Stati Uniti

Perché sarà un tribunale del Delaware a decidere su Elon Musk e Twitter?

La Court of Chancery è specializzata nelle controversie legali di alto livello, anche perché lo Stato è sede di oltre il 60% delle società Fortune 500
Marcello Pelizzari
16.07.2022 09:56

È un tribunale piccolo. Eppure, potente. Molto potente. Soprattutto, è specializzato in controversie legali di alto, altissimo livello. Parliamo della Court of Chancery del Delaware, dove Twitter ha trascinato l’istrionico Elon Musk nel tentativo di costringerlo a onorare il patto d’acquisto. Della serie: hai voluto scherzare con noi? D’accordo, adesso però dacci i 44 miliardi di dollari pattuiti.

Perché siamo arrivati qui?

Piccolo, piccolissimo riassunto: Musk, l’uomo più ricco del mondo, si era impegnato a pagare 54,20 dollari ad azione. Quindi, dopo un lungo tira e molla sul numero di account falsi e spam, ha fatto un passo indietro. Ne avevamo parlato qui, ma anche qui. Twitter, dal canto suo, ha avanzato l’ipotesi che Musk abbia agito in malafede e, soprattutto, che stia sabotando l’accordo poiché le condizioni del mercato, nel frattempo, sono peggiorate. Ovvero, l’acquisizione non farebbe più il suo gioco o, molto più semplicemente, il patron di Tesla e SpaceX sarebbe alla ricerca del classico sconticino.

In ballo c’è anche una penale da un miliardo di dollari, qualora una delle due parti venisse riconosciuta responsabile del fallimento dell’accordo. Ma Twitter, appunto, vuole e pretende di più: l’intera torta, ovvero l’acquisizione della piattaforma da parte di Musk.

Il Wall Street Journal ha riferito che le parti si troveranno in aula, una prima volta, il 19 luglio. Si discuterà se procedere con un processo accelerato, chiamiamolo così, oppure no. Twitter, in questo senso, punta a un processo di quattro giorni dal 19 settembre. Musk, dal canto suo, cercherà di spostare la data a febbraio secondo quanto riportato da Bloomberg.

Che cos'è la Court of Chancery?

La Court of Chancery del Delaware fu istituita nel 1792 e trae le sue origini dall’Alta Corte della Cancelleria della Gran Bretagna, evolutasi rispetto al vecchio concetto di Cappella del Re durante l’Inghilterra feudale. Dal 2018, il tribunale è composto da sette giudici. Il giudice capo è chiamato cancelliere e gli altri giudici sono chiamati vice-cancellieri. Il cancelliere e i vice sono nominati dal governatore e confermati dal Senato dello Stato per un mandato di 12 anni. Si occupa, fra le altre cose, anche di controversie commerciali che oppongono società ad azionisti scontenti, ma anche di fusioni e acquisizioni fallite.

Il Delaware, leggiamo, è caratterizzato da una consolidata giurisprudenza aziendale. È sede di oltre un milione di imprese, tra cui più del 60% delle società Fortune 500. Non è un caso, insomma, se molti accordi di fusione specifichino che le eventuali controversie verranno appianate presso la Chancery Court.

Com'è la storia di Solar City?

Elon Musk, va detto, conosce piuttosto bene questo tribunale. Vinse una causa contro alcuni azionisti che lo accusavano di conflitto di interessi nell’ambito dell’acquisizione, da parte di Tesla, di Solar City, un’azienda attiva nei pannelli solari in difficoltà di cui Musk era il maggior azionista ed era stato, a suo tempo, anche presidente del Consiglio di amministrazione.  

Sul fronte opposto, a detta degli esperti Twitter starebbe chiedendo qualcosa di «raro» ed estremamente difficile. Anche se un giudice decidesse in favore della piattaforma, infatti, quale punizione molto verosimilmente infliggerebbe una termination fee. Una cifra, ovvero, grazie alla quale chiudere la faccenda senza dover onorare l’accordo.

Ci sono precedenti?

Detto ciò, i precedenti per quanto rari non mancano. E inducono Twitter a un moderato ottimismo. Nel 2001, per dire, il colosso del pollame Tyson Foods fu costretto a completare l’acquisto (da 3,2 miliardi di dollari) di IBP Inc. L’anno scorso, invece, alla società di private equity Kohlberg & Co. fu ordinato di chiudere l’acquisto di DecoPac Holdings Inc. per 550 milioni di dollari. Per contro, una società farmaceutica in odore di fusione, nel 2018, subì un tale peggioramento delle sue condizioni finanziarie che consentì all’acquirente di rescindere l’accordo, sulla base dell’effetto negativo materiale verificatosi.

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