Riflessioni in vista sul futuro della Malcantone Ovest

Quale futuro per la Polizia Malcantone Ovest? «Sono ottimista che riusciremo a trovare una soluzione», si esprime così il sindaco di Caslano, Emilio Taiana, da noi raggiunto dopo l’incontro di venerdì pomeriggio a Bellinzona durante il quale il Cantone ha illustrato una delle possibili riorganizzazioni per il corpo con sede appunto a Caslano.
Dopo le polemiche politiche degli scorsi mesi sulla conduzione del Corpo, alcuni Comuni avevano chiesto un intervento di Bellinzona e proprio ieri le autorità cantonali hanno illustrato nel corso di un incontro – anticipato dal CdT lo scorso 20 settembre e al quale hanno partecipato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, il segretario generale del Dipartimento delle istituzioni Luca Filippini, il capo della Gendarmeria della Polizia cantonale Marco Zambetti, il segretario comunale di Biasca Igor Rossetti e i rappresentanti dei Comuni convenzionati – il modello di condizione misto Cantone-Comuni in sperimentazione nelle Tre Valli. A Biasca, lo ricordiamo, operano infatti sei assistenti di polizia con compiti minori di prossimità e una decina di agenti integrati nei ranghi della Cantonale.
Riflessioni s'impongono
Il Malcantone come le Tre Valli, dunque. La possibilità resta aperta, «ma non è l’unico scenario sul tavolo. Adesso i Comuni dovranno fare le loro riflessioni». Poi, più avanti, se ne discuterà in Commissione consultiva. L’incontro, lo ricordiamo, era stato sollecitato da alcuni Comuni dopo l’ennesima polemica scoppiata nel Malcantone. Un passo importante lo aveva fatto Magliaso lo scorso 7 aprile, rivolgendosi alla vicina Malcantone Est, con sede ad Agno, per sondare il terreno e capire se fosse possibile cambiare Polizia di riferimento. Negli scorsi mesi, invece, i Comuni convenzionati di Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia, Novaggio, Tresa, Pura e, appunto, Magliaso si erano riuniti e in altrettante risoluzioni municipali avevano chiesto di rivedere la convenzione per assegnare più poteri alla Commissione consultiva. La reazione di Caslano non si era fatta attendere e il Municipio aveva comunicato di essere pronto a cedere il suo ruolo di Comune sede, invitando eventuali interessati a farsi avanti entro la fine di settembre. Insomma, una disdetta unilaterale, ma nessuno si è fatto avanti. Anzi, Tresa e Magliaso avevano preso carta e penna e scritto al Caslano per contestare il contenuto di questa comunicazione. E lo stesso direttore del DI, da noi interpellato il 20 settembre, aveva messo in chiaro che «trattandosi di comuni convenzionati, non è possibile una «rescissione» unilaterale da parte del Comune di Caslano. I comuni, dopo aver analizzato tutte le opzioni, dovranno trovare una soluzione che risponda ai bisogni del comprensorio».
Un auspicio, questo, ribadito dallo stesso Gobbi a conclusione dell’incontro. Il direttore del DI – si legge in una nota stampa – «ha auspicato una soluzione concordata della vertenza tra i Comuni, i quali devono ora scegliere quale opzione risponde meglio alle loro esigenze politiche ed operative, fermo restando che la sicurezza è un settore delicato ed essenziale per la cittadinanza». Ovviamente è ancora presto per dire se si percorrerà proprio la strada Sopracenerina (il cambiamento richiede qualche anno, ndr) ma stando a quanto abbiamo potuto appurare, molti Comuni convenzionati hanno apprezzato il modello illustrato dal DI. Va in ogni caso precisato che l'operato degli agenti è apprezzato.