Stop ai blocchi stradali: Extinction Rebellion UK cambia strategia

«Evolvere costantemente le proprie tattiche è un approccio necessario». Per questo, il ramo britannico di Extinction Rebellion (gruppo di protesta per il clima) ha annunciato ieri che, nel 2023, cambierà le proprie strategie, abbandonando le azioni di turbamento dell’ordine pubblico. Nato nel 2018, il movimento (abbreviato in XR) è divenuto famoso per la disobbedienza civile. Un po’ ovunque, i suoi attivisti sono saliti agli onori della cronaca per aver effettuato blocchi stradali o essersi incollati a monumenti pubblici. Ma, ora, gli attivisti d’oltremanica dicono «basta».
Il comunicato
Con un comunicato intitolato We Quit («Ci dimettiamo»), la sezione britannica di XR ha spiegato: «Quando quattro anni fa Extinction Rebellion ha fatto la sua comparsa sulla scena, pochi avrebbero potuto immaginare l’impatto che avrebbe avuto nel movimento per il clima. Ma nonostante l'allarme sull'emergenza climatica ed ecologica risuoni forte e chiaro, ben poco è cambiato. Le emissioni continuano ad aumentare e il nostro pianeta sta morendo ad un ritmo accelerato».
Le cause? Il gruppo di attivisti climatici punta il dito: la colpa è di «un sistema finanziario che dà la priorità ai profitti rispetto alla vita, un sistema mediatico che non riesce a informare il pubblico e a chiedere conto al potere, e un governo sconsiderato che si trincera dietro la corruzione e reprime il diritto di protestare contro le ingiustizie».
Con l'inizio del nuovo anno, dunque, il ramo britannico di XR prende una «risoluzione controversa per abbandonare temporaneamente le azioni di turbamento dell’ordine pubblico come tattica principale».
«Dobbiamo essere radicali nella nostra risposta a questa crisi e determinati nei nostri sforzi per affrontare l'emergenza climatica ed ecologica», spiega Extinction Rebellion UK, «anche se ciò significa adottare un approccio diverso rispetto al passato. In un'epoca in cui parlare e agire sono azioni criminalizzate, costruire un potere collettivo, rafforzarsi numericamente e prosperare attraverso la costruzione di ponti è un atto radicale».
Una mossa britannica
La decisione, dicevamo, sembra essere limitata all’azione svolta oltremanica. Il comunicato è infatti arrivato dalla sezione “UK” di Extinction Rebellion, mentre gli account centrali del gruppo si sono limitati a condividere la notizia.
Ma in cosa consiste, in parole povere, il cambiamento proposto dal gruppo? Nel suo messaggio di Capodanno, la sezione ha dichiarato che passerà temporaneamente a proteste di massa legali per cercare di far passare il proprio messaggio. Le «molteplici crisi» che il Regno Unito si trova ad affrontare offrono «un'opportunità unica per mobilitarsi e andare oltre le tradizionali divisioni».
XR ha dunque invitato la popolazione a partecipare a una protesta di massa che si terrà a Westminster il 21 aprile: «Se riusciamo a circondare le Camere del Parlamento potremo lasciarsi alle spalle lucchetti, colla e vernice e dimostrare invece la fiducia in una massa critica di persone per creare un evento impossibile da ignorare». L’obiettivo? Raggiungere quota 100 mila persone.
Stretta legale
L’inversione di rotta di XR non è una mossa casuale. Come evidenziato da un sondaggio di YouGov, le azioni di protesta proposte dal gruppo stavano sin qui raccogliendo più antipatie che simpatie. Nel 2022, secondo i dati raccolti dalla società di analisi, il 69% dei britannici aveva sentito parlare di Extinction Rebellion. Ma meno di un terzo di essa ne apprezzava l’operato.
E lo scarso amore della popolazione non è l’unico fattore ad aver spinto al cambiamento. L'introduzione, nel mese di aprile dello scorso anno, del Police, Crime, Sentencing and Courts Act ha infatti dato alla polizia maggiori poteri per limitare le proteste che causano disordini, in particolare se nei pressi di infrastrutture nazionali. Il risultato? L’incarcerazione, in caso di simili manifestazioni, è oggi molto più probabile.
E gli altri?
Non tutti i movimenti climatici, però, si sono dimostrati altrettanto pronti a un cambio di strategia. Gli attivisti di Just Stop Oil, ad esempio, hanno segnalato ieri di voler continuare con le proprie azioni di disturbo. Quasi 140 membri di Just Stop Oil, riferisce il Guardian sono stati incarcerati o rinviati a giudizio nel corso del 2022. Ma il gruppo non molla e ha anzi invitato poliziotti e giudici, responsabili della messa in pratica delle nuove leggi, a «disertare» e unirsi alla causa climatica, «l'unica linea d'azione morale rimasta». «Nel 2023, la diserzione e la resistenza... sono l'unica linea d'azione morale per la polizia e la magistratura. Le azioni intraprese dai sostenitori di Just Stop Oil non sarebbero accettabili in circostanze normali, ma in questo momento la gente comune non ha scelta».