Emergenza

Salta l'elettricità? Tranquilli, c'è la carta carbone

Secondo il Financial Times i dipendenti pubblici britannici hanno eseguito uno stress test che simulava la risposta del governo a un improvviso blackout o una guerra nucleare
Marcello Pelizzari
07.09.2022 09:00

D’accordo i parallelismi fra Liz Truss e Margaret Thatcher, ma il rischio – per alcuni ipotetico, per altri molto concreto – di tornare indietro di molti, moltissimi anni, forse, è troppo. Eppure, nel Regno Unito, volendo parafrasare una massima de Il Trono di Spade, l’inverno sta arrivando. E fa paura, parecchia paura. I venti di guerra che continuano a soffiare, la crisi energetica e le minacce di Vladimir Putin. L’inverno fa paura talmente che, secondo il Financial Times, la pubblica amministrazione è pronta a rispolverare la cara e vecchia carta carbone in caso di blackout. In questo senso, ha riferito il giornale, sono stati organizzati alcuni stress test. Della serie: come mandiamo avanti la macchina statale se non c’è più corrente? E qui, appunto, entra in gioco la carta carbone.

Carta cosa?

La carta carbone fu inventata nei primi anni del 1800 e, generalmente, veniva adoperata assieme alle macchine da scrivere. Su un lato, è rivestita con uno strato di inchiostro asciutto, solitamente unito alla cera. Veniva adoperata, per chi fosse troppo giovane per ricordare, per creare una o più copie di un documento durante la stesura dello stesso. Chiamatela pure arte di arrangiarsi. La carta carbone o, se preferite, carta copiativa con il passare degli anni venne soppiantata dalle fotocopiatrici, a loro volta sostituite (o quasi) dalle e-mail.

Gli ultimi, tormentati mesi sul fronte energetico, tuttavia, hanno spinto il governo britannico a mantenere riserve di carta carbone negli uffici di Whitehall. Romanziamo un po’, forse, ma il monito ai dipendenti è quello: non liberatevi di questa risorsa, visto che dall’oggi al domani potrebbe servire.

Il programma governativo

Una fonte, pur mantenendo il tradizionale aplomb britannico, non ha nascosto una certa inquietudine. Vi immaginate dipendenti pubblici che corrono su e giù nei vari edifici governativi per consegnare documenti e mantenere i contatti fra i vari dipartimenti e le varie agenzie? 

La carta carbone, dicevamo, è stata utilizzata la scorsa settimana in un esercizio che, nelle intenzioni, doveva simulare un lungo blackout e addirittura una guerra nucleare. Impossibile, direte. Non si sa mai, devono aver pensato a Londra.

Dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Mosca, d’altronde, le consegne e i prezzi del gas hanno provocato una crisi senza precedenti in Europa. Una crisi accompagnata dal timore, forte, anzi fortissimo, di possibili penurie il prossimo inverno.

Il Regno Unito, leggiamo, in ogni caso stava lavorando a questi piani di emergenza anche prima dello scoppio della guerra. Nel 2021, ad esempio, era stato istituito un programma governativo volto a migliorare la risposta del governo centrale, di quelli locali e dell’industria a una possibile interruzione di corrente a livello nazionale. 

Lo scenario peggiore

Da allora, sempre secondo il Financial Times, stress test come quello che prevede l’uso della carta carbone sono stati organizzati con regolarità, più o meno ogni quattro mesi. Questo affinché i dipendenti pubblici sappiano gestire e, se possibile, anticipare una crisi. Detto ciò, è evidente che il contesto attuale abbia conferito a questi esercizi una certa urgenza. Le bollette legate all’energia, nel Regno Unito, hanno subito rialzi fino all’80%. Tradotto: non si scherza, non si può scherzare.

Il governo Johnson, dal canto suo, ha definito uno scenario peggiore che definisce ragionevole, se non addirittura plausibile. Da un lato temperature rigide, dall’altro minori importazioni di energia dalla Norvegia. Il risultato? Il Paese si ritroverebbe con un deficit di elettricità pari a un sesto della domanda nelle fasi più acute.

Gli esperti, a tal proposito, sottolineano che se uno scenario simile si verificasse il Regno Unito potrebbe andare incontro a blackout veri e propri in pieno inverno. A meno, ovviamente, di razionare l’energia. Uno scenario plausibile, dicevamo, nonostante i britannici vantino riserve di gas nel Mare del Nord e non dipendano dalla Russia in termini energetici. Il problema, però, è che il Paese ha scarse capacità di stoccaggio.

Le parole di Liz Truss

Downing Street, finora, ha insistito con fare sicuro e rassicurante sul fatto che famiglie, imprese e industrie riceveranno l’elettricità e il gas di cui hanno bisogno. Liz Truss, il nuovo primo ministro, ha escluso finora qualsiasi razionamento dell’energia in inverno. Sarà davvero così? La carta carbone, sia quel che sia, è sugli scaffali. Pronta a essere adoperata.