Il caso

Roger Waters non ci sta: «Sono antifascista, ma vogliono mettermi a tacere»

L'ex bassista dei Pink Floyd accusato di antisemitismo replica a «coloro che non sono d'accordo» con le sue «opinioni politiche» e i suoi «principi morali»
Red. Online
27.05.2023 11:00

Dito puntato contro Roger Waters. Ancora. L'ex frontman dei Pink Floyd però non ci sta e replica alle accuse di antisemitismo piovutegli addosso dopo un «controverso» concerto a Berlino, in cui ha indossato una divisa simile a quelle degli ufficiali delle SS. Il musicista ha fatto chiarezza sui suoi canali social: «La mia recente esibizione a Berlino ha attirato attacchi in malafede da parte di coloro che vogliono diffamarmi e mettermi a tacere perché non sono d'accordo con le mie opinioni politiche e i miei principi morali». Waters aggiunge: «Gli elementi della mia performance che sono stati messi in discussione sono chiaramente un messaggio contro il fascismo, l'ingiustizia e il fanatismo in tutte le sue forme. I tentativi di far passare quegli elementi come qualcos'altro sono falsi e hanno uno scopo politico. La rappresentazione di un perverso demagogo fascista fa parte dei miei spettacoli sin dal 1980, con The Wall dei Pink Floyd».

E continua: «Ho passato tutta la mia vita a schierarmi contro autoritarismi e oppressione, ovunque li vedessi. Quando ero bambino, dopo la guerra, a casa nostra veniva spesso fatto il nome di Anna Frank, che rappresenta un promemoria permanente di ciò che accade quando il fascismo non viene controllato. I miei genitori hanno combattuto i nazisti nella Seconda guerra mondiale, con mio padre che ne ha pagato il prezzo più alto (il padre morì mentre combatteva contro l’esercito tedesco in Italia, ndr). Indipendentemente dalle conseguenze degli attacchi contro di me, continuerò a condannare le ingiustizie e tutti coloro che le perpetrano».

Ieri la polizia tedesca ha annunciato di aver aperto un'indagine per le «provocazioni» portate sul palco dall’ex bassista dei Pink Floyd: «Stiamo indagando su sospetti di istigazione all'odio perché gli abiti indossati sul palco potrebbero glorificare o giustificare il regime nazionalsocialista e disturbare la quiete pubblica», hanno fatto sapere le autorità.

Dopo il suo spettacolo all'Arena Mercedes di Berlino, il ministero degli esteri israeliano aveva duramente attaccato Waters per aver accostato il nome di Anna Frank a quello di Shireen Abu Akleh, la giornalista palestinese di Al Jazeera uccisa nel 2022 a Jenin durante gli scontri a fuoco tra miliziani armati e l’esercito israeliano. Secondo il politico, l'ex Pink Floyd avrebbe in questo modo dissacrato «la memoria di Anna Frank e di 6 milioni di ebrei uccisi nella Shoah». Il ministro degli affari della diaspora di Israele si era spinto oltre definendo Waters «uno dei peggiori odiatori di ebrei e negazionisti dell'Olocausto al mondo» e «una vergogna assoluta per l'umanità». Il musicista, lo scorso febbraio, era stato aspramente attaccato in seguito a un discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, tenuto su invito della Russia. La scrittrice Polly Samson, moglie di David Gilmour (ex collega di Waters nei Pink Floyd), lo aveva invece massacrato su Twitter per delle frasi ambigue sulla guerra in Ucraina, definendolo «un difensore di Putin»  e un «antisemita fino al midollo».

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