Ottobre, scatta la corsa ai tamponi COVID (di nuovo)

Il numero di casi di coronavirus in Ticino schizza verso l'alto. L'infezione ha ripreso vigore e si diffonde rapidamente, mentre le autorità raccomandano un repentino ritorno alle misure di protezione base (lavarsi le mani, tenere le distanze, arieggiare i locali). E intanto si scatena la «caccia al tampone» in tutta la Svizzera italiana. «Richieste triplicate da un mese all'altro e metà sono positivi», racconta Paola Regazzoni, titolare della Farmacia 5 Vie a Locarno, la prima nella regione ad aver offerto questo tipo di servizio fin dai primi momenti della pandemia. La sua struttura dispone anche di un ingresso separato per chi presenta sintomi. «Certo, non siamo ai livelli dell'ultima ondata, quella tra dicembre e gennaio», sottolinea Federico Tamò, titolare della Farmacia Malè a Bellinzona, oltre che portavoce dell’Ordine dei farmacisti ticinesi. «Noi non abbiamo registrato un aumento così netto», spiega Nicole Righetti, della Farmacia Trevano a Molino Nuovo. «Anche perché – aggiunge – nei dintorni ce ne sono parecchie che fanno altrettanto e immagino che la domanda si diluisca un po', qui nel Sottoceneri».
«Le persone che testiamo hanno sintomi da diversi giorni», dice Tamò. «Sintomi che non sono andati via per conto loro e quindi questi pazienti cercano risposte e fanno un tampone per capire quale sia la causa del loro malessere».
Questa nuova corsa al tampone può essere paragonata alla situazione dell'anno scorso? Regazzoni non ha dubbi: «No, perché con le restrizioni in vigore ci si sottoponeva all'esame per i motivi più disparati. Avevamo relativamente pochi esiti positivi e tantissimi test eseguiti su chi non aveva sintomi. Ora si presentano solo coloro che stanno male. E, a livello di numero di tamponi, siamo ai livelli di febbraio 2022. Ad oggi, per ottobre, ne abbiamo 250. Speculo sul fatto che a fine mese saranno sui 550».
La conferma arriva anche da Tamò, secondo il quale il risultato, per il suo esercizio, si assesterà «attorno ai 400, 500 per questo mese». Cifre diverse per Righetti, che ne stima «all'incirca 200 nella nostra farmacia».


Positività oltre il cinquanta per cento
La titolare dell'esercizio di Locarno spiega come ci siano ancora coloro che si sottopongono all'esame per un motivo diverso da quello dettato dai sintomi, ma sono molto pochi. Come pure chi vuole un test per poter andare all'estero, in vacanza. I tamponi positivi sono «circa la metà, dato che ci si presenta solo se non ci si sente bene».
«La situazione, però, è diversa rispetto a prima» aggiunge Tamò. «Vuoi l'assenza di restrizioni, vuoi che la maggior parte delle persone è stata esposta al virus o ha ottenuto la vaccinazione. Il campione di persone che analizziamo oggi è molto più incline ad aver contratto il coronavirus. Dai dati che posso osservare, il tasso di positività che registriamo qui è ben oltre il cinquanta per cento».


La situazione non è fuori controllo
Metà delle persone che si sottopone all'esame è positiva. I casi sono in aumento. Richieste di tamponi triplicate da un mese all'altro. Devono suonare dei campanelli d'allarme? «È vero che abbiamo tanti positivi, ma la situazione a ben guardare non è così grave», sostiene Regazzoni. «Almeno per quanto possiamo vedere noi. Tutti i pazienti si presentano sulle proprie gambe, raggiungono la nostra sede a piedi o in auto. Insomma non stanno così male. Certo, non voglio escludere che ci sia chi si ammala in maniera molto più grave, ma qui vediamo sempre sintomi piuttosto blandi».


Il gran ritorno dei vaccini
La nuova campagna vaccinale è cominciata il 12 ottobre e anche in questo caso le punture segnano un gran ritorno un po' ovunque. «Abbiamo bloccato il martedì e il venerdì per sottoporsi al trattamento con la dose di rinforzo. C'è una grande richiesta e le varie fasce sono sempre piene, almeno per il momento», spiega Regazzoni. «Fra l'altro non è scontato che gli utenti scelgano di sottoporsi al vaccino in farmacia, ma è un'abitudine che sta riscuotendo successo e fa senz'altro piacere a noi farmacisti», le fa eco Tamò.
Per questioni di offerta sul territorio, la situazione è un po' diversa per la Farmacia Trevano: «Non c'è moltissima richiesta per noi, finora saranno state una decina. Come dicevo prima, anche in questo caso siamo in un luogo con una grande offerta».
La titolare della Farmacia 5 vie, poi, conclude come anche l'atteggiamento sia più disteso: «Le persone non si sentono più obbligate a vaccinarsi pena il dover subire pesanti restrizioni, ma è una scelta più convinta. Che si percepisce meglio come un beneficio per sé stessi».
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