Scontri tra Thailandia e Cambogia, perché si parla del tempio di Preah Vihear

La tensione nel sud-est asiatico è altissima. Il governo militare della Thailandia ha decretato la legge marziale in otto distretti del Paese che confinano con la Cambogia, dopo che nelle scorse ore sono scoppiati scontri armati tra i due Paesi lungo una zona contesa, che hanno già causato la morte di 14 civili e di un soldato. Nel frattempo, più di 130.000 thailandesi residenti vicino al confine, secondo il Ministero dell'interno, sono stati trasferiti in rifugi. In Cambogia, al momento, si conta almeno una vittima, anche se non è ancora chiaro se si tratti di un civile o di un militare.
Come detto, all'origine di tutto c'è una disputa territoriale. Una crisi lunga decenni che, solo di recente, si è intensificata. Ma per capire, con precisione, come si sia arrivati a questo punto, bisogna fare un salto indietro nel tempo fino ai primi anni del '900, e parlare del tempio Preah Vihear.
Tutto, insomma, nasce lungo il confine tra Thailandia e Cambogia. Confine lungo circa 820 chilometri che venne definito, per la prima volta, nel 1907 dalla Francia. A quell'epoca, i francesi occuparono la Cambogia come potenziale colonia, fino al 1953. Fu proprio a quel punto, però, che venne disegnata la mappa che, oggi, continua ad alimentare tensioni mai sopite.

Quella mappa del 1907 era basata su un accordo di qualche anno prima, che prevedeva che Thailandia e Cambogia seguissero, almeno a grandi linee, il corso dei fiumi per tracciare i loro confini. Il problema, però, nasce proprio qui: Bangkok, da sempre, sostiene che la mappa dei francesi «non sia vincolante». Anzi, sarebbe persino «poco accurata» in alcuni punti. Soprattutto nell'area del tempio indù di Preah Vihear, costruito tra l'XI e il XII secolo.
Guardando la mappa, il tempio risulta essere in territorio cambogiano. Nel 1959, però, la Thailandia stanziò in quell'area parte delle sue truppe. Una mossa che spinse la Cambogia a chiedere l'aiuto della Corte internazionale di giustizia, ossia il più importante tribunale delle Nazioni Unite, in quegli anni riconosciuto anche dalla Thailandia. Solo un anno più tardi, però, Bangkok dichiarò di non riconoscere più la giurisdizione della Corte, sebbene venne obbligata a partecipare al processo, dato che la causa era stata depositata un anno prima, nel 1959. Due anni dopo, nel 1962, la Corte riconobbe che il tempio di Preah Vihear apparteneva alla Cambogia, senza tuttavia specificare a chi spettasse l'area circostante, di circa 5 chilometri quadrati.
Per un po', Thailandia e Cambogia sembrarono essersi dimenticate del tanto conteso tempio. Poi, nel 2008, qualcosa cambiò, proprio quando l'UNESCO dichiarò Preah Vihear patrimonio dell'umanità. Anni dopo ancora, nel 2013, la Corte riaprì la questione, dichiarando che la famosa area circostante al tempio, che in passato era stata fortemente contesa, apparteneva alla Cambogia. Dopo quella decisione, nell'area scoppiarono violenti scontri.
Ma la questione, come dimostra quanto accaduto negli scorsi giorni, è tutt'altro che chiusa. E sebbene quello di Preah Vihear sia il più famoso, sono diversi i templi che Thailandia e Cambogia si contendono. Tra questi c'è anche quello di Ta Muen Thom, che si trova su territorio thailandese, dove sono iniziati gli scontri giovedì mattina. Ma non solo. Tuttavia, è bene ricordare che tutti questi tempi sorgono nel cosiddetto «Triangolo di Smeraldo», ossia una zona di confine tra Thailandia, Cambogia e anche Laos. La stessa dove si stanno verificando gli scontri delle ultime ore. Di questi templi, nella maggior parte dei casi, rimangono ormai solo rovine: ma non per questo, secondo Thailandia e Cambogia, meno interessanti e strategici.