Praga: è il giorno del lutto

Bandiere a mezz'asta sugli edifici pubblici, un minuto di silenzio programmato a mezzogiorno, e tante tante candele che, da ieri, adornano il luogo della strage. Oggi, Praga e tutta la Repubblica ceca si raccolgono in una giornata di lutto per ricordare le 14 vittime del massacro compiuto giovedì all'Università Carolina di Praga da uno studente 24.enne, David Kozak.
«È difficile trovare le parole per esprimere da un lato la condanna, e dall'altra il dolore e la sofferenza che l'intera nostra società sta patendo in questi giorni che precedono il Natale», ha dichiarato il primo ministro ceco, Petr Fiala, in visita al luogo della sparatoria.
Il governo ha chiesto alla popolazione di osservare un minuto di silenzio a mezzogiorno, mentre le campane suoneranno nelle chiese di tutto il Paese.
Intanto, la scuola, le famiglie e gli amici delle vittime hanno iniziato a pubblicare i nomi di chi non ce l'ha fatta: studenti e insegnanti. «Sulla base di informazioni verificate dalla famiglia e con il suo permesso, annunciamo che la nostra collega e direttrice dell'Istituto di Scienze Musicali FF UK Lenka Hlávková non è sopravvissuta all'attacco di ieri. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze a tutte le persone in lutto, in particolare alla famiglia. Questa è una notizia estremamente triste per tutti noi», ha commentato l'Istituto di Musicologia di Praga, su Facebook, la notizia della morte della sua direttrice, 49.enne e madre di due figli.
Continuano le indagini
Intanto, la polizia continua le proprie indagini. Nelle ultime ore quattro persone sono state arrestate per aver minacciato di emulare l'attacco di giovedì. Il ministro dell'Interno, Vit Rakusan, ha escluso qualsiasi collegamento fra Kozak e il terrorismo internazionale, ribadendo che il giovane ha agito di propria iniziativa e da solo. Ma le guardie di polizia saranno attivi in alcuni siti selezionati, tra cui le scuole, almeno fino al 1. gennaio, ha dichiarato Rakusan.
Nel frattempo, la polizia ha confermato che Kozak si è macchiato anche del doppio omicidio della scorsa settimana nella vicina foresta di Klanovice. A essere uccisi, una neonata di due mesi e il padre di 32 anni. «La perizia balistica ha dimostrato la corrispondenza dell'arma usata nella foresta di Klanovice con l'arma trovata nella casa di famiglia di Hostoun, dove abitava il killer dell'Università», ha informato la polizia.
Nei giorni precedenti il massacro all'Università Carolina, Kozak si era preparato meticolosamente. Una concittadina di Hostoun, che ogni giorno prendeva il bus che collega il paese alla capitale, ha raccontato agli investigatori di aver visto Kozak compiere almeno tre viaggi al giovane. La differenza rispetto agli incontri abituali? Aveva con sé una custodia per chitarra. «Negli ultimi giorni viaggiava con la custodia della chitarra, cosa che non gli avevo mai visto fare prima. Ora credo di sapere perché e che probabilmente non portava con sé lo strumento musicale», ha raccontato la donna al sito seznam.cz. Il sospetto, dunque, è che già allora Kozak avesse portato con sé parte del suo arsenale, composto da otto tipi di armi diverse – tra le quali pistole e fucili, un fucile a pompa e un silenziatore –, tutti registrati a suo nome e detenuti legalmente. Secondo quanto riferito dal sito Prahaln.cz, che cita una fonte vicina alle indagini, nella cantina della casa di Hostoun sarebbe stato ritrovato anche un potente ordigno artigianale formato «da bombole, munizioni, materiale pirotecnico e sostanze chimiche».