Il caso

Polizia mista in Malcantone, tutti i dubbi di Lugano

Cercasi soluzione per il Corpo con sede a Caslano – Venerdì è stata illustrata una possibile alternativa: il modello delle Tre Valli, che prevede una collaborazione con la Cantonale – Lugano, polo della Regio III, preferirebbe una soluzione «in casa» – Valenzano Rossi: «Dispiace non essere stati coinvolti, noi pronti ad aiutare»
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
31.10.2023 06:00

Per usare una (abusata) metafora calcistica, la palla, ora, è nel campo dei Comuni. Spetterà prima di tutto a loro decidere come risolvere l’impasse politica sulla conduzione della Polizia Malcantone Ovest. La vicenda è ormai nota: dopo che tutti i Comuni convenzionati avevano chiesto di rivedere la convenzione per assegnare più poteri alla Commissione consultiva, Caslano aveva comunicato di essere pronto a cedere il suo ruolo di Comune sede, invitando eventuali interessati a farsi avanti entro settembre. Uno strappo, l’ennesimo in questa vicenda, che necessita di una soluzione politica. Le opzioni, sul tavolo sono diverse: continuare con l’impostazione attuale; continuare ma con più poteri alla Commissione; cambiare Comune sede; riprendere il discorso sulla fusione tra Malcantone Est e Malcantone Ovest oppure adottare il modello di conduzione mista delle Tre Valli, presentato venerdì in un incontro sollecitato dai Comuni convenzionati, con il Dipartimento delle istituzioni la Polizia cantonale e Biasca.

Dubbi e perplessità

Ma l’idea di coinvolgere anche il Cantone – il modello “misto” prevedrebbe l’impiego di cinque assistenti di Polizia con compiti di prossimità e l’integrazione degli agenti della Malcantone Ovest nei ranghi della PolCant – non ha fatto l’unanimità. Se i Comuni convenzionati, come per esempio Magliaso, hanno salutato favorevolmente questo scenario, Lugano e l’Associazione polizie comunali non hanno nascosto qualche perplessità. Fin qui osservatore interessato, il Comune polo della Regio III, Lugano, si è detto dubbioso. «Personalmente auspico che i Comuni convenzionati riescano a trovare una soluzione in serenità», afferma al CdT la capodicastero Sicurezza e spazi urbani Karin Valenzano Rossi. «Tuttavia, prima di immaginare una soluzione che coinvolga il Cantone si potrebbe ipotizzare una collaborazione con le polizie comunali della regione e con la Polizia polo di Lugano, che già garantisce l’interventistica sull’arco delle 24 ore, anche nel Malcantone». Insomma, quanto proposto da Bellinzona «sembra più un ibrido poco chiaro, lontano dal modello basato sulle Polizie comunali di prossimità». Gli assistenti di polizia, che dovrebbero assumersi proprio compiti, seppur minori, di prossimità, «non sono formati come gli agenti uniformati», rileva la municipale luganese. Secondo Valenzano Rossi «le Comunali hanno risorse sufficienti per presidiare il territorio e il Comune polo è a disposizione per supportare anche operativamente la Malcantone Ovest in attesa di una soluzione politica alla questione». Tornando all’intervento del Cantone, «dispiace che come comune Polo non siamo stati invitati all’incontro di venerdì per valutare insieme gli scenari possibili, sarebbe peccato dover leggere la proposta come un allungo, un po’ infelice, in favore della Polizia unica in Ticino».

Interrogazioni e interpellanze

Non è la prima volta che in Malcantone il tema della conduzione della Polizia approda sul tavolo della politica. Otto anni fa, nel 2015 il gruppo Lega-UDC-Indipendenti di Magliaso (primo firmatario Luca Paltenghi, oggi municipale) aveva presentato un’interpellanza pochi mesi dopo l’approvazione della convenzione da parte dei vari Comuni che sarebbero stati serviti dalla Malcantone Ovest. In particolare, nell’atto politico era stato posto l’accento su due emendamenti presentati a fine 2014 da 8 Comuni per rendere meno “caslanocentrico” il Corpo di polizia. Un’interpellanza analoga era stata presentata anche a Monteggio da parte liberale radicale. Ebbene sì, la questione covava sotto la cenere da quasi nove anni…

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