Svizzera, i quarti a un passo: ma potrebbe esserci la Spagna

Che serata. E che vittoria. Sì, la Svizzera è più che mai in corsa per qualificarsi ai quarti di finale dell'Europeo femminile. Grazie, manco a dirlo, al 2-0 rifilato all'Islanda a Berna. Detto ciò, c'è un «ma». O, meglio, una possibile complicazione. Le rossocrociate, infatti, non possono più chiudere in testa il proprio girone. Tradotto: in caso di qualificazione, la nazionale di Pia Sundhage affronterà la prima classificata del gruppo B. In sostanza, all'orizzonte potrebbe profilarsi una partita contro la Spagna. Arrivata in Svizzera con in tasca il titolo mondiale e, soprattutto, con la voglia di continuare a stupire. Un match, quello con le iberiche, certo non facile volendo usare un eufemismo.
La buona notizia, per contro, è che per staccare il biglietto per il turno successivo non sarà imperativo vincere: basterà, insomma, anche un pareggio giovedì a Ginevra contro la Germania, all'ultima curva del girone. E questo grazie al gol in più messo a referto rispetto alle finlandesi. Quello, per intenderci, di Pilgrim a tempo oramai scaduto che ha sancito il 2-0 ieri sera. Una rete che, fra le altre cose, ha sancito una volta di più l'unione fra questa squadra e il suo popolo, tifose e tifosi, ma allargando il campo oseremmo dire l'intero Paese. Pia Sundhage, l'allenatrice, nel commentare il successo sulle islandesi ha mostrato un volto umile e, al contempo, felice: no, non ha spinto le sue giocatrici a cercare il raddoppio, così da avere un vantaggio in ottica qualificazione. «Non sono abbastanza brava da averci pensato», ha sorriso la commissaria tecnica. Brava, però, a ben vedere lo è stata davvero: attorno all'ora di gioco, Sundhage ha varato un cambio di sistema. Una scommessa, certo, rivelatasi però vincente. Una scommessa, ancora, che le ha permesso di allontanare le critiche emerse prima del torneo e dopo la sconfitta contro la Norvegia: «Penso che abbiamo visto tutti una squadra con ottime gambe. È quello che mi dico quando guardo come corrono le giocatrici», ha detto la svedese.
Sundhage, in effetti, può contare su un gruppo solido. Dotato, al tempo stesso, di talento e fisicità. E poi, beh, c'è lei, Géraldine Reuteler, eletta miglior giocatrice della partita per la seconda volta: «Géraldine è una bomber, anche quando gioca a centrocampo. Sono impressionata dal suo primo tocco, da come occupa lo spazio. Quanto al dibattito sulla posizione in cui schierarla, sappiamo che è un dibattito infinito».
La partita contro l'Islanda, temuta proprio per il confronto fisico e le debolezze nel gioco aereo della Svizzera, si è rivelata vincente. «Devo dire che è stata davvero dura. Soprattutto perché l'Islanda ha fatto i compiti alla grande, lasciando sempre una pedina alla nostra capitana Lia Wälti», ha osservato infine Pia Sundhage, entusiasta dell'energia sprigionata domenica dal Wankdorf. Riuscirà lo Stade de Genève a fare altrettanto giovedì?