Il personaggio

«Sarebbe un incubo se Trump dovesse venire rieletto»

A colloquio con Alec Ross, esperto di politiche tecnologiche ed economiche e in passato ai vertici dell'amministrazione americana
Mattia Darni
10.09.2022 21:45

La tecnologia è un elemento sempre più presente nel nostro quotidiano e in continua evoluzione. Oggi non c’è praticamente ambito della vita umana che non sia interessato da fenomeni di digitalizzazione o informatizzazione. Ecco allora che diventa interessante interrogarsi sui suoi più recenti e discussi sviluppi per comprenderne potenzialità e rischi. A margine del festival Endorfine, del quale era uno degli ospiti, abbiamo perciò rivolto le nostre domande ad Alec Ross, uno dei massimi esperti internazionali di politiche tecnologiche ed economiche. Già professore alla Johns Hopkins University e alla Columbia, è stato ai vertici dell’amministrazione americana.

Signor Ross, un tema oggigiorno molto discusso e pubblicizzato è quello delle criptovalute. La stessa città di Lugano, con il suo Plan B, si prefigge di diventare un polo di riferimento a livello globale nell’adozione della blockchain. Qual è la sua posizione in merito alle criptovalute?
«La cosa più interessante non è tanto il concetto di criptovaluta intesa come divisa in quanto, secondo me, tali monete non sono realmente dei soldi. L’aspetto affascinante è la tecnologia su cui si basano: la blockchain. Siamo però solo agli inizi e dobbiamo aspettare gli sviluppi futuri».

Un’altra questione che ultimamente genera interesse è il metaverso. Ci sono delle reali opportunità di sviluppo in questo settore o, invece, è piuttosto un fenomeno passeggero, una sorta di moda?
«Fino a due anni fa nessuno pronunciava il termine "metaverso": questo vocabolo è entrato nella nostra quotidianità soltanto perché Mark Zuckerberg ha dichiarato di voler investire in tale ambito. Personalmente non voglio far parte del metaverso ideato da Zuckerberg perché la sua idea di crearsi un’altra identità è una cosa che non mi interessa. Il progetto che ha sviluppato non mi ha fatto una buona impressione. Se la sua iniziativa dovesse realmente decollare, immagino che, come accaduto con tante altre forme di tecnologia, inizialmente sarà legata al sesso o alla creazione di uno spazio fuori dalla realtà. Persone, per esempio, che non sono a proprio agio con loro stesse potrebbero trovare nel metaverso un luogo in cui creare un alter ego che risponda ai propri canoni. Per ora, comunque, il metaverso non è niente, vale meno di zero. Ciò non vuol tuttavia dire che pure in futuro sarà così».

La tecnologia è come l’energia nucleare: può fornire sostentamento ad una città, ma la può anche distruggere

Quali sono le sfide tecnologiche che tutti noi dovremo affrontare nei prossimi anni?
«Una di esse sarà sicuramente l’intelligenza artificiale, un’altra sarà la commercializzazione della genomica e poi ci sarà da affrontare la questione della sorveglianza. Punto cruciale sarà inoltre lo sviluppo del quantum computing che potrà avere un ruolo chiave nella ricerca scientifica. Si pensi che, solo con il super computing, si è riusciti a creare in tempi brevissimi un vaccino contro la COVID-19; ciò non sarebbe stato possibile sei o sette anni fa. Ogni novità tecnologica, ad ogni modo, porta con sé opportunità e pericoli. La tecnologia è come l’energia nucleare: può fornire sostentamento ad una città, ma la può anche distruggere. Sarà dunque necessario accompagnare allo sviluppo tecnologico uno normativo».

Durante l’amministrazione Obama lei ha operato come Senior Advisor per l’innovazione presso il Dipartimento di Stato guidato da Hillary Clinton e durante la campagna presidenziale del 2008 ha ricoperto il ruolo di coordinatore per il comitato Technology & Media Policy e per il Presidential Transition Team Obama-Biden. Conosce insomma bene la politica a stelle e strisce. A tale proposito, come giudica l’attuale situazione negli USA, considerando anche che si stanno avvicinando le elezioni di metà mandato?
«Attualmente gli Stati Uniti sono divisi in due e bisogna ricucire il Paese. Gli USA sono inoltre confrontati con il problema della radicalizzazione, più pronunciata a destra che a sinistra. Circa il 10% della popolazione è stata radicalizzata. Nel Paese circolano poi delle idee che, anche solo dieci anni fa, sarebbero state considerate assurde. Ciò è da imputare al fatto che lo spazio dell’informazione e delle notizie è stato sporcato».

Come valuta la possibile ricandidatura di Donald Trump alla Casa Bianca?
«Se Trump dovesse nuovamente vincere sarebbe un incubo sia per gli Stati Uniti, sia per l’Europa. La democrazia americana è attesa da una sfida esistenziale».

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