Trasporti

Sussidi, sicurezza e viabilità: sul terminal di Locarno è scontro totale

Acceso dibattito tra fautori e contrari al nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno con i bus deviati su viale Cattori - Canziani: «La miglior soluzione sempre perseguita dal Municipio» - Varini: «Un vero e proprio scempio»
Ecco come dovrebbero diventare l’area per lo stazionamento dei bus e il piazzale della stazione. © DT
Spartaco De Bernardi
23.05.2025 06:00

«La zona d’incontro prevista sul piazzale della stazione renderà migliore la convivenza tra traffico motorizzato e mobilità lenta». «Niente affatto: per i pedoni sarà pericoloso transitare in zona percorsa da 250 bus, alcuni dei quali lunghi addirittura 18 metri». «Senza il sottopassaggio pedonale e con i nuovi semafori in via Stazione il traffico sarà paralizzato». «Tutto il contrario, i bus non saranno più costretti a compiere manovre a “U”, oppure a fare marcia indietro per uscire dai loro stalli creando enormi pericoli per i pedoni». «Se il 15 giugno passerà il no i 5 milioni di sussidi federali decadranno automaticamente poiché quel progetto non si potrà più realizzare. A Berna se ne dovrà presentare un altro». «Non è così: il contributo federale rimane anche se si dovrà ripartire da capo». Basta questo breve scambio di battute andato in scena mercoledì sera al Palazzo dei congressi di Muralto per capire, se ancora ce ne fosse bisogno, che è muro contro muro tra i fautori e gli oppositori al progetto del nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno con la maggior parte dei bus «deviati» su viale Cattori.

Punto d’incontro impossibile

La serata informativa organizzata da Ordine e Progresso e Indipendenti, la formazione partitica che detiene la maggioranza in Municipio ed in Consiglio comunale a Muralto, e moderata dal giornalista Marco Bazzi ha dimostrato che un punto d’incontro è praticamente impossibile. Pier-Luigi Varini, a nome dei promotori del referendum, ha ribadito una volta di più che quello scelto è un vero e proprio scempio, il progetto più impattante per una zona commerciale e turistica come è quella di viale Cattori: ottanta metri di acciottolato che vanno preservati a tutti i costi dal passaggio di 250 bus ogni giorno. Bus che però fra qualche anno (si prevede nel 2030), saranno tutti a propulsione elettrica, ha rammentato il granconsigliere Paolo Caroni, presidente del CdA delle FART e già al vertice della Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese. Va bene, saranno pure elettrici, ma il loro terminal dev’essere a nord della stazione, lì dove ora c’è il Park & Rail, ha ribadito Varini.

Un iter lungo nove anni

Gli studi compiuti mostrano che su quel sedime non c’è abbastanza spazio affinché i bus possano manovrare correttamente, ha rammentato Martino Colombo, Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità, che insieme a Fabiano Martini, dell’Area operativa della Divisione delle costruzioni, ha illustrato il progetto dal punto di vista tecnico. E poi lì è prevista la costruzione di un autosilo, ha dal canto suo ricordato Renato Canziani, vicesindaco di Muralto che sin dal 2016 segue il dossier del nodo intermodale. Sì, l’avvio della progettazione risale a nove anni fa. Vi risparmiamo l’infinita serie di studi, ricorsi, varianti e votazioni in Consiglio comunale. Arriviamo al settembre scorso quando il Gran Consiglio approvò il credito di 7,1 milioni, su un costo totale di 16,8 milioni per passare dalle parole e dalla carta ai fatti. Contro la decisione del Parlamento cantonale il comitato «Salva viale Cattori» ha lanciato una domanda di referendum che entro i tempi prestabiliti ha raccolto quasi 10.000 sottoscrizioni. Da qui la chiamata alle urne di tutti gli aventi diritto del Cantone per la votazione in calendario il prossimo 15 giugno. Votazione il cui esito è difficilmente prevedibile, in particolare proprio perché su un tema locale ad esprimersi è chiamato tutto il cantone.

«Declassato? No, valorizzato»

Detto del sottopasso e dell’autosilo, veniamo al vero motivo del contendere: viale Cattori. I promotori del referendum sostengono che il progetto lo declassa e mero asse di transito per gli autobus, compromettendone la vocazione commerciale e turistica. «Non bisogna immaginarselo com’è oggi», ha tenuto a precisare Colombo. Il progetto prevede infatti uno spazio unico dove «ci sarà posto per tutti: per i bus, per le auto (dai 3.000 passaggi giornalieri attuali si dovrebbe scendere a 1.000), per le biciclette (previsti tra l’altro molti nuovi parcheggi nel comparto della stazione) e per i pedoni, il cui spazio sarà separato da quello per il traffico da alberi. Insomma, anche sugli 80 metri di acciottolato che dal lungolago conducono al piazzale della stazione le posizioni al riguardo del progetto di generale riqualifica del comparto sono inconciliabili.

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