Berna

Perché Axpo riceve un paracadute di quattro miliardi

Il Consiglio federale ha attivato il piano di salvataggio per le imprese che rischiano di incorrere in grossi problemi di liquidità – Leonardi: «Enorme necessità di depositi di garanzia»
© KEYSTONE / PETER KLAUNZER
Giovanni Galli
06.09.2022 21:10

A mali estremi, estremi rimedi. L’improvviso sensibile aumento dei prezzi sul mercato dell’energia ha spinto la Axpo Holding, una grossa società elettrica controllata da sette Cantoni della Svizzera orientale, a presentare venerdì una domanda di sostegno temporaneo, per fare fronte a possibili problemi di liquidità. Il Consiglio federale ha subito deciso di attuare il piano di salvataggio pensato per questi frangenti e di accordare al gruppo una linea di credito di 4 miliardi di franchi.

D’importanza sistemica

I mercati europei dell’energia, ha spiegato oggi a Berna la consigliera federale Simonetta Sommaruga, hanno registrato forti incrementi dei prezzi a causa della guerra in Ucraina e della scarsa disponibilità delle centrali nucleari francesi. Le aziende produttrici si sono trovate confrontate con un enorme fabbisogno di liquidità a breve termine, perché devono fornire prestazioni di garanzia molto elevate per l’energia venduta a termine. Axpo, il più grosso produttore nazionale, è considerata un’impresa di importanza sistemica, insieme ad Alpiq e a BKW. «Non possiamo permetterci che un’azienda diventi illiquida e trascini nel vortice altri fornitori di energia», ha detto la direttrice del Dipartimento dell’energia.

Vendite a termine

Il problema di fondo è quello del cosiddetto rischio di sostituzione, corso dall’acquirente se il venditore non è in grado di fornirgli l’energia al momento e al prezzo concordato. Aziende come Axpo vendono la loro energia con due o tre anni di anticipo. «Se un’azienda vende energia a termine tramite la Borsa», spiega il presidente di AET Giovanni Leonardi, «questa accetta la transazione solo in cambio del deposito di una garanzia, che corrisponde al valore attuale di mercato del quantitativo di energia venduta. In concreto, se vende elettricità per una fornitura futura per 100 milioni di franchi ai prezzi di oggi e domani il valore del megawattora raddoppia, il produttore dovrà versare 100 milioni in cash alla Borsa a garanzia della fornitura, affinché l’acquirente possa comprare l’energia da un altro produttore, ai prezzi mercato, nel caso in cui il venditore non fosse in grado, in futuro, di onorare il contratto. I prezzi in forte aumento, che hanno raggiunto 10-15 volte il prezzo usuale, causano così un enorme necessità di depositi di garanzia. Le garanzie vanno alimentate ogni giorno. Quando i prezzi aumentano, sono i produttori che devono versare più soldi, e quando scendono è la Borsa che ritorna gli importi versati a titolo di garanzia».

La solidità non c’entra

Lo scopo del salvagente è di evitare che a causa di problemi temporanei di liquidità venga compromesso l’approvvigionamento energetico nazionale. Questi interventi non c’entrano con la solidità del gruppo (nulla di comparabile quindi con il salvataggio di UBS del 2008). Paradossalmente, benché le aziende facciano utili, la situazione di grande incertezza le obbliga a mettere a disposizione garanzie di liquidità sempre più importanti, il che può portare a colli di bottiglia. Axpo avrà diritto di richiedere mutui, ma finora non ha usufruito della linea di credito. Si può ipotizzare che vedendo la malaparata, la società abbia voluto giocare d’anticipo, chiedendo la linea di credito per mettersi al riparo da eventuali nuovi sbalzi dei prezzi (e quindi di ulteriori garanzie) come quelli che si erano verificati due settimane fa. Le modalità impiegate dal Consiglio federale sono le stesse previste dalla Legge urgente sugli aiuti sussidiari per il settore elettrico, tuttora all’esame del Parlamento. Non essendoci ancora una legge, è stata adottata un’ordinanza di necessità.

La concessione dei mutui sottostà a severe condizioni. Le aziende beneficiarie non possono versare dividendi (non c’è comunque un divieto di bonus) e sono obbligate a fornire tutte le informazioni necessarie. L’onere sarà del 5-10%: tasso d’interesse dell’1-2%, con un supplemento per il rischio oscillante fra il 4 e l’8%. I mutui devono essere sussidiari e sostituiti al più presto da altri finanziamenti da parte dei proprietari e di altri fornitori di capitale di terzi. Secondo l’ordinanza, le tre grosse società dovranno versare un premio annuale forfettario di una ventina di milioni di franchi alla Confederazione.

BKW non ci sta, Alpiq sì

Alpiq ha detto di aver accolto con favore la decisione del Consiglio federale di accordare una linea di credito ad Axpo, ma dice che farà di tutto per evitare di ricorrervi a sua volta. Da parte sua la BKW (che ha presentato i risultati semestrali, cfr. pagine di Economia) continua ad avere una visione critica del pacchetto di salvataggio. La sua posizione non è cambiata, ha dichiarato il direttore finanziario Ronald Trächsel, secondo cui «il fondo di salvataggio non è lo strumento giusto». Alla fine di giugno 2022, la liquidità della società ammontava a quasi un miliardo di franchi.

Sul fronte politico, PS, PLR e Centro hanno approvato la decisione del Governo. Voci critiche si sono levate invece dall’UDC, secondo cui il credito ad Axpo indica che Sommaruga non ha fatto il suo lavoro.  

In questo articolo:
Correlati