Ambiente

Quando l'auto che hai guidato per anni finisce in Africa

L'Europa velocizza la rivoluzione elettrica, ma molti veicoli usati non spariranno del tutto: continueranno ad inquinare nei Paesi più poveri
Michele Montanari
22.06.2022 14:30

La rivoluzione elettrica nel mondo delle auto viaggia sempre più spedita in Occidente. L’ultimo giro di vite arriva dal Parlamento europeo che, a inizio giugno 2022, ha votato a favore dello stop, a partire dal 2035, alle vendite di vetture e veicoli commerciali a combustione interna. Il lungo - ma non troppo - addio alle auto a benzina, diesel e ibride passerà da diversi step: gli europarlamentari hanno infatti votato per chiedere alle case automobilistiche di ridurre le emissioni medie dei loro prodotti del 15%, rispetto al 2021, nel 2025, del 55% nel 2030 e del 100% nel 2035. Ovviamente anche la Svizzera è interessata da queste misure, in quanto, pure non essendo un Paese membro dell'UE, le nuove auto vendute nella Confederazione dovranno comunque rispettare le prescrizioni in materia di emissioni in vigore nell'Unione europea. In meno di 15 anni i veicoli considerati più inquinanti spariranno dunque dalla circolazione? Non proprio, dato che non tutti verranno smantellati in sicurezza nei demolitori: molti avranno una nuova vita nel «sud del mondo». Tradotto: le auto a maggior impatto ambientale non circoleranno più sulle strade del Vecchio continente, ma probabilmente su quelle di un Paese africano. I dati più recenti sul tema sono contenuti in un rapporto del Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e prendono in considerazione il periodo 2015-2018. Vediamoli.

La maggior parte dei veicoli usati finisce in Africa

Stando al report Used Vehicles and the Environment, nel periodo 2015-2018, UE, USA e Giappone hanno esportato 14 milioni di veicoli leggeri usati, di cui la maggior parte in Africa. L'Unione europea rappresenta il più grande esportatore, con il 54% del totale, seguita dal Giappone (27%) e dagli USA (18%). Le principali destinazioni dell'usato dall'UE sono l'Africa occidentale e settentrionale; il Giappone esporta soprattutto in Asia e in Africa sud-orientale, mentre gli USA esportano principalmente in Medio Oriente e in America Latina. Ebbene, il 70% di tutte queste vetture più inquinanti finisce nei Paesi in via di sviluppo. L'Africa, nel periodo considerato, ha importato il 40% dei veicoli, l'Europa dell’Est il 24%, l’Asia-Pacifico il 15%, il Medio Oriente il 12% e America Latina il 9%. L’UNEP stima che il numero di veicoli usati dovrebbe raddoppiare entro il 2050 e il 90% di questi saranno destinati ai Paesi più poveri, con un conseguente aumento delle emissioni di CO2, dei danni ambientali e alla salute dei cittadini, nonché un maggior consumo di fonti energetiche. Di fatto, si sposta altrove la fonte di inquinamento: le emissioni a livello globale continueranno ad aumentare, mentre la qualità dell'aria nei Paesi in via di sviluppo peggiorerà. Il rapporto è chiaro e sottolinea come «le emissioni dei veicoli sono una fonte significativa di particolato fine (Pm2,5) e ossidi di azoto (NOx) che sono le principali cause di inquinamento atmosferico urbano».

Abbiamo scoperto che l'età media dei veicoli può essere di 16, 17 o 18 anni prima che inizino la loro vita nei Paesi africani.
Rob de Jong, Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (UNEP)

Mancano regole sulle importazioni

Mentre alcuni Paesi africani sono corsi ai ripari, regolamentando il mercato dell’usato (il Marocco, ad esempio, consente solo l’importazione di veicoli con meno di 5 anni, che soddisfino le norme UE sulle emissioni dei veicoli Euro4), altri hanno limitate normative, se non nessuna, sull’import di vetture inquinanti. Dei 146 Paesi esaminati nel rapporto, solo una minoranza ha adottato un divieto assoluto di importazione di veicoli usati, altri impediscono l'ingresso nel loro territorio solo alle auto più obsolete, mentre circa i due terzi degli Stati ha regole deboli o inesistenti. Gran parte dei veicoli che circolano sulle strade africane sarebbe molto difficile da vendere al di fuori del continente, come sottolinea Rob de Jong dell’UNEP, citato da Wired UK: «Questi mezzi possono essere piuttosto vecchi. Abbiamo scoperto che l'età media dei veicoli può essere di 16, 17 o 18 anni prima che inizino la loro vita nei Paesi africani». Le auto destinate ai Paesi più poveri partono soprattutto dai porti di Rotterdam e Amsterdam: nel periodo 2017-2018 i Paesi Bassi hanno esportato 35 mila veicoli in Africa occidentale e la maggior parte di questi non solo non recava certificati di controllo tecnico validi, ma aveva un’età compresa tra i 16 ei 20 anni, risultando al di sotto degli standard sulle emissioni dei veicoli dell’UE.

Le auto elettriche nel 2021

L’ultimo report di EV-volumes indica che le vendite globali di veicoli elettrici hanno raggiunto i 6,75 milioni di unità nel 2021, ossia il 108% in più rispetto al 2020, anno comunque ancora frenato dalla pandemia per quanto riguarda l'industria automobilistica. A causa delle restrizioni COVID, le vendite globali di veicoli elettrici del 2019 e del 2020 sono state al di sotto delle aspettative, ma nel 2021 sono tornate a crescere. La maggior parte delle vetture elettriche è stata acquistata in Cina (circa 3,4 milioni di unità), mentre l’Europa si conferma il secondo grande mercato (2,3 milioni di unità) davanti agli USA. In Svizzera i veicoli elettrici immatricolati nel 2021 sono stati 32.033 su un totale di 350.056 nuove immatricolazioni.

©Fondazioine Auto Recycling Svizzera
©Fondazioine Auto Recycling Svizzera

Dove finiscono le auto usate svizzere?

Secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Auto Recycling Svizzera, dei 163.832 veicoli usati esportati dalla Svizzera nel 2021, il 23% del totale è finito in Africa, il 38% nei Balcani, il 19% in Europa dell’Est, il 15% in Europa occidentale e il 6% nella Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). I tre Paesi africani che importano più auto dalla Confederazione sono la Libia (20.259 unità nel 2021), il Niger (5.049) e Togo (3.456). 

 

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