online
28.11.2023 18:00

E così, la Finlandia chiuderà anche l'ultimo valico di frontiera con la Russia. Lo ha dichiarato il primo ministro Petteri Orpo. Helsinki, in queste settimane, ha registrato un'impennata di migranti privi di documenti al confine con la Federazione Russa. Secondo gli esperti, si tratterebbe di una cosiddetta operazione ibrida orchestrata da Mosca per mettere pressione sia sul Paese nordico sia, allargando il campo, sull'Unione Europea.

Il tira e molla lungo la frontiera fra Finlandia e Russia era cominciato, per motivi slegati ai flussi migratori, lo scorso settembre, quando Helsinki aveva vietato l'ingresso ai veicoli con targa russa. Di fatto, il Paese si era allineato alle nazioni baltiche che avevano già varato una simile restrizione. In seguito, proprio in virtù dell'afflusso di migranti, le autorità finlandesi avevano negato l'ingresso anche alle persone in bicicletta. In una vera e propria escalation, la Finlandia aveva poi chiuso quattro valichi con la Russia. Poi, piano piano, i 1.340 chilometri di confine sono stati letteralmente sigillati, con la chiusura dell'ultimo valico ancora aperto che entrerà in vigore nella notte fra mercoledì e giovedì e durerà fino al 13 dicembre. 

Dati alla mano, dall'inizio di agosto quasi mille migranti provenienti da Paesi terzi sono entrati in Finlandia senza visto dai valichi con la Russia. Mari Rantanen, ministra dell'Interno, ha spiegato che la Finlandia attualmente è l'obiettivo di una precisa strategia russa. Di riflesso, la chiusura (anche) dell'ultimo valico «è una questione di sicurezza nazionale». La scorsa settimana, il valico di Raja-Jooseppi, quello più settentrionale, era diventato il solo accesso al Paese dalla Russia dopo che, come detto, la Finlandia aveva chiuso gli altri valichi: dopo i quattro citati in precedenza, ne erano stati chiusi altri tre. 

I richiedenti asilo, stando a una nota del governo finlandese, potranno presentare domanda di protezione solo «presso i punti di attraversamento delle frontiere aperte per il traffico aereo e marittimo». Tradotto: porti e aeroporti. Orpo, dal canto suo, ha ribadito che l'afflusso di migranti segue una precisa organizzazione. «Non è una vera emergenza» ha dichiarato il primo ministro. «La facilità con cui i migranti hanno trovato la strada per il remoto punto di confine di Raja-Jooseppi ne è una prova». Il problema, ha aggiunto, «non è solo il numero di arrivi, ma il fenomeno in sé». Ovvero, il fatto che la Russia utilizzi i migranti come arma.

La relazioni della Finlandia con la Russia, storicamente, sono spesso state difficili. Fra il 1939 e il 1940, l’allora Unione Sovietica condusse un’offensiva nella speranza di ottenere alcuni territori finlandesi. La cosiddetta guerra d’inverno. L’invasione dell’Ucraina, la narrazione di Vladimir Putin e, non da ultimo, la minaccia nucleare hanno spinto il Paese nordico ad aderire alla NATO. Della serie: se prima il concetto di neutralità, espresso tramite l’espressione finlandizzazione, dominava la quotidianità, da quando Mosca ha invaso l'Ucraina si è diffuso il timore, giustificato, che Helsinki potesse subire un’ucrainizzazione. Ovvero, che le mire del Cremlino potessero arrivare anche lassù.

La Russia, d'altronde, dopo l'ufficializzazione dell'ingresso di Helsinki nell'Alleanza Atlantica, lo scorso aprile, aveva annunciato contromisure.