Parigi si interroga sulla sicurezza a otto mesi dai Giochi Olimpici

Parigi è ancora sotto shock. Il killer jihadista che ha colpito sabato sera sotto la Tour Eiffel era a rischio radicalizzazione da anni, era stato già condannato al carcere per un progetto di attentato ed era affetto da gravi turbe psichiatriche. Eppure ha ucciso. E la Francia si (ri)scopre vulnerabile a otto mesi dal'inizio dei Giochi olimpici. Tanto che da diverse voci si è alzata la richiesta alle autorità affinché rinuncino alla cerimonia d'apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024, optando per un piano B.
Domani, martedì, il tema della sicurezza e le misure antiterrorismo saranno in cima all'agenda dei ministri dell'Interno dell'Unione europea riuniti a Bruxelles. Mentre il presidente francese Emmanuel Macron, di ritorno dal Qatar, ha immediatamente chiesto alla premier Elisabeth Borne di convocare una riunione sulla sicurezza nella capitale. Il Governo si è riunito in un vertice di emergenza per cercare di valutare tutte le misure necessarie a proteggere il Paese dalla nuova ondata jihadista, soprattutto in vista delle Olimpiadi.
I Giochi Olimpici di Parigi della prossima estate saranno sufficientemente sicuri? A otto mesi dall'evento, la domanda si ripropone. Ma gli organizzatori e le autorità sembra non avere alcuna intenzione di modificare le disposizioni sicurezza. Anzi, il Comitato organizzatore di Parigi 2024 ribadisce che tutte le minacce, compresa quella terroristica, sono state prese in considerazione fin dall'inizio delle discussioni sulla sicurezza dei Giochi. «Ci sono stati molti grandi eventi, e ce ne saranno molti altri, e il nostro Paese sa come gestirli con sicurezza», ha assicurato Emmanuel Grégoire, primo vicesindaco di Parigi, a franceinfo. «Sono sicuro che saremo in grado di preparare questi Giochi Olimpici in modo molto soddisfacente, perché non era tanto il sito dei Giochi a essere minacciato, quanto il simbolismo della Torre Eiffel stessa», ha detto.
L'esempio della Coppa del Mondo di rugby
Un vero accampamento militare nascerà a Parigi, con 5.000 militari alloggiati nelle tende sul prato di Reuilly, nell'est della capitale, durante i Giochi Olimpici di luglio-agosto 2024. Lo ha annunciato a metà novembre il governatore militare di Parigi, spiegando che l'accampamento in città garantisce la più rapida reattività possibile dei soldati nel caso di pericolo. «La vicinanza fra i luoghi di sosta e quelli di dispiegamento è il nodo strategico che conduce alla mobilità e alla reattività delle nostre forze». I poliziotti e gendarmi mobilitati ogni giorno – fra il 26 luglio e l'8 settembre, periodo dei giochi olimpici e paralimpici – dovrebbero essere 35.000.
Quarantacinquemila agenti di polizia e militari saranno mobilitati per la cerimonia di apertura, sulla Senna, in aggiunta alle forze di sicurezza dispiegate quotidianamente durante l'evento. Vaste aree saranno sottoposte a una forte sorveglianza, con perimetri sicuri, divieti di circolazione, perquisizioni degli ingressi e presentazione di codici QR. Questo sarà il caso, ad esempio, dell'area intorno al ponte di Bir-Hakeim davanti al monumento simbolo di Parigi, dove si è verificato l'attentato sabato. «Tutto è stato predisposto per far fronte all'attuale minaccia terroristica, con perimetri di protezione che saranno monitorati. Quanto accaduto al Bir-Hakeim giustifica le misure che ho presentato solo pochi giorni fa. Guardate la Coppa del Mondo di rugby: nemmeno un incidente. E abbiamo adottato le stesse misure», ha dichiarato ieri il prefetto di Parigi, Laurent Nunez, a BFMTV.
Un'opinione condivisa da Emmanuel Grégoire: «C'è stata la Coppa del Mondo di rugby (dall'8 settembre al 28 ottobre , ndr.). Non ci sono stati incidenti, quindi non sono le Olimpiadi e i momenti di festa collettiva a dovere essere messi in discussione. È il modo in cui anticipiamo i rischi gestendo questi individui». Armand Rajabpour-Miyandoab, l'attentatore di sabato, era conosciuto alle autorità, era stato sottoposto a «obbligo di cure» e, a fine ottobre, «la madre aveva segnalato la sua preoccupazione per il comportamento del figlio». Ma «nessun elemento aveva permesso di lanciare nuovi procedimenti penali». «Il problema è piuttosto quello di identificare e trattare questi casi isolati che costituiscono minacce identificate», ha sottolineato Grégoire. «Parigi ha una dolorosa esperienza» di attentati e «ha acquisito una grande esperienza su questi temi, sulla vigilanza permanente che abbiamo e sulla vigilanza permanente che dobbiamo avere».
Per il momento, dunque, non è previsto alcun «piano B», ma i servizi di sicurezza assicurano che i rischi saranno costantemente rivalutati per adattare al meglio le disposizioni.