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Tana libera-tutti: gli account Twitter sospesi potrebbero avere l'amnistia

Elon Musk ha lanciato nelle scorse ore un nuovo sondaggio: chi ha subito un "ban" potrebbe presto poter tornare sulla piattaforma — Oltre 2,7 milioni di persone hanno già votato, 72,4% la percentuale di favorevoli
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Red. Online
24.11.2022 09:07

Non solo Trump. Non solo Kanye West. Presto ogni account precedentemente sospeso potrebbe avere la possibilità di tornare su Twitter, «a condizione che non abbia infranto la legge o non si sia reso protagonista di eccessivo spam». È, questa, la proposta lanciata ieri dal nuovo proprio proprietario della piattaforma, sempre lui, Elon Musk. Proprio su Twitter, il patron di Tesla ha creato un sondaggio (un'abitudine, ormai) con questa idea:  «Twitter dovrebbe offrire un'amnistia generale agli account sospesi, a condizione che non abbiano infranto la legge o inviato spam eclatante? Sì/No».

A 13 ore dall'inizio del sondaggio, oltre 2,7 milioni di persone hanno già votato. Benché manchino ancora circa 11 ore perché le urne di Twitter si chiudano, lo scrutinio è già in corso. E i risultati sono chiari: sin qui, il 72,4% dei votanti si è espresso a favore di un'amnistia generale.

Alla ricerca di utenti

Perché proporre una simile mossa? Dall'acquisto di Twitter, Musk ha più volte spiegato che il suo obiettivo è concedere al social lo status di «piazza pubblica digitale». Renderlo, insomma, una piattaforma essenziale per la democrazia nel mondo. Un gesto nobile, sulla carta, che ha spinto molti utenti a festeggiare la possibile (probabile) amnistia inneggiando alla libertà d'espressione. E non si parla solo di diritti: la riapertura di un gran numero di account potrebbe aiutare a incrementare anche la massa di fruitori del nuovo account premium da 8 dollari al mese, fortemente voluto dallo stesso Musk. Insomma, due piccioni con una fava per l'uomo più ricco del mondo.

Ma molti temono che Twitter, con un via libera a utenti già sanzionati per disinformazione e abusi, possa trasformarsi ben presto in un Far West. Già nei giorni precedenti il lancio del sondaggio, Musk aveva cercato di rassicurare azionisti e inserzionisti, ribadendo che l'azienda non ha apportato alcuna modifica alle sue politiche di moderazione dei contenuti e che la nuova idea di far pagare 8 dollari per divenire utenti verificati (la famosa "spunta blu") potrebbe ridurre l'incitamento all'odio presente sulla piattaforma. Vero o no, il piano sembra al momento non funzionare: dopo un lancio in pompa magna, Twitter ha dovuto sospendere l'autenticazione a pagamento dopo che alcuni hanno usato il servizio per impersonare marchi e personaggi famosi.

Addio agli inserzionisti

E a proposito di inserzionisti: Twitter ha perso, nelle ultime due settimane, le promozioni di più di un terzo dei 100 maggiori clienti. Stando a quanto rivelato dal Washington Post, decine dei principali inserzionisti di Twitter, tra cui 14 dei primi 50, hanno interrotto la pubblicità dopo la caotica acquisizione della società conclusa da Musk. Un esempio? Gli annunci di marchi di primo piano, come Jeep e Mars, non sono più apparsi almeno dal 7 novembre, una decina di giorni dopo la conclusione dell'affare con il patron di Tesla. «Mars ha iniziato a sospendere le attività pubblicitarie su Twitter alla fine di settembre, quando siamo venuti a conoscenza di alcuni incidenti significativi relativi alla sicurezza e all'idoneità del marchio che hanno avuto un impatto sui nostri prodotti», ha detto Mars al Washington Post.

Tra i pesanti addii, anche quello dell'azienda farmaceutica Merck, il produttore di cereali Kellogg, il gigante della telecomunicazione Verizon e il produttore di birra Samuel Adams Boston Brewery.