Il dato

Tutte le vittorie di Kiev

L'incrociatore Moskva è solo l'ultimo colpo inferto alla Russia: ripercorriamo i successi ottenuti sin qui dall'esercito ucraino
Marcello Pelizzari
14.04.2022 14:00

Una guerra lampo? Nelle intenzioni del Cremlino, sì. In realtà, l’invasione dell’Ucraina ha evidenziato tutti gli errori strategici di Mosca. Costringendo la Russia non solo a ripiegare e a riorganizzarsi, complice la mancata conquista di Kiev, ma anche (se non soprattutto) a contare i danni e i morti. Da un successo rapido, finanche schiacciante, all’obiettivo «minimo» di assicurarsi il Donbass, peraltro tutto fuorché semplice da centrare.

Le forze ucraine non solo hanno difeso, con forza e coraggio, le aree urbane principali. Hanno risposto all’invasione abbattendo aerei ed elicotteri, distruggendo mezzi militari di ogni sorta e, ancora, provocando diverse perdite all’esercito russo, compresi generali e funzionari di alto rango.

Ma quali sono state, finora, le vittorie più eclatanti di Kiev? Proviamo a fare ordine.

L'incrociatore

Giovedì, la Russia ha confermato che l’incrociatore missilistico Moskva, l’ammiraglia e il fiore all’occhiello della flotta del Mar Nero, è stato «gravemente danneggiato» e che il suo equipaggio è stato evacuato in seguito a un’esplosione. L’Ucraina, tramite un suo funzionario, ha spiegato che l’evacuazione è figlia di un attacco delle forze di Kiev.

L’agenzia di stampa Interfax, citando il ministero della Difesa russo, ha specificato che l’incendio a bordo della nave ha provocato pure l’esplosione di munizioni. Ahia.

Secondo Maksym Marchenko, militare nonché governatore ucraino dell’Oblast di Odessa, l’incrociatore Moskva è stato colpito da due missili da crociera antinave Neptune, di fabbricazione ucraina.

La Moskva, leggiamo, è la seconda grande nave russa ad aver subito gravi danni dall’inizio della guerra. Lo scorso mese, infatti, l’Ucraina aveva distrutto l’Orsk sul Mare di Azov.

Progettata per attaccare le portaerei nemiche e armate fino ai denti, sui suoi ponti ospita(va) sedici sistemi di lancio per missili da crociera supersonici P-500 Bazalt. E ancora: trasporta(va) missili terra-aria a lungo raggio, missili terra-aria a corto raggio, sistemi d’arma progettati per distruggere i missili in arrivo, oltre a due mortai anti-sottomarini e dieci tubi lanciasiluri.

Fu progettata negli anni Sessanta, in piena epoca sovietica. E balzò agli onori della cronaca nel 1989, poiché partecipò al summit di Malta. Il famoso incontro fra Michail Gorbaciov e George Bush avvenuto poche settimane dopo la caduta del Muro di Berlino.

L'amico di Putin

Altro giro, altra vittoria. Mercoledì, le forze ucraine hanno catturato Viktor Medvedchuk, l’ex leader di un partito di opposizione filo-russo a Kiev nonché collaboratore stretto di Vladimir Putin.

I servizi di sicurezza ucraini, nel contestualizzare la cattura, hanno annunciato pure di aver impedito un tentativo della Russia di far uscire Medvedchuk – che nel frattempo era sfuggito agli arresti domiciliari – dal Paese. Politico, imprenditore, oligarca, aveva definito Putin «un amico personale» tant’è che il presidente russo aveva fatto da padrino alla figlia.

Stando agli analisti, Medvedchuk ora potrebbe fungere da pedina di scambio nei colloqui fra Russia e Ucraina.

Kiev

Fra le vittorie più significative, va da sé, c’è la regione di Kiev, capitale compresa. No, la Russia non è riuscita a sfondare e, dunque, ad assumere il controllo del cervello e del cuore del Paese.

Il 7 aprile, l’Ucraina ha dichiarato di aver ripreso il controllo della situazione, con le truppe russe ritiratesi tanto dai dintorni della capitale quanto da Chernihiv, nell’omonimo Oblast.

Nel liberare Irpin, Bucha, Gostomel e l’intera regione di Kiev, il mondo intero ha scoperto gli orrori di cui si è macchiato l’esercito russo. Crimini di guerra, già.

I generali

L’ultimo, in ordine di tempo, dovrebbe essere stato Yakov Rezantsev, lo scorso 26 marzo. Parliamo dell’ennesimo generale russo capitolato sul campo. Nel suo caso, in seguito a un attacco aereo nei pressi di Kherson.

Kiev, secondo i vari rapporti, avrebbe ucciso sette generali dall’invasione in avanti mentre Rezantsev, tenente generale, sarebbe l’ufficiale più alto in grado di Mosca morto in Ucraina.

Sul perché il Cremlino abbia perso così tanti uomini chiave del suo esercito i pareri sono tanti e, spesso, discordanti. Si ritiene, tuttavia, che Rezantsev sia stato spedito in prima linea per risollevare il morale, basso, delle truppe.

L’esercito russo, va detto, non era stato preparato a una guerra vera. Ai soldati, molti dei quali coscritti, era stata venduta la narrazione di un’invasione pacifica. Con gli ucraini che avrebbero accolto la Russia a braccia aperte e festeggiando. Narrazione, appunto.

I soldati uccisi

Il numero reale di morti, rimanendo sull’esercito del Cremlino, non è noto. A seconda della fonte e delle stime, questo numero varia fra 7 e 19 mila, con una sorta di «convergenza» su 14 mila.

Si suppone, per contro, che circa 30 mila soldati non siano più in prima linea poiché feriti, catturati o scomparsi. Si tratta, anche qui secondo delle stime, del 15% delle forze d’invasione russe.

Non a caso, è opinione comune che Mosca faticherà e non poco a riorganizzarsi per lanciare l’offensiva finale nel Donbass, con l’obiettivo di garantirsi un successo minimo sul campo da sbandierare il 9 maggio, Giorno della Vittoria.

La Russia, dal canto suo, è sempre stata restia a fornire cifre. Quel poco che ha detto riguardo alle perdite in Ucraina, scivolone di Peskov escluso, è ovviamente più basso rispetto a ciò che affermano altre fonti: le vittime, secondo il Cremlino, sarebbero poco superiori alle 1.300 unità.

Carri armati e veicoli

Ma la Russia non ha perso soltanto uomini in Ucraina, bensì equipaggiamento e mezzi militari. Parliamo di centinaia di carri armati, migliaia di veicoli corazzati e via discorrendo. Una catastrofe che ha spinto molti esperti a chiedersi quale sia il reale valore dell’esercito di Mosca, a lungo dipinto come all’avanguardia forte di investimenti monstre da parte di Putin.

L’Ucraina, in particolare, ha fatto la differenza grazie alle armi anticarro avanzate confluite a Kiev ma, dicevamo, anche a causa della disorganizzazione e degli errori di pianificazione della Russia.

I numeri, rivelati dal blog di intelligence militare Oryx, sono importanti: circa 460 carri armati distrutti, su 2.700 totali, cui bisogna aggiungere 2 mila veicoli corazzati. Per tacere di aerei ed elicotteri.

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